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📆Oggi 2 giugno 2022 celebra la giornata nazionale della dedicando ampio spazio a un punto d'interesse emblematico, il Museo storico della Liberazione in Roma , sito in via Tasso, luogo simbolo della Resistenza al nazifascismo.
Tra il 1943 e il 1944, durante i mesi dell’occupazione nazifascista della Capitale, fu sede del Comando del Servizio di Sicurezza delle SS, sotto la guida del colonnello Herbert Kappler, per passare poi alla funzione di carcere politico, come ancora evocano gli ambienti che ne conservano l'aspetto crudo e lugubre.
All'arrivo degli alleati il 4 giugno 1944, il palazzo fu abbandonato dai nazisti e divenne dimora degli sfollati che, a causa dei bombardamenti, avevano perso le loro case.
Per volere della proprietaria, la principessa Ruspoli, quattro appartamenti del palazzo vennero ceduti allo Stato, con un vincolo: realizzare il "Museo della Lotta di Liberazione di Roma".
🇮🇹 Sebbene questo Museo riporti alla memoria uno degli episodi più tragici della Resistenza, rievoca la libertà e il diritto di ogni uomo di vivere con i suoi ideali e principi religiosi, politici, sociali e umani senza alcun vincolo, ma nel pieno rispetto degli altri.
📍Esplora il link al sito di MusEQ e scopri altri punti d'interesse che ripercorrono questa storia.
Foto di Simone Ramella from Roma,Italy CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
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SGUARDI DI MEMORIA – inaugurazione mostra
Nell’ambito del programma “Memoria per il futuro”
A Palazzo Foppoli è aperta fino al 6 marzo la mostra “Sguardi di Memoria” con le opere dell’artista romano Georges de Canino, uno dei più importanti artisti ebrei contemporanei.
La mostra propone venti opere dell’artista Georges de Canino, che ritraggono i volti di bambini, giovani uomini e donne, realizzate con tecniche diverse pittura e collage, impiegando matita e forbice, immagine fotografica e pennello e parole in libertà, dalla resa molto suggestiva. Per lo più ritratti di persone le cui vite furono travolte dagli eventi della Shoah e che continuano ad essere esempi a cui guardare nella quotidiana battaglia per il riconoscimento dei diritti civili e umani.
“Sguardi di Memoria” è uno stimolo alla riflessione sulla Shoah, le discriminazioni, il dovere della Memoria e la Resistenza.
In questo momento tragico per l’Europa, che vede l’avvio di una guerra all’interno dei suoi stessi confini, la mostra assume una connotazione ancora più forte come “azione attiva della memoria” per realizzare un futuro di convivenza pacifica, fondato sul rispetto dei diritti umani, delle minoranze, degli esclusi, degli ultimi, degli “altri”, di tutti noi, non siano più violati.
Mostra organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Tirano in collaborazione con:
Museo storico della Liberazione di Roma
Istituto di Istruzione Superiore "B. Pinchetti"
curatore e coordinatore del progetto: Prof. Simone Evangelisti
Con il patrocinio di:
Comunità Ebraica di Roma
Centro Internazionale Antinoo - Marguerite Yourcenar
Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia - UCEBI
Associazione Progetto Memoria
Istituto di Istruzione Superiore “Largo Brodolini” Pomezia
al Teatro dell'Olivo - Camaiore
RADIO CLANDESTINA
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Nella primavera del 2000 lavoro al Teatro Argentina - Teatro di Roma per l’allestimento di Fine del Mondo che aveva appena vinto un premio indetto dallo stabile della capitale. Mario Martone che lo dirige mi chiede se ho letto il libro di Sandro Portelli, L’ordine è già stato eseguito, sull’eccidio alle Fosse Ardeatine.
Conosco la storia, ma la lettura di quel testo è rivelatrice di una maniera differente di raccontare. L’oralità non è la voce del popolo, ma le tante voci che riaffiorano dalla memoria delle tante persone. Memorie minime e dimesse o potentemente rabbiose, contraddittorie e rivelatrici.
Alla fine di ottobre ho un racconto da portare in una stanza del Museo storico della Liberazione di Roma. Pochi metri quadrati nei quali furono torturati a morte decine di partigiani durante l’occupazione tedesca.
Quattro lampadine come luci di scena e lo stereo di casa per mandare le due musiche e la breve registrazione della voce di nell’ultimo minuto di spettacolo. La storia di mio nonno che lavorava al cinema Iris a porta Pia, l’ombrellaro che scappa coi soldi degli ebrei e la bassetta analfabeta che cerca casa sono la strada stretta che porta agli avvenimenti di quei giorni di guerra: l’annuncio dell’armistizio e l’entrata dell’esercito tedesco, l’oro che gli ebrei consegnano per salvarsi la vita e la loro deportazione, l’azione di Via Rasella e l’eccidio alle cave sull’Ardeatina, il rastrellamento del e l’arrivo degli americani.
Sono passati vent’anni e i miei racconti stanno ancora in quella stanza. Nei pochi metri quadrati che occupano le scenografie di tutti gli spettacoli che ho portato in scena dopo.
Una bella intervista-recensione di "Canzoni da viaggio collection" su Slowcult :Il lento fluire del sapere!
Parliamo del disco ma anche del nuovo videoclip "Roma città persa" girato da Valeria Taccone nel Museo storico della Liberazione della Capitale... buona lettura
Ludovica Valori Paolo Camerini
🟨 Incontro al Museo storico della Liberazione nel quale si affronteranno i temi del nazionalismo, delle migrazioni e del colonialismo in Africa e nel Mediterraneo:
"Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi."
Con queste parole comincia la lapide ad ignomia, epigrafe di Piero Calamandrei che tante volte ci avete sentito nominare e a cui siamo molto legati.
Ieri con alcuni iscritti della nostra sezione abbiamo onorato quella "pietra", fatta con il "silenzio dei torturati più duro d'ogni macigno", visitando il Mausoleo delle Fosse Ardeatine e il Museo storico della Liberazione di via Tasso.
Sono ancora molte le emozioni, corrono veloci ed è difficile parlarne.
Sia alle Fosse Ardeatine che a via Tasso, abbiamo visto i volti di tutti: militari, carabinieri, gente comune, politici, sacerdoti, tutti. Un popolo intero, che ha lottato, che è stato massacrato ma ha vinto, anche e sopratutto col sacrificio. Lì c'è Roma, ci sono i suoi figli.
Quella pietra, quel silenzio, sono monolitici e, paradossalmente, producono un suono assordante.
La Resistenza, le infami repressioni, la violenza, la forza di volontà dei detenuti. È un'esperienza fortissima, dura e allo stesso tempo imperdibile, che nel prossimo periodo non mancheremo di condividere con più persone possibili sul nostro territorio.
Ora e sempre, Resistenza!
➡ Rivediamo insieme l'incontro di domenica di Monica Mondo con Antonio Parisella a
Museo storico della Liberazione Editrice AVE Università LUMSA Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI
➡️Nell'onorare la memoria di chi lottò per la libertà dobbiamo anche ricordarci che non fummo tutti, noi italiani, “brava gente”. Dobbiamo ricordare che non scegliere è immorale.⬅️
Importantissime le parole pronunciate oggi dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Museo storico della Liberazione di via Tasso!
Parole forti, di rottura degli schemi, parole di RESISTENZA!
Il Circolo Culturale “Saragat - Matteotti” non può che plaudire con entusiasmo al coraggio del Presidente Draghi!
La memoria non può e non deve morire!
Questo il suo discorso integrale al termine della visita:
«Vi ringrazio per avermi invitato, ma soprattutto per questa visita molto commovente. Si vede la sofferenza quotidiana di un popolo inerme, senza liberta', senza cibo, nel terrore. Attraverso queste foto, questi manifesti, questi allarmi, queste minacce. In questa ricorrenza, vi ringrazio veramente. Questo è un luogo simbolo della nostra memoria nazionale. Via Tasso evoca, anche nei ricordi familiari, l'orrore dell'occupazione nazista, la ferocia delle dittature. Nel momento in cui anche i musei riaprono, mi auguro che, con le necessarie precauzioni, molti giovani abbiano l'opportunità di visitare queste stanze, di conoscere le storie di tanti combattenti per la libertà che qui sono stati torturati e uccisi, di capire fino in fondo il senso del loro sacrificio. E di comprendere che, senza il loro coraggio, oggi non avremmo le libertà e diritti di cui godiamo. Libertà e diritti che non sono conquistati per sempre e non sono barattabili con nulla. Sono più fragili di quanto non si pensi».
«Non dobbiamo rivolgerci soltanto ai giovani ma a tutti i nostri concittadini. Perché il dovere della memoria riguarda tutti. Nessuno escluso. Assistiamo oggi, spesso sgomenti, ai segni evidenti di una progressiva perdita della memoria collettiva dei fatti della Resistenza, sui valori della quale si fondono la Repubblica e la nostra Costituzione. E a troppi revisionismi riduttivi e fuorvianti. Ecco perché questa ricorrenza non deve invecchiare, non deve subire l'usura del tempo. Nel conoscere in profondità la storia di quegli anni, del fascismo e dell'occupazione nazista, saremo più consapevoli dell'importanza dei valori repubblicani e di come sia essenziale difenderli ogni giorno. Constatiamo inoltre, con preoccupazione, l'appannarsi dei confini che la Storia ha tracciato tra democrazie e regimi autoritari, qualche volta persino tra vittime e carnefici. Vediamo crescere il fascino perverso di autocrati e persecutori delle libertà civili, soprattutto quando si tratta di alimentare pregiudizi contro le minoranze etniche e religiose».
«Il linguaggio d'odio, che sfocia spesso nel razzismo e nell'antisemitismo, contiene sempre i germi di potenziali azioni violente. Non va tollerato. E' una mala pianta che genera consenso per chi calpesta libertà e diritti - quasi fosse un vendicatore di torti subiti - ma diffonde soprattutto il veleno dell'indifferenza e dell'apatia. La senatrice Liliana Segre ha voluto che la scritta “Indifferenza” fosse messa all'ingresso del memoriale della Shoah di Milano per ricordarci che, insieme ai partigiani e combattenti per la libertà, vi furono molti che si voltarono dall'altra parte in cui - come dice lei - è più facile far finta di niente. Nell'onorare la memoria di chi lottò per la libertà dobbiamo anche ricordarci che non fummo tutti, noi italiani, “brava gente”. Dobbiamo ricordare che non scegliere è immorale per usare le parole di Artom. Significa far morire, un'altra volta, chi mostrò coraggio davanti agli occupanti e ai loro alleati e sacrificò sè stesso per consentirci di vivere in un Paese democratico».
«Ma è nella ricostruzione del presente, di un presente in cui il ricordo serve a dirci quel che non vogliamo ripetere, che avviene la riconciliazione. E' la ricostruzione basata sulla fratellanza, sulla solidarietà, sull'amore, sulla giustizia che porta alla riconciliazione». «Queste stanze che un tempo videro orrori da domani vedranno visitatori - speriamo anche molti giovani visitatori - che vogliono conoscere la storia d'Italia. E' per questo che sono molto contento di celebrare con voi la Festa della Liberazione in un luogo simbolo, si' del periodo più nero vissuto dalla nostra capitale, ma anche simbolo oggi della rinascita dell'Italia intera. Vi ringrazio».
https://www.lastampa.it/politica/2021/04/25/news/il-discorso-di-mario-draghi-in-occasione-del-25-aprile-1.40196452/amp/
Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - ANPI
ANPI Provinciale di Roma