27/06/2024
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IL FASCINO DI UN QUARTIERE UNICO AL MONDO: la storia, la cultura ebraica e le sue Sinagoghe
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Il Ghetto di Venezia, è il primo “ghetto” d’Europa, l’antico quartiere ebraico nel centro della città. Le sue origini e le vicende storiche gli hanno conferito nel tempo un aspetto di grande fascino, con i suoi alti edifici dai colori caldi e accoglienti che si affacciano su ampi spazi, circondati dai canali.
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Il 23 giugno 1858 veniva rapito alla sua famiglia il piccolo Edgardo Mortara. In molti conosceranno già la sua storia ma proviamo a riassumerla brevemente per chi non la ricordasse.
Edgardo Mortara era nato poco meno di 7 anni prima, il 27 agosto 1851, a Bologna, da papà Salomone e mamma Marianna Padovani, entrambi ebrei. A circa un anno d'età, il piccolo era stato battezzato, all'insaputa dei genitori, dalla domestica che l'aveva ritenuto in pericolo di vita per una malattia.
Venuta a conoscenza della vicenda, la polizia dello Stato pontificio di Pio IX si presentò dunque il 23 giugno del '58 a casa dei Mortara per prelevare il bambino che, in quanto cristiano, non poteva più essere cresciuto in una famiglia ebraica secondo le leggi dell'epoca.
La notizia si diffuse sulla stampa suscitando uno scandalo internazionale; diversi furono gli appelli disperati dei genitori per riavere il figlio e forti furono le pressioni da parte della Comunità ebraica e dell'opinione pubblica italiana e estera perché Edgardo potesse tornare in seno alla famiglia. Ma tutto fu vano.
Il bambino sarebbe stato cresciuto in un collegio cattolico e sarebbe diventato sacerdote.
A questa vicenda sono stati dedicati recentemente il film "Rapito" di Marco Bellocchio e il libro "Il caso Mortara", scritto da Gemma Volli, edito da Giuntina e disponibile presso il nostro bookshop.
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Il quarto protagonista della mostra "I confini dell'alterità/The contours of otherness", nel Ghetto di Venezia fino al 27 ottobre, è Jonathan Prince
Nato nel 1952 a New York, Prince dedica la sua carriera all'esplorazione dello spazio sottile tra arte, spiritualità, scienza e tecnologia: le sue opere, spesso monumentali, sono state esposte in tutto il mondo e fanno parte di collezioni private e pubbliche.
La sua passione per la scultura inizia in giovane età ma si dedica totalmente all'attività artistica soprattutto a partire dal 2002.
Oggi Jonathan Prince è una figura significativa nel mondo dell'arte contemporanea: i suoi lavori, frutto di una profonda conoscenza della materia e della forma, sanno spingere gli spettatori all'introspezione e alla riflessione sul rapporto tra forza e vulnerabilità, bellezza e caos.
Jonathan Prince partecipa alla mostra "I confini dell'alterità/The contours of otherness" con la sua scultura Fissure, esposta presso l'Ikona Gallery in Campo del Ghetto Nuovo.
Per scoprire tutti gli artisti e le opere in mostra www.ghettovenezia.com/i-confini-dellalterita/
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Il 12 e il 13 giugno, in occasione della festa di Shavuot, la biglietteria e il bookshop del Museo Ebraico resteranno chiusi e le visite alle sinagoghe saranno sospese.
Riapriremo con le consuete modalità venerdì 14 giugno alle 9.
🌾🌾Chag Shavuot sameach a tutti!🌾🌾
🌾🌾Felice festa di Shavuot!🌾🌾
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On the 12th and the 13th of June the bookshop and the ticket office of the Jewish Museum of Venice will be closed and the tours to the synagogues will be suspended for Shavuot.
We'll be back on Friday June 14th at 9 am.
🌾🌾Chag Shavuot sameach!🌾🌾
🌾🌾Happy Shavuot!🌾🌾
Al tramonto di oggi inizierà la festa di Shavuot, la Pentecoste ebraica, che ricorda la rivelazione della Torà sul Sinai (6 e 7 del mese di Sivan).
Come vi abbiamo raccontato pochi giorni fa, questa festa non è legata a specifiche mitzvot (precetti) ma piuttosto a varie consuetudini nate nel tempo.Una delle tradizioni più diffuse consiste nel decorare la casa e la sinagoga con piante e fiori, in particolare le rose.
Ma perché? Le interpretazioni degli studiosi sono varie.
Secondo alcuni, serve a evocare il Monte Sinai, verdeggiante all'epoca della rivelazione.
Secondo altri, questa usanza si deve al fatto che Shavuot è anche la festa delle primizie: dalla distruzione del Tempio, portare fiori e piante in sinagoga sostituisce simbolicamente l'offerta di primizie che anticamente veniva portata al Bet ha-Mikdash (Tempio).
Le decorazioni vegetali, inoltre richiamano il canneto dove Mosè fu deposto proprio il 7 di Sivan e che lo salvò.
Un'ulteriore interpretazione collega questa usanza al fatto che Shavuot cade nel giorno del giudizio divino per gli alberi, il momento, cioè, in cui D-o ne stabilisce la fecondità.
Vi lasciamo ricordandovi che domani e dopodomani (12 e 13 giugno) il bookshop e la biglietteria del Museo Ebraico resteranno chiusi e le visite alle sinagoghe saranno sospese. Riapriremo regolarmente venerdì 14 giugno alle 9. Vi aspettiamo!
🌾🌾Chag shavuot sameach! 🌾🌾
🌾🌾Felice festa di Shavuot!🌾🌾
Il 6 e il 7 del mese ebraico di Sivan (quest'anno dal tramonto dell'11 al tramonto del 13 giugno) si celebra Shavuot, la Pentecoste ebraica.
Questa festa è detta anche Z’man Matan Toratenu (tempo del dono della nostra Torà) perché ricorda il dono della Torà sul Sinai, ma è anche una delle Shalosh Regalim (tre feste del pellegrinaggio) e Chag Habbikurim (festa delle primizie)perché in questa occasione si andava in pellegrinaggio al Tempio portando un'offerta di due pani impastati con la farina del nuovo frumento e di primizie, fresche o essiccate, dei sette frutti di Israele: frumento, orzo, uva, fichi, melagrane, olive e datteri.
Per Shavuot non si rispettano delle mitzvot (precetti) specifiche ma sono varie le consuetudini legate a questa festività. Ad esempio, a tavola è tradizione consumare piatti a base di latticini. il sapore dolce del latte, infatti, è paragonato alla Torah e, così come il latte è essenziale al neonato per vivere e crescere, la Torah è necessaria al neonato popolo ebraico appena liberato dalla schiavitù in Egitto per raggiungere la sua maturità spirituale.
Vi lasciamo allora una ricetta italiana di una torta di formaggio salata tratta dal ricettario "La cucina nella tradizione ebraica" di Giuliana Vitali-Norsa, disponibile presso il nostro bookshop.
INGREDIENTI
Per la pasta:
200 gr. dl farina
100 gr. di b***o
4 cucchiai di acqua
un pizzico di sale
Per il ripieno:
2 decilitri dl latte
3 uova
150 gr. dl formaggio emmenthal (o grana) grattugiato
1 cucchiaio di farina
sale, pepe
PROCEDIMENTO
Impastate rapidamente la farina con il b***o e l'acqua e il sale e fatene una pasta liscia che lascerete riposare per circa mezz'ora.
Con questa pasta foderate il fondo e le pareti di uno stampo, possibilmente di quelli con il bordo staccabile. In una terrina stemperate la farina con il latte e i rossi d'uovo, unitevi il formaggio, sale e
pepe e per ultimo le chiare montate a neve. Versate il composto nello stampo già foderato di pasta brisé e mettete in forno caldo per circa mezz'ora. Servite possibilmente caldo.
Buon appetito!
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Al tramonto di ieri è iniziato il mese ebraico di Sivan.
Questo rosh chodesh (capomese) è particolarmente importante perché ricorda il giorno in cui il popolo ebraico, dopo essere uscito dall'Egitto, entrò nel deserto del Sinai, dove avrebbe ricevuto la Torà.
Nell'Es**o, infatti, è scritto: "Al terzo mese dall'uscita dei figli di Israele dalla terra d'Egitto, proprio in quel giorno, giunsero nel deserto del Sinai."
Secondo Rashì, uno dei più importanti commentatori della Torà, vissuto tra XI e XII secolo, "in quel giorno" significa il primo giorno del mese.
Sivan è dunque il periodo in cui si completa il percorso che portò il popolo ebraico dalla libertà fisica e politica ottenuta con la liberazione dalla schiavitù in Egitto a quella etica e spirituale ottenuta con il dono della Torà.
Il 2 giugno 1541 veniva istituito il Ghetto Vecchio di Venezia.
A dispetto del nome (riferito alle antiche fonderie che qui si trovavano prima dell'istituzione del ghetto ebraico), quest'area diventava ghetto 25 anni dopo la nascita del Ghetto Nuovo. Il portone che inizialmente chiudeva il ponte del Ghetto Nuovo veniva spostato all'ingresso del nuovo settore (dove si notano ancora i segni dei cardini nel muro).
Con la sua apertura, la Serenissima accoglieva le lamentele dei mercanti Levantini in merito alle difficili condizioni di vita e al poco spazio a disposizione nel Ghetto Nuovo da adibire ad abitazioni e magazzini.
Il Ghetto Vecchio, posto sotto la giurisdizione dei Savi alla Mercanzia ed esteso tra il Ghetto Nuovo e il Canale di Cannaregio, avrebbe ospitato inizialmente ebrei “viandanti” che saltuariamente tornavano a Venezia per i loro commerci.
Forti dei loro contatti internazionali con la Pen*sola balcanica, l'Impero ottomano e la Romania, i Levantini avrebbero presto cominciato a gestire i rapporti commerciali tra la Serenissima e l'Oriente diventando particolarmente importanti per l'economia veneziana.
Con i Levantini, inoltre, arrivavano in città nuove tradizioni che avrebbero arricchito la cultura veneziana di abitudini, suoni, colori e sapori provenienti dall'oriente.
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Dal tramonto di ieri, 25 maggio, al tramonto di oggi, si celebra Lag Baomer, il 33° giorno dell'omer che nel calendario ebraico corrisponde al 18 del mese di Iyar.
L'omer era un'antica unità di misura (poco più di un chilo) corrispondente alla quantità di orzo da portare in offerta al Tempio di Gerusalemme il secondo giorno di Pesach (Pasqua ebraica).
Le sette settimane che vanno dal secondo giorno di Pesach a Shavuot (Pentecoste ebraica), dette, appunto, periodo dell'omer, vengono scandite giorno per giorno per vivere con maggiore consapevolezza il passaggio dalla libertà fisica che il popolo ebraico conquistò con la liberazione dalla schiavitù in Egitto alla libertà spirituale ricevuta con la consegna della Torah.
Questo tempo di crescita, però, è anche considerato un tempo semiluttuoso perché si ricordano sia l'epidemia che colpì in questi giorni gli allievi di Rabbi Akiva sia le comunità ebraiche distrutte dalle crociate.
Lag Baomer, invece, è una festa che spezza questo lutto perché corrisponde al giorno in cui l'epidemia terminò e a quello in cui nel deserto cominciò a cadere la manna.
Tradizionalmente, questa giornata viene passata all'aperto organizzando picnic o barbecue.
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Il 14 di Iyar, che quest'anno va dal tramonto di ieri, 21 maggio, al tramonto di oggi, è Pesach shenì (secondo Pesach).
Il libro dei Numeri racconta che il secondo anno dall'uscita dall'Egitto, alcuni uomini che in occasione di Pesach (Pasqua ebraica) erano stati impossibilitati a presentare il Korban Pesach, il sacrificio pasquale, si presentarono a Mosé e Aronne per chiedere di avere una seconda possibilità per adempiere alla mitzwà (precetto):
“perché dovremmo essere da meno degli altri e non offrire il sacrificio di Pesach in mezzo ai figli d’Israele, nel tempo stabilito?”(Numeri 9:7)
A questa richiesta, ci spiega la Torà, il Signore rispose offrendo loro la possibilità di compiere il sacrificio
"nel secondo mese, nel quattordicesimo giorno del mese, lo faranno nel pomeriggio e lo mangeranno con azzime e erbe amare" (Numeri 9:11)
Pesach shenì, dunque, cade esattamente un mese dopo l'inizio di Pesach. Oggi si ricorda questa ricorrenza mangiando pane azzimo.
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Come racconta Umberto Fortis nel libro "L'Antico cimitero ebraico al Lido di Venezia" (disponibile nel nostro bookshop o sul sito della casa editrice Sillabe https://www.sillabe.it/it/guide-e-musei/1201-l-antico-cimitero-ebraico-al-lido-di-venezia.html) la maggior parte degli epitaffi nell'Antico Cimitero risale all'ultimo '500 e alla prima metà del '600: al periodo, cioè, di maggiore stabilità della comunità e del picco demografico.
Molti testi sono stati composti dal famosissimo rabbino Leon Modena.
Quello per Elia Levita, celebre intellettuale autore della grammatica Ha-Bachùr (L'Eletto) è inciso su una lapide restaurata nel 1983 dal comune tedesco di Neustadt (sua città d'origine), e recita:
Ecco la pietra nel muro si lamenta e grida a ogni passante
questa è la tomba
del nostro Maestro che venne rapito che salì in cielo
Elia in un turbine
Egli è colui che portò la luce tra le tenebre della grammaticae la rese chiara. Nell'anno 309 se ne andò, il 23 del mese di shevat, per sempre
resterà fra le anime dei viventi.
La visita guidata all'Antico Cimitero ebraico del Lido vi permetterà di percorrere un viaggio emozionante attraverso la storia di Elia Levita e degli altri protagonisti della storia del Ghetto di Venezia che qui riposano.
Per tutta l'estate sono previste 10 giornate di apertura straordinaria, con quattro turni di visita, alle ore 10,30; 12; 14,30 e 16:
domenica 19 e 26 maggio
domenica 9 e 30 giugno
domenica 14 e 28 luglio
domenica 11 e 25 agosto
domenica 8 e 22 settembre
Per info e prenotazioni:
+ 39 0415246083 - [email protected]
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Alla mostra "I confini dell'alterità /The Contours of Otherness" che il Ghetto di Venezia ospita fino al 27 ottobre partecipano anche Lucas e Tyra Morten.
Svedesi, nati rispettivamente nel 1995 e nel 1997, questi artisti esplorano lo spazio di confine tra arte e design.
Il loro atelier, a Varberg, sulla costa occidentale della Svezia, è il luogo dove nascono le loro opere che esplorano il tema della fragilità e della transitorietà delle cose.
I lavori dei due artisti sono stati esposti in tutto il mondo in mostre personali e collettive tra cui Piéces Uniques (Atelier Ecru x Obumex, Parigi, 2023), Solo Exhibition (Blå Hallen, Höganäs, 2023); Desacralized (Galerie Philia, Milano, 2023); Living Icons (Dux Official, Copenaghen, 2022); First Times (Galerie Philia, New York, 2021).
Alla mostra "I confini dell'alterità /The Contours of Otherness" Lucas e Tyra Morten presentano due opere: Runa e Viga.
Ricominciano le aperture straordinarie dell'Antico Cimitero Ebraico al Lido di Venezia!
Domenica 19 e domenica 26 maggio, alle 10.30, 12.00, 14.30 e alle 16.00 sarà possibile visitarlo accompagnati da una guida esperta.
"E' sorprendente, a cercarli bene, quanti letterati si siano recati al cimitero del Lido e abbiano lì trovato ispirazione, in quelle tombe esotiche, dalle iscrizioni criptiche, ornate da stemmi singolari. L'antico cimitero ebraico del Lido diventa così ambientazione letteraria ideale per scene d'amore e morte. [...] Il popolo ebraico, reietto ed emarginato, chiuso nei ghetti, attira la simpatia degli autori romantici, con qualche eccezione, naturalmente".
Così, nell'introduzione del manuale "L'antico cimitero ebraico al Lido di Venezia", ci spiega Dario Calimani, presidente della Comunità ebraica di Venezia, aprendoci un affascinante capitolo di letteratura internazionale.
Il libro, disponibile presso il nostro bookshop e sul sito della casa editrice Sillabe (qui sotto vi lasciamo il link), offre a tutti coloro che vivranno o hanno vissuto la bellissima esperienza della visita guidata un modo agevole e interessante per continuare ad approfondire un interessantissimo spaccato di storia veneziana.
Le visite guidate proseguiranno per tutta l’estate per altre otto giornate: domenica 9 e 30 giugno, domenica 14 e 28 luglio, domenica 11 e 25 agosto, domenica 8 e 22 settembre con quattro turni di visita alle ore 10,30; 12; 14,30 e 16.
Per info e prenotazioni:
+ 39 0415246083 - [email protected]
https://www.sillabe.it/it/guide-e-musei/1201-l-antico-cimitero-ebraico-al-lido-di-venezia.html
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Durante il cosiddetto "periodo dell'omer", cioè l'arco di tempo che separa Pesach, la Pasqua ebraica, da Shavuot, la Pentecoste ebraica, cade una festa lieta: Yom ah Atzmaut, il Giorno dell'Indipendenza.
Questa giornata si celebra il 5 del mese di Iyar (quest'anno dal tramonto di ieri, 13 maggio, al tramonto di oggi) e commemora la fondazione dello Stato d'Israele nella data in cui, nel 1948, David Ben Gurion proclamò la dichiarazione d'Indipendenza, la meghillàt ah-atzmaut.
E' una festa sentita in Israele e nelle comunità della Diaspora, un momento fondamentale che ha concorso a modificare e costruire la coscienza identitaria del popolo ebraico.
Yom ah Atzmaut interrompe il periodo luttuoso dell'Omer (ve ne parleremo presto) e, pur essendo un giorno lavorativo, si recitano alcune preghiere speciali come l’Hallel, in segno di ringraziamento, mentre si omette, come accade nei giorni festivi, il Tachanun (la preghiera di supplica).
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Ricominciano le aperture straordinarie dell'Antico Cimitero Ebraico al Lido di Venezia!
Domenica 19 e domenica 26 maggio, alle 10.30, 12.00, 14.30 e alle 16.00 sarà possibile visitarlo accompagnati da una guida esperta.
"E' sorprendente, a cercarli bene, quanti letterati si siano recati al cimitero del Lido e abbiano lì trovato ispirazione, in quelle tombe esotiche, dalle iscrizioni criptiche, ornate da stemmi singolari. L'antico cimitero ebraico del Lido diventa così ambientazione letteraria ideale per scene d'amore e morte. [...] Il popolo ebraico, reietto ed emarginato, chiuso nei ghetti, attira la simpatia degli autori romantici, con qualche eccezione, naturalmente".
Così, nell'introduzione del manuale "L'antico cimitero ebraico al Lido di Venezia", ci spiega Dario Calimani, presidente della Comunità ebraica di Venezia, aprendoci un affascinante capitolo di letteratura internazionale.
Il libro, presentato oggi alle 11 nel Ghetto Vecchio e disponibile presso il nostro bookshop e sul sito della casa editrice Sillabe (qui sotto vi lasciamo il link), offre a tutti coloro che vivranno o hanno vissuto la bellissima esperienza della visita guidata un modo agevole e interessante per continuare ad approfondire un interessantissimo spaccato di storia veneziana.
Le visite guidate proseguiranno per tutta l’estate per altre otto giornate: domenica 9 e 30 giugno, domenica 14 e 28 luglio, domenica 11 e 25 agosto, domenica 8 e 22 settembre con quattro turni di visita alle ore 10,30; 12; 14,30 e 16.
Per info e prenotazioni:
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Domenica 12 maggio alle ore 11, nel Ghetto Vecchio di Venezia si terrà la presentazione di "L'antico cimitero ebraico al Lido di Venezia", a cura di Dario Calimani, edizioni Sillabe.
Il testo include interventi di Giovanni Levi, Umberto Fortis e Aldo Izzo e una raccolta di brani letterari che permettono al lettore di immergersi nella storia di questo luogo così speciale attraverso le parole dei suoi più illustri visitatori a cominciare da Shelley e Byron.
Il volume è completato da un ricco apparato iconografico ed è acquistabile anche online sul sito della casa editrice a questo indirizzo: https://www.sillabe.it/it/guide-e-musei/1201-l-antico-cimitero-ebraico-al-lido-di-venezia.html
Nel pomeriggio, alle ore 13:00, 14:30 e 15:45, sarà possibile visitare l'Antico Cimitero accompagnati da una guida esperta.
Per prenotare: 0415246083
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Oggi, 27 del mese ebraico di Nissan, si celebra Yom HaZikaron laShoah ve-laG'vurah, letteralmente "Giorno (del ricordo) della Shoah e dell'eroismo", più spesso ricordato semplicemente come Yom HaShoah "Il Giorno (del ricordo) della Shoah".
La ricorrenza è stata istituita in Israele dalla Knesset, il Parlamento israeliano, nel 1951: la proposta iniziale di scegliere la data simbolica del 15 di Nissan, anniversario della rivolta del ghetto di Varsavia, fu scartata perché coincidente con il primo giorno di Pesach (Pasqua ebraica).
Fu dunque preferita la data del 27 di Nissan, che cade 8 giorni prima di Yom Ha'atzma'ut, il giorno dell'Indipendenza di Israele.
Questo giorno, in cui si ricordano i circa 6 milioni di ebrei uccisi durante la Shoah e la resistenza ebraica nel periodo del nazifascismo, fu celebrato per la prima volta nel 1953.
In Israele il suono straziante di una sirena introduce due minuti di silenzio: l'intero paese si ferma e il pensiero va al ricordo delle vittime.
Nella tradizione sefardita, la sera al termine di Pesach (quest'anno dopo il tramonto del 30 aprile) è detta “notte della Mimuna”: questa festa celebra la gioia del ritorno del chametz (lievito) sulle tavole dopo 8 giorni di privazione.
In molte comunità, soprattutto originarie del Nord Africa, è tradizione che i vicini non ebrei offrano in quest'occasione alle famiglie ebraiche prodotti lievitati e tutto ciò che occorre per preparare il primo pane fresco dopo la fine della Pasqua ebraica. In cambio, gli ebrei aprono le case ai visitatori offrendo loro una tavola imbandita di dolci e torte il cui significato simbolico è legato spesso alla prosperità e alla liberazione.
In questa occasione, in alcune comunità, si prepara un pane speciale e benaugurante che porta il nome della festa: il pane mimuna è arricchito con zucchero, uvetta, semi di cumino o di cipolla e semi di fi*****io e decorato con un uovo s**o al centro, simbolo della ciclicità della vita.
Vi presentiamo il secondo artista che parteciperà alla mostra "I confini dell'alterità /The Contours of Otherness" che il Museo Ebraico di Venezia ospiterà dal 21 aprile al 27 ottobre: Amit Berman.
Nato nel 1994 vicino Tel Aviv, Amit Berman vive tra la sua città natale e l'Italia.
L'artista, pittore e fotografo, ha preso parte a mostre internazionali e le sue opere sono state esposte in diversi paesi tra cui Israele, Stati Uniti, Italia e Spagna.
Il processo creativo di Berman inizia spesso con la fotografia che diventa poi ispirazione per le sue tele. I dipinti dell'artista esplorano una quotidianità domestica malinconica, permeata di nostalgia: i colori pastello tratteggiano l'intimità di atmosfere calde e romantiche, la bellezza degli oggetti e delle figure umane ma anche la vulnerabilità e le paure generate dalla solitudine e dallo sradicamento.
Amit porterà in mostra l'opera A Transferable Safe Space.
Per scoprire in anteprima tutti gli artisti e le opere in mostra www.ghettovenezia.com/i-confini-dellalterita/
Il 17 novembre 1938, con il Regio Decreto Legge n.1728 contenente i "Provvedimenti per la difesa della razza italiana”, lo Stato italiano adottava la Dichiarazione sulla razza che il Gran Consiglio del fascismo aveva emesso in data 6 ottobre.
Firmato dal re Vittorio Emanuele III e da Mussolini e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale due giorni dopo, il decreto sarebbe stato convertito in legge il 5 gennaio 1939 con approvazione unanime della Camera e a larghissima maggioranza in Senato.
Il 20 novembre, su La Difesa della Razza, venivano pubblicate le vignette che vedete in foto nelle quali si spiegava tutto ciò che gli ebrei non avrebbero potuto più possedere e fare e i luoghi in cui non avrebbero potuto più lavorare o frequentare.
Nel giro di qualche settimana, poco meno di 4000 persone tra insegnanti, dipendenti pubblici e privati, militari e professionisti avrebbero perso il loro lavoro e oltre 5000 studenti non sarebbero potuti tornare sui banchi di scuola.
Cannaregio, 2882
Venice
30121
Lunedì | 10:00 - 18:00 |
Martedì | 10:00 - 18:00 |
Mercoledì | 10:00 - 18:00 |
Giovedì | 10:00 - 18:00 |
Venerdì | 09:00 - 16:00 |
Domenica | 10:00 - 18:00 |
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L'isola del Ghetto Nuovo fu nella storia della Serenissima un piccolo microcosmo in cui si incontrarono e mescolarono culture, tradizioni, lingue e saperi diversi. A breve distanza dal Campo del Ghetto, in linea d'aria, si scorge il profilo del campanile di Piazza San Marco che si staglia sull'azzurro dell'acque e del cielo. #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori #museoebraico #jewishmuseum @opera_laboratori
Il bookshop del Museo Ebraico, nel Ghetto Vecchio, è ospitato in quello che anticamente fu il midrash (sala da studio) Leon Modena: in questo luogo, dove un tempo insegnò uno dei più famosi rabbini di Venezia, oggi si può scegliere di proseguire l'esperienza di visita tra le pagine di un romanzo o di un saggio. Storia, religione, filosofia, letteratura, gastronomia...qualunque siano i vostri interessi, qui troverete di sicuro il libro ideale per approfondire la vostra conoscenza della cultura ebraica. #museoebraico #jewishmuseum #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori @opera_laboratori
Il Giardino Segreto della Scuola Spagnola, un angolo di verde nascosto tra le calli del Ghetto Vecchio, ospita piante e alberi nominati dai testi sacri ebraici. Il melograno, il fico, il mandorlo, l'ulivo, la rosa, la palma, il mirto, la palma...ogni pianta racconta una storia ed è carica di significati simbolici. Nel cuore del giardino, una sukkà, la capanna che tradizionalmente si costruisce per la festa di Sukkot, offre la sua ombra a chi vuole sedersi ad ascoltare lo scroscio leggero e rilassante dell'acqua della fontana e la pace della natura. #museoebraico #jewishmuseum #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori @opera_laboratori
La Scola Grande Spagnola è la più grande sinagoga veneziana. Costruita intorno al 1584 e ampliata poi, probabilmente sotto la direzione del grande architetto Baldassarre Longhena, nella seconda metà del '600, oggi è utilizzata dalla Comunità Ebraica veneziana nella bella stagione, da Pesach (Pasqua ebraica) a Sukkot (Festa delle Capanne). Visitare questa sinagoga così elegante e maestosa lascia sempre a bocca aperta! #museoebraico #jewishmuseum #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori Opera Laboratori
Shanà Tovà! Un sereno 5784 a tutti dal #museoebraico di Venezia! #museoebraico #jewishmuseum #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori Opera Laboratori
Il Ghetto Nuovo venne istituito nel 1516 e, a dispetto del nome, costituisce la parte più antica del quartiere ebraico veneziano e ne costituisce tuttora il suo cuore pulsante. Su questo splendido campo si affacciano la Scola Grande Tedesca, la Scola Canton e la Scola Italiana, l'ex casa di riposo ebraica e il Banco Rosso (ultima traccia dei banchi di pegno). Proprio da qui partono le nostre visite guidate alla scoperta della storia del Ghetto e delle sinagoghe. #museoebraico #jewishmuseum #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori @opera_laboratori
A soli 10 minuti dalla stazione di Venezia Santa Lucia, a pochi passi dal cinquecentesco Ponte delle Guglie, un caratteristico sottoportego affacciato sulla Fondamenta di Cannaregio vi dà accesso al Ghetto ebraico. Proprio qui, all'inizio della Calle del Ghetto Vecchio, sono ancora visibili i segni dei cardini del portone che per quasi tre secoli impedì agli ebrei l'uscita dal tramonto all'alba. Oggi, attraversare quel sottoportego significa entrare in una delle aree più affascinanti di Venezia, testimone di una storia lunga più di cinque secoli: visita il Ghetto di Venezia e preparati a vivere l'emozione della scoperta. #museoebraico #jewishmuseum #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori
Immergiti nell'atmosfera unica del Ghetto di Venezia, un quartiere unico al mondo dove scoprire la storia, la cultura ebraica e le sue Sinagoghe. Le origini e le vicende storiche di questo luogo hanno contribuito a creare nel tempo un'atmosfera di grande fascino, tra alti edifici dai colori caldi e accoglienti, ampi spazi circondati da canali, giardini segreti. Il Ghetto di Venezia, è il primo “ghetto” d’Europa, nessun viaggiatore o turista che giunga a Venezia può mancare di visitare questo piccolo, ma unico universo. Scopri di più sul Ghetto ebraico su: www.ghettovenezia.it #ghettovenezia #veniceghetto #operalaboratori #museoebraico #jewishmuseum Opera Laboratori
Museo di Storia Naturale di Venezia
Santa CroceMuseo delle Imbarcazioni Tradizionali
San Pietro di Castello