02/05/2024
📌 Inaugurazione della mostra di Lamberto Pignotti e Cristian Maddalena "Ditelo con i classici"
«Osservare un’opera di Lamberto Pignotti equivale a osservare una partitura musicale: non bisogna aver studiato storia dell’arte o saper leggere le note di una partitura per convenire che la musica in entrambi i casi è contenuta nell’opera stessa, è insita in sé e ognuno di noi – in base al proprio vissuto, all’esperienze, al proprio bagaglio culturale – può dirigere il proprio concerto.
Osservare il mondo artistico di Pignotti con le orecchie. È proprio da questa premessa che nasce l’idea di comporre l’opera di Pittura sonora "Ditelo con i classici".
Decantare i testi, tratti dall’omonimo libello scritto dal poeta agli inizi degli anni settanta, equivale a proiettarsi nelle opere della Poesia visiva, cogliendone ogni stratificazione: li si può osservare, leggere e contemplare nel loro insieme. Come dicevamo nella premessa, li si può ascoltare.
Ed è proprio partendo dall’ascolto che si vuole accompagnare, mano nella mano, lo spettatore/ascoltatore/lettore, attraverso l’architettura e il tessuto sonoro dell’opera di Pittura sonora in questione, restando al suo fianco per consigliarlo su come orientarsi nel mondo del non visibile. Nel mondo, appunto, dell’ascolto.
L’ascolto nasce dal suono, intendendo per suono qualsiasi cosa che vibrando attraverso un mezzo, crei lo spostamento delle particelle attraverso l’aria. In base a questo assunto, possiamo convenire che anche il rumore è suono. Se, ad esempio, pizzichiamo la corda di una chitarra, generalmente quello che percepiamo è qualcosa di piacevole; mentre se percuotiamo un cumulo di ferraglia la sensazione potrebbe risultare meno gradevole all’udito. Eppure sempre di suono si tratta. Quello che ci interessa in questa sede non è il gusto soggettivo, ma la personalità del suono (che in musica viene definito timbro) o meglio il colore che rende quel suono unico.
Anche la voce è suono e ognuno di noi ha un proprio timbro personale. In questo caso il testo è declamato non per veicolare il contenuto del messaggio, attraverso il solo significato, ma per far apparire la musicalità insita nel verso, rispondendo ai gesti musicali, alle dinamiche, alle timbriche. La voce, così come nel melodramma, deve sempre tenere in considerazione l’andamento della musica. Quest’ultima non deve essere relegata a sottofondo di una qualche sala d’attesa di uno studio dentistico, no: la musica è voce e la voce è musica.
La musica composta per quest’opera la definiremo acusmatica o concreta, non solo per il significato etimologico del termine, ma soprattutto per l’utilizzo del rumore come colonna portante della composizione.
I rumori vengono registrati singolarmente e attraverso un’elaborazione digitale (operata per mezzo di un computer) non sono più riconducibili alla fonte che li ha generati. Così una goccia potrebbe diventare una percussione, il rumore di un cancello che si apre potrebbe diventare una raganella e via di seguito. Il tutto viene composto organizzando i suoni in altezze, in timbri, in gesti, per ricreare quegli appigli visivi che la Poesia visiva del Maestro ci dona e per dar modo a ciascuno di noi, attraverso la musica, di giocare con la propria fantasia, con la libertà di trarne il proprio significato».
– Cristian Maddalena