26 gennaio 2025, ore 19:00. Si chiudono le porte di “Guercino. L’era Ludovisi a Roma”. Grazie ai prestatori e a tutti voi ♥️ Continuate a seguirci, presto vi sveleremo quale sarà il nostro prossimo viaggio. 🥰#GuercinoaRoma #guercino #scuderiedelquirinale
In uno degli ultimi video vi abbiamo accennato ad alcuni dei temi ricorrenti nelle opere della collezione Ludovisi. Tra questi: putti, cupidi e Venere. L’influenza di Tiziano, dei suoi Baccanali e della bellissima “Offerta a Venere”, portò al moltiplicarsi di questi soggetti nei dipinti di molti degli artisti che possiamo incontrare in mostra. Li ritroviamo, infatti, nelle tele di Poussin, Domenichino, Guido Reni, Albani, Padovanino, le cui opere potete ammirare nelle nostre sale del secondo piano. La nostra curatrice, Caterina Volpi, ci parla qui di “Offerta a Venere” di Padovanino, copia da Tiziano, proveniente dall’Accademia Carrara di Bergamo. Video di Gabriele Miccichè. #scuderiedelquirinale #GuercinoaRoma #mostrascuderie
Siamo davvero emozionati nello scrivere questo post. Sono passati 25 anni da quel 21 dicembre 1999 quando le porte delle Scuderie del Quirinale si aprirono per la prima volta per accogliere il Presidente della Repubblica e i visitatori della mostra. Quella mostra era I Cento Capolavori dell’Hermitage. In questi 25 anni sono state tantissime le mostre aperte al pubblico, le opere esposte, gli storici dell’arte, i curatori, i direttori dei musei di tutto il mondo che ci hanno regalato la propria visione, i visitatori che hanno scelto di trascorrere un po’ del proprio tempo con noi, gli amici incontrati, i tanti professionisti che hanno contribuito a rendere le Scuderie quel luogo speciale che è. Siamo grati per ogni giorno passato insieme a loro e per ogni momento trascorso con voi, per ognuna delle infinite storie che si sono legate alla nostra. Tra queste storie c’è sicuramente quella dell’Azienda Speciale Palaexpo (Palazzo Esposizioni Roma) che ci ha accompagnato per tanti anni e quella di Ales (ALES Arte Lavoro e Servizi) che dal 2017 condivide la strada. Per festeggiare questo bell’anniversario c’è una sorpresa che aspetta tutti i visitatori che oggi saranno qui con noi per visitare la mostra Guercino. Vi aspettiamo ♥️
Venere, Marte e Cupido
Durante il papato di Gregorio XV due celebri Baccanali di Tiziano arrivano a Villa Ludovisi: l’Offerta a Venere e il Baccanale degli Andri. Tutti gli artisti che popolano con le loro opere la Villa studiano e si ispirano alle figure dei due Baccanali. Emergono, così, i temi più ricorrenti nelle opere della collezione Ludovisi, molto amati dalla famiglia: Marte, Venere e Cupido. Questo porta alla nascita di una vera e propria moda che dura qualche decennio. Tra le opere ricche di teneri putti e amorini, una, più di tutti, racchiude lo studio e l’influenza di Tiziano: “Marte, Venere e Amore” di Guercino, dipinta per Francesco I d’Este nel 1633. L’opera, attualmente visitabile nelle sale della nostra mostra fino al 26 gennaio, è conservata alla Galleria Estense di Modena. Caterina Volpi, curatrice della mostra ce ne parla in questo breve video. Video: Gabriele Miccichè #GuercinoaRoma #guercino #scuderiedelquirinale #mostrascuderie #GallerieEstensi #MuseumsCollab
Paradiso terrestre con il peccato originale
Nel 1621 Ludovico Ludovisi assume il ruolo di Cardinal Nipote di Papa Gregorio XV. A Ludovico, coetaneo di Guercino, l’etichetta della corte romana impone oneri specifici, tra i quali quello di rappresentare lo splendore e la magnificenza del papato. In quest’ottica nasce il progetto della costruzione di una villa principesca per la famiglia. Proprio per la villa, Ludovico commissiona a Domenichino nel 1621 l’immensa tela “Paradiso terrestre con il peccato originale”. L’opera non è mai stata esposta al pubblico fino a ora e all’interno della mostra la potete trovare in Sala2. Le due curatrici, Caterina Volpi e Raffaella Morselli, ci raccontano qui della sua commissione e dei suoi splendidi dettagli. Video: @gabrieldam23 Foto: @albertonovelliph #guercinoaroma #scuderiedelquirinale #guercino #mostrascuderie
“Madonna con il Bambino tra san Giuseppe, san Francesco, un frate orante, Pietro Antonio Piombini e sua moglie Elisabetta Dondini” è la pala d’altare che Ludovico Carracci dipinse nel 1591 per la Chiesa dei Cappuccini a Cento.
Carracci fu una figura decisiva per il giovane Guercino che ne apprese il senso degli affetti, l’enfasi nella gestualità e un’attenta osservazione della natura, sottolineata dall’uso della luce che illumina gli incarnati e mostra le consistenze di ogni oggetto.
Sapete perché quest’opera è da sempre chiamata “carraccina”?
Raffaella Morselli, curatrice della mostra, ce lo racconta in questo breve video.
Video: Gabriele Miccichè
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“Il cognome delle donne” di @aurotami. Ne parliamo insieme a @giulia_ciarapix e @chiara_famooss ♥️
15 settembre 2024, ore 15:00.
Chiudiamo le porte di “Tlapitzalli”.
Da domani le opere torneranno, come sempre, ai loro musei di appartenenza.
Grazie ai prestatori e a tutti i nostri visitatori.
Tra poco più di un mese il nostro portone si riaprirà per accogliere un nuovo, interessante, viaggio.
Continuate a seguirci, presto vi sveleremo di cosa si tratta ♥️
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“Tu sei qui” di David Nicholls (@neripozza). Con @giulia_ciarapix e @letture_in_salotto ♥️
Questo strumento che ascoltate e vedete nel video è un flauto multiplo, cioè a più canne.
Il suono potrebbe sembrare stonato ma in realtà, come ci ha raccontato Frida, la curatrice, questi strani effetti acustici giocavano un ruolo importante nella musica rituale del Messico antico.
In sala 5 nella mostra Tlapitzalli potrete vedere strumenti come questo e ascoltarne il suono.
Fino al 15 settembre.
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Nel video potete sentire la nostra curatrice con in mano un fischietto (tecnicamente un aerofono) a forma di teschio.
Il suono che riproduce è inizialmente simile al rumore del vento ma poi diventa quasi un urlo.
Questi oggetti, con la forma di teschio o di civetta, erano legati molto probabilmente a cerimonie mortuarie.
Se venite in mostra potete vedere questo strumento e ascoltarne il suono in sala 2.
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Il suono di questo fischietto ci riporta subito in mente il canto di un gufo o di una civetta.
Questo che suona la nostra curatrice è la copia di un fischietto Maya dell’isola di Jaina, ritrovato all’interno di una grande offerta mortuaria.
Infatti il gufo nel Messico prehispánico si pensava avesse a che fare con la morte.
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