La storia del Centro di Documentazione inizia nel 1989 con la costituzione di un Gruppo Archeologico L'associazione si impegna, collaborando con la Soprintendenza, in una ricerca archeologica di superficie nella bassa pianura tra Sile e Piave, indagine che produce, nel giro di pochi anni, un complesso di informazioni che gettano una luce totalmente nuova sulla antichità di questo territorio, dalle
fasi più antiche del suo popolamento (Mesolitico) alla organizzazione insediativa, produttiva e viaria di età romana. Nel 1991 viene pubblicata una prima mappa archeologica che colloca nei territori di Meolo, Musile, Roncade, Monastier, decine di siti archeologici. In sei di questi siti vengono individuate e indagate altrettante strutture di età romana, tra le quali due ponti sulla via Annia (a Marteggia e a Millepertiche) e la ipotizzata area sacra, dalla quale proviene il disco in lamina di bronzo lavorata a bulino e a sbalzo, con una raffigurazione di Reitia, divinità dei Veneti antichi. I reperti più significativi vengono raccolti in una esposizione permanente, e l’ insieme della documentazione è ripresa ed elaborata criticamente in una alcune tesi di laurea. Da questa ricerca, con la collaborazione del Comune, della provincia di Venezia e della Regione, nascono due progetti di Mostra permanente: l'esposizione dei materiali dell'edilizia storica che ripropone i materiali da costruzione provenienti dagli scavi accennati, e "Il percorso della memoria" incentrato sul tracciato dell'Annia tra Sile e Piave. Dal 1998 l'associazione ha iniziato una ricerca di storia orale e fotografia, che riprende anche i precedenti temi del rapporto tra archeologia, uomini e territorio, ricerca condotta con la registrazione audio-video di interviste a testimoni delle grandi trasformazioni sociali ed economiche del Novecento. Questa ricerca ha prodotto, ad oggi, circa 200 ore di registrazione, la digitalizzazione di alcune migliaia di foto, e alcuni cortometraggi. Il centro di documentazione, oltre a produrre mostre ed altri eventi pubblici sui temi delle proprie ricerche, ha collaborato a pubblicazioni, riviste, mostre, documentari televisivi, ricerche di studiosi e studenti. Parte importante in tutto questo percorso ha avuto il rapporto con la scuola locale, con la quale si sono costruiti percorsi didattici e corsi di aggiornamento per insegnanti. Recentemente abbiamo iniziato la pubblicazione periodica di un “libro da strada”, cioè la collocazione nel territorio comunale di una rete di totem con i quali segnalare quelle che riteniamo presenze significative (o perdite su cui meditare) del locale patrimonio culturale e ambientale. Oggi nella nuova sede di Meolo, il Centro è impegnato a costruire un luogo di incontro e di scambio culturale ed umano condiviso dai cittadini; luogo che abbiamo definito come un "museo", fatto non solo di oggetti, ma anche di idee, di questioni, che guarda ai mutamenti in atto, e cerca di rappresentare la molteplicità delle memorie presenti nella nostra società.