Il Museo dello sguardo sulla disabilità è un progetto unico a livello internazionale.
È un museo di narrazione, con un patrimonio di tipo immateriale (storie di vita, interviste, racconti) frutto di diversi anni di ricerche etnografiche sul campo.
L'obiettivo del museo è di mostrare la disabilità nella sua dimensione culturale, mettendo in evidenza i diversi sguardi che la de-finiscono.
Il patrimonio narrativo del Museo è disseminato e nascosto nei diversi ambienti che - riprendendo quelli di una casa - caratterizzano la particolare e insolita (a livello museale) location.
Ad ogni ambiente è associato uno specifico argomento/sguardo sulla disabilità:
- il pre-giudizio, all’ingresso;
- il linguaggio e le parole, nel soggiorno;
- i diritti e il concetto di ospitalità, nella sala da pranzo;
- gli ingredienti per una buona narrazione, in cucina;
- un breve excursus storico su i riti di purificazione, in bagno;
- il tema dell'autonomia e dell'adultità mancata dei "ragazzi", nella camera da letto,.
A partire da alcuni comuni oggetti di arredo – un comò, uno specchio, un divano – il visitatore/ospite tramite una chiave di lettura/di casa, è invitato a scoprire racconti, a curiosare e ad aprire cassetti, a interagire con lo staff e a lasciare una testimonianza. E a riflettere sul modo in cui oggi le persone con disabilità, soprattutto quelle con disabilità di tipo intellettivo, vengono ancora de-finite.
A questa lettura critica fa da contraltare l’ambiente pro-positivo del Bistrot di Come un Albero, perché il museo è una delle due facce del progetto più ampio Museo Bistrot, promosso dall’Associazione “Come un Albero”. Condividendo la stessa location (all’ora di pranzo il Museo chiude mentre apre il Bistrot) il visitatore, durante il percorso museale, ha infatti modo di osservare e interagire con lo staff della cucina e della sala, di conoscere meglio il progetto di inserimento lavorativo che coinvolge anche cinque persone con disabilità intellettiva, di capire del perché di alcune scelte progettuali, nel tentativo di costruire – tutti assieme, nessuno escluso – un modello di inclusione sociale.
Le ricerche etnografiche sono state svolte da Stefano Onnis e Francesca Pistone, dottori di ricerca del Dipartimento di Etnoantropologia dell'Università "Sapienza", Roma.
Nel 2014 il progetto è nato come progetto pilota con la denominazione “Casa Museo dello sguardo sulla disabilità”, con annesso angolo bar.
Nel 2016 il Museo è stato riconosciuto come "Buona Pratica" dalla Regione Lazio.
Nel 2018 ha ottenuto l’accreditamento come Museo di interesse locale presso l’O.M.R. (Organizzazione Museale Regionale).
Nel 2019, a seguito di un’importante ristrutturazione degli spazi, è stato definito il concept Museo Bistrot.