“Maddalena penitente e otto storie della sua vita” di Maestro della Maddalena, 1280-1284
“Maddalena penitente e otto storie della sua vita” di Maestro della Maddalena, 1280-1284, tempera su tavola, 90x178 cm Non è nota la provenienza della tavola, trasferita nella Galleria dell’Accademia in seguito alle soppressioni napoleoniche del 1810. Attribuita a un proficuo maestro fiorentino attivo tra il 1265 e il 1290, l’opera presenta al centro la solenne figura di Maria Maddalena, con il corpo totalmente avvolto dai lunghi capelli sciolti. Il cartiglio nella mano sinistra invita a espiare i peccati. mentre nelle otto storie collegate alla santa si ammira il tentativo del pittore di affrancarsi all’anti-naturalismo della pittura bizantina.
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"St. Mary Magdalene penitent and eight stories of her life" by Maestro della Maddalena, 1280-1284, tempera on wood panel, 90x178 cm The origin of the panel is not known, it was moved to the Galleria dell'Accademia after the napoleonic suppressions in 1810. Attributed to the successful florentine master, active between 1265 and 1290, the artwork presents in its middle the solemn figure of Mary Magdalene, with her body completely wrapped by her loose long hair. The cartouche inside her left hand invites to expiate the sins, while in the eight stories linked to the Saint we admire the attempt of the painter to free himself from the bizantine painting's anti-naturalism.
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Spinetta Ovale
“Spinetta ovale” di Bartolomeo Cristofori, 1690, legno di palissandro e cipresso. La preziosa spinetta ovale conservata nella Galleria dell’Accademia proviene dalla collezione dell’antiquario fiorentino Stefano Bardini. Fu realizzata da Bartolomeo Cristofori, ricordato come l’inventore del fortepiano, antesignano del pianoforte. Essa risale al 1690 e fu commissionata da Ferdinando de’ Medici, nel periodo in cui Cristofori si trovava a Firenze come “strumentaio”, ovvero l’addetto alla manutenzione e alla costruzione degli strumenti musicali del granduca.
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"Oval Spinetta" by Bartolomeno Cristofori, 1690, rosewood and cypress wood. The precious oval spinetta, kept in the Galleria dell'Accademia, originates from the collection of the florentine antiquarian Stefano Bardini. It was realized by Bartolomeo Cristofori, remembered as the inventor of the fortepiano, forerunner of the pianoforte. It dates back to 1690 and was commissioned by Ferdinando de' Medici, during the period Cristofori was in Florence as a "strumentaio", the responsible of the maintenance and construction of the Granduke's musical instrument.
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“Madonna della cintola e santi” di Andrea di Giusto Manzini, 1437, tempera su tavola, 220x210 cm Il fiorentino Andrea di Giusto, attivo dagli anni Venti del Quattrocento prima come garzone nella bottega di Bicci di Lorenzo e quindi come collaboratore di Masaccio per il polittico dei Carmelitani di Pisa, eseguì l’opera sotto l’influenza dei grandi nomi di allora: Beato Angelico, Paolo Uccello e Gentile da Fabriano. Secondo la tradizione, prima dell’assunzione in cielo Maria consegnò la sua cintura a San Tommaso, che è raffigurato genuflesso di fronte ai lei. Ai lati della Madonna si osservano invece Santa Caterina d’Alessandria e San Francesco d’Assisi.
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"Madonna della cintola e santi" by Andrea di Giusto Manzini, 1437, tempera on wood panel, 220x210 cm The Florentine Andrea di Giusto, active since the twenties of the fifteenth century, first as an apprentice in the workshop of Bicci di Lorenzo, and then as Masaccio's collaborator for the polyptych of the Carmelite in Pisa, executed the artwork under the influence of the great artists of that period: Beato Angelico, Paolo Uccello, and Gentile da Fabriano. According to the tradition, before the assumption into heaven, Mary gave her belt to Saint Thomas, who is represented kneeling in front of her. On the side of the Madonna, we can see Saint Catherine and Saint Francis of Assisi.
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“La Collezione di strumenti musicali del Conservatorio “Luigi Cherubini”
“La Collezione di strumenti musicali del Conservatorio “Luigi Cherubini” Oltre ai capolavori pittorici e scultorei che abbracciano varie epoche, la Galleria dell’Accademia custodisce anche la preziosa collezione di strumenti musicali del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, con circa cinquanta pezzi unici provenienti dalle collezioni private dei granduchi di Toscana, raccolti tra la seconda metà del Seicento e la prima metà dell’Ottocento. Accanto a strumenti unici, realizzati da celebri costruttori del passato come Antonio Stradivari, si possono ammirare oggetti curiosi che stimolano la fantasia di grandi e bambini.
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"The Musical Instruments Collection of the Conservatory "Luigi Cherubini" Besides the pictorial and sculptural masterpieces, which embrace various eras, the Galleria dell'Accademia keeps also the precious collection of musical instruments of the conservatory "Luigi Cherubini" in Florence, with about fifty unique pieces coming from private collections of the grand dukes of Tuscany, collected between the second half of the 17th century, and the first half of the 19th century. Next to unique instruments, realized by famous manufacturers of the past, like Antonio Stradivari, we can see curious objects, which stimulate the imagination of adults and children.
#gafirenze #museitaliani #galleriaaccademiafirenze #MiC #strumentiantichi #musica #musicisti #storiadellamusica #museo #openart #david #iovadoalmuseo #arte #artist #rinascimento #museum #italy
Il Violino Stradivari
“Violino Stradivari”, 1716, legno di abete rosso e acero Lo strumento fa parte della preziosa collezione del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, formato da circa cinquanta pezzi provenienti dalle raccolte granducali conservati nella Galleria dell’Accademia. Molti strumenti realizzati dal più famoso liutaio cremonese, attivo tra la seconda metà del Seicento e la prima metà del Settecento, sono ancora esistenti e custoditi nei più importanti musei musicali del mondo. Tra i più grandi estimatori dei violini di Stradivari si ricorda Niccolò Paganini.
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"Violin Stradivari", 1716, spruce and maple wood The instrument is part of the precious collection of the Conservatory "Luigi Cherubini" in Florence, consisting of more or less fifty pieces coming from the grand-ducal collection kept in the Galleria dell'Accademia. Many of the instruments realized by the most famous luthier from Cremona, who worked between the second half of the seventeenth century, and the first half of the eighteenth century, still exist and kept in the most important musical museums in the world. Among the gratest admirers of Stadivari's violins, we can mention Niccolò Paganini.
#gafirenze #tips #curiosita #strumentiantichi #stradivari
David: 140 anni in ottima forma
Il nostro David sfoggia un fisico invidiabile, con addominali a tartaruga perfetti, nonostante la sua veneranda età. Ricordiamoci che stiamo ammirando il fisico di un signore di 518 anni, che per fortuna da 140 anni è stato posto al sicuro qui in Galleria in uno spazio, la Tribuna, appositamente concepito dall'architetto Emilio de Fabris. Certo, il nostro immutato campione di bellezza deve ringraziare per il suo aspetto meraviglioso anche i suoi estetisti privati, i restauratori della Galleria che con i loro attenti interventi mensili di pulitura rimuovono accuratamente la polvere che si posa sulla superficie marmorea della scultura. Se siete curiosi di scoprire il training giornaliero che David esegue con i Prigioni come personal trainers, il video animato di Paolo Fiumi, fa al caso vostro.
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Our David shows an enviable body, with perfect turtle shell abs despite his venerable age. Let us remember that we are admiring the physique of a 518-year-old gentleman, who fortunately was placed safely here at the Galleria 140 years ago in a space, the Tribuna, specially conceived by the architect Emilio de Fabris.
Of course, our unchanged beauty champion must also thank his private beauticians, the Galleria restorers, for his wonderful look: with their careful monthly cleaning interventions, they meticulously remove the dust that settles on the marble surface of the sculpture. If you are curious to discover the David’s daily training sessions with the Prisoners as personal trainers, watch the animated video by Paolo Fiumi.
“Ritratto di Baldassarre di Angelo”
“Ritratto di Baldassarre di Angelo” di Pietro Perugino, 1500 ca., olio su tavola, 27,5x26,8 cm. La piccola tavola, capolavoro di ritrattistica rinascimentale dedicato a un monaco vallombrosiano, faceva parte della predella della pala con l’Assunzione della Vergine eseguita tra il 1497 e il 1500 da Pietro Vannucci, detto Perugino, che si trovava sull’altare maggiore dell’abbazia di Santa Maria Assunta di Vallombrosa. Dopo la soppressione napoleonica del monastero fu trasferita in Francia ed entrò nella collezione della Galleria dell’Accademia al suo rientro nel 1817.
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"Portrait of Don Baldassarre di Angelo" by Pietro Perugino, about 1500, oil on panel, 27,5 x 26,8 cm. The small panel, a masterpiece of Renaissence portraiture dedicated to a vallombrosian monk, was part of the predella of the altarpiece with the Assumption of the Virgin, executed between 1497 and 1500 by Pietro Vannucci called Perugino and which was originally on the main altar in the Abbey of Santa Maria Assunta at Vallombrosa. After the napoleonic suppression of the convent, it was moved to France, and upon its return to Italy in 1817, it was placed in the Accademia Gallery.
#gafirenze #goals #winner #museitaliani #galleriaaccademiafirenze #MiC #michelangelo #museo #openart #david #iovadoalmuseo #arte #artist #rinascimento #museum #italy #sculpture
Vita di Michelangelo - Morte
Le parole in video appartengono al grandissimo poeta Ludovico Ariosto e possono essere lette all’interno del trentatreesimo canto dell’Orlando furioso, opera capitale della letteratura italiana. Ci sembrava giusto partire da qui - da un sublime elogio del nostro scultore prediletto - per salutare la rubrica #VitadiMichelangelo, dedicata oggi al momento fatidico: la morte di Michelangelo.
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E infatti, pur dolorosissima, arriva l’ultima ora di quest’anima tormentata, vessata dalla malattia, indebolita dalla solitudine. Già da molti anni Michelangelo pensa alla morte come a qualcosa che si avvicina, sempre di più, e non manca di raccontarlo nelle numerose lettere che invia ad amici e familiari. Eppure, con una forza davvero sovrumana, lo scultore di Caprese non rinuncia alla propria arte e continua a lavorare - basti pensare che il 12 febbraio del 1564 passò tutta la giornata in piedi, di fronte a quella che resterà l’incompiuta Pietà Rondanini. Due giorni dopo, però, Michelangelo viene preso dalla febbre e come se conoscesse il destino che lo attende inizia a riunire intorno a sé i medici e le persone a lui più care. Orgoglioso fino alla fine, accetta di mettersi a letto appena due giorni prima della morte, avvenuta nella sua casa romana. E così, in un venerdì di febbraio verso l’ora del tramonto, ci salutò per sempre uno degli artisti più straordinari che il mondo abbia mai conosciuto. Infine, come da suo desiderio, Michelangelo Buonarroti fu trasportato a Firenze sepolto in Santa Croce, dopo le solenni esequie.
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Siamo giunti alla fine di questo bellissimo viaggio, e della straordinaria vita di Michelangelo. La storia della Galleria, però, prosegue - restate con noi!
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The words in the video belong to the great poet Ludovico Ariosto and can be read in the thirty-third canto of the Orlando Furioso, a masterpiece of Italian literature. It only seemed right to start from here - from a sublime eulogy of our favorite sculptor - to bid farew
ABC della Galleria - Eremitismo
Ben ritrovati con la nostra rubrica dedicata alle parole! Per questo nuovo appuntamento con l’#ABCdellaGalleria abbiamo scelto un termine davvero affascinante, perfetto per accompagnare l’opera della settimana - la Tebaide di Paolo Uccello: eremitismo.
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E infatti, forse non tutti sanno che la Tebaide è anche detta “Episodi di vita eremitica”, con un esplicito riferimento a quella condizione di solitudine che ha portato l’autore portoghese Fernando Pessoa ad affermare che “nascere libero è la maggior grandezza dell’uomo, fatto che rende l’eremita superiore ai re e anche agli dèi, che bastano a se stessi per la forza, ma non per il disprezzo della forza”.
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Dunque, l’eremita è colui che nella solitudine volontaria trova forza e libertà, rinunciando alle passioni e ai piaceri mondani - una figura straordinaria, che affonda le proprie radici nella religione. Infatti, l’importanza dell’eremitismo come percorso per avvicinarsi a Dio è sentita non solo dal cristianesimo, ma anche da altri culti molto distanti tra loro, quali il buddismo, l’induismo e il sufismo. Eppure, non dobbiamo pensare che gli eremiti esistano soltanto in relazione al mondo religioso, né che appartengano a un passato lontano nel tempo e nello spazio. In Italia, ad esempio, vivono ancora oggi circa duecento eremiti, alcuni su qualche sperduta montagna, altri nel loro appartamento in città - dove grazie alla meditazione è pur possibile sposare la solitudine.
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Abitando la religione e l’arte, passando per i tarocchi e l’alchimia, l’eremitismo è una realtà che da sempre seduce il nostro immaginario - tanto che persino nella saga culto Star Wars uno dei personaggi più famosi ci viene presentato come un celebre eremita: ci riferiamo nientemeno che a Obi-Wan Kenobi, il mentore di Luke Skywalker.
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Welcome back to our column dedicated to words! For this new appointment with the #ABCoftheGallery we've chosen a truly fascinating term, in perfect combination
Radio - Podcast - Leonardo da Vinci
Con Radio Accademia i capolavori della Galleria si raccontano in una serie di podcast grazie a un progetto frutto della collaborazione fra il nostro museo e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Il progetto è stato realizzato da un gruppo di allievi del corso “Didattica per il Museo” dell’Accademia, con il coordinamento della professoressa Federica Chezzi.
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Tutti i podcast di #RadioAccademia potete trovarli all’interno di Accademia Online, il palinsesto digitale di Galleria dell’Accademia di Firenze, con una programmazione ricca di curiosità e fascino che consentirà ai visitatori di approfondire opere e tematiche, rivivendo on line la bellezza dei capolavori in esposizione.
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Thanks to Radio Accademia the Galleria’s masterpieces are narrated in a series of podcasts thanks to the collaboration between our museum and the Academy of Fine Arts in Florence. The project was carried out by a group of students from the Academy’s “Didactics for the Museum” course, under the coordination of Professor Federica Chezzi.
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You can find all the podcasts of #RadioAccademia within Accademia Online, the digital schedule of Galleria dell’Accademia di Firenze. A program full of curiosity and charm that will allow visitors to explore works and themes, reliving online the beauty of the masterpieces on display.
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#galleriaaccademiafirenze #podcast #radio #museitaliani #MiC
Vita di Michelangelo
Così, con le parole in video, Michelangelo in persona si rivolgeva al grande amico Giorgio Vasari, in una lettera risalente al 22 giugno del 1555 - parole che ci riportano immediatamente al nuovo capitolo della #VitadiMichelangelo: quello dedicato alle ultime opere e agli ultimi anni dello scultore.
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E se qualche settimana fa abbiamo lasciato il nostro Michelangelo in preda a un tormento che non conosce cura, con l’avvicinarsi dell’ora fatidica quest’inquietudine diventa ancora e sempre più forte. Il genio di Caprese, che a Roma abita a Macel de’ Corvi (sopra il Foro Traiano), nella vecchiaia sperimenta una solitudine senza precedenti - eppure, proprio in quella solitudine si sforza di trovare conforto, relegando il lavoro alle ore notturne, quando il resto del mondo dorme. Oltre alle fatiche architettoniche, è questo il periodo delle straordinarie Pietà - la Pietà Bandini e la Pietà Rondanini, alla quale Michelangelo lavorò fino alla fine dei suoi giorni. Ambedue, neanche a dirlo, costituiscono ancora oggi esempi inarrivabili del non finito michelangiolesco. Poi, inaspettatamente, un’altra consolazione si mostra all’orizzonte: nel 1556, infatti, Michelangelo giunge a Spoleto e lì, in mezzo ai boschi di querce e di olivi, riscopre finalmente il potere lenitivo della natura, ma per poco. Dopo sole cinque settimane, lo scultore è costretto a tornare a Roma. Gli restano ormai soltanto la Fede - in se stesso e nel Signore - e i pochi affetti che continuerà a volere accanto.
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Il nostro viaggio sta per volgere al termine… ci vediamo tra qualche settimana per l’ultimo episodio!
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With the words you see on video, Michelangelo himself wrote to his great friend Giorgio Vasari, in a letter dated June 22, 1555 - words that immediately take us to the new chapter of #Michelangeloslife: dedicated to his last works and years.
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We left our Michelangelo a few weeks ago in the grip of an incurable torment, and with the approach of his final hours,
Vita da artista - Pontormo
Nel nostro immaginario, alla parola “celebrità” è spesso associata l’idea di una vita perfetta, priva di ombre e di difficoltà. Eppure, la storia ci insegna che non sempre è così. Marilyn Monroe, ad esempio, prima di diventare l’icona pop che tutti conosciamo è stata abbandonata dalla madre, ed è cresciuta passando da un orfanotrofio all’altro - esperienza che l’ha segnata profondamente e che ha determinato (in negativo) il resto della sua vita.
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Così, anche il protagonista del nuovo appuntamento con la rubrica #Vitadartista ha subito una sorte simile, riuscendo a riscattarsi solo grazie all’aiuto di uno dei suoi familiari: stiamo parlando di Jacopo Carucci, meglio conosciuto come Pontormo.
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Jacopo Carucci, infatti, nasce a Pontorme il 24 maggio del 1494 e all’età di soli dieci anni rimane orfano. Affidato alla Porta dei Pupilli (la magistratura fiorentina che si occupava dei beni degli orfani), egli viene accolto da Brigida, la nonna materna, che prima gli fa dare istruzione, e poi lo manda a Firenze. Lì, Pontormo non solo entra in contatto con Leonardo da Vinci, ma frequenta anche le botteghe più famose dell’epoca - tra cui quella di Andrea del Sarto, dove realizza le prime opere. I giudizi dei contemporanei sono più che entusiastici: Giorgio Vasari lo definisce assai promettente, e persino Michelangelo ne riconosce il talento, prospettando per lui una brillante carriera. Spinto dalle lodi, Pontormo trova il coraggio di andare oltre i suoi modelli - Andrea del Sarto e Michelangelo su tutti -, alla ricerca di uno stile più moderno e personale. Rispetto alla tradizione artistica, il pittore toscano realizza scene più affollate e tridimensionali, sperimenta con i colori e usa tinte più accese, più brillanti. Non a caso, Pontormo inizia a ricevere commissioni importantissime da parte dei Medici, e neppure l’ondata di peste sopraggiunta a cavallo tra 1522 e 1523 riesce a interrompere la sua ascesa. Gli ultimi dieci anni della
Riapertura Sala del Colosso
Una breve clip che svela... la Sala del Colosso! Vi ricordiamo che dall'8 febbraio la Sala, completamente rinnovata, è riaperta al pubblico.
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A short clip revealing... the Sala del Colosso! We would like to remind you that as of February 8, 2022, the completely renovated Sala is reopened to the public.
#galleriaaccademiafirenze #saladelcolosso #riapertura #video #museitaliani #MiC
Storia - Incoronazione della Vergine - Dal Ponte
Nella serie di video chiamata “Storie”, due attori raccontano le storie che si nascondono dietro alcune opere fondamentali.
12 interpretazioni, a volte in forma di monologo, altre di dialogo, che rendono i capolavori della Galleria dell’Accademia di Firenze ancora più vividi e appassionanti. Un progetto creato dallo studio creativo @mybosswas
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In questo episodio Riccardo Bono e Chiara Ciofini ci raccontano la storia dietro al famoso Polittico dell'incoronazione della Vergine e santi di Giovanni dal Ponte.
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Trovate questo video e gli altri della serie all’interno di Accademia Online, il palinsesto digitale di Galleria dell’Accademia di Firenze, con una programmazione ricca di curiosità e fascino che consentirà ai visitatori di approfondire opere e tematiche, rivivendo on line la bellezza dei capolavori in esposizione.
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Benvenuta #Accademiaonline, benvenuto #futuro!
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In our video series called “Stories”, two actors tell the stories behind some fundamental works of art.
12 interpretations, sometimes in the form of a monologue, others in dialogue, which make the masterpieces of Galleria dell’Accademia di Firenze even more vivid and exciting.A project created by the creative studio @mybosswas.
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In this episode Riccardo Bono and Chiara Ciofini tell us the stories behind the famous Polittico dell'incoronazione della Vergine e santi by Giovanni dal Ponte
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You can find this video and the others in the series within Accademia Online, the digital schedule of Galleria dell’Accademia di Firenze. A program full of curiosity and charm that will allow visitors to explore works and themes, reliving online the beauty of the masterpieces on display.
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Welcome #Accademiaonline, welcome #future!
Riccardo Bono Chiara Ciofini
#galleriaaccademiafirenze #storie #pittura #giovannidalponte #polittico #incoronazione #museitaliani #MiC
ABC della Galleria - Atlante
Nuovo appuntamento con la rubrica #ABCdellaGalleria, nuova parola! Oggi ci dedichiamo a un termine interessantissimo, che porta con sé numerosi significati e ben si sposa con l’opera della settimana - l’Atlante di Michelangelo: stiamo parlando, per l’appunto, della parola Atlante.
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“La grandezza di un uomo risiede per noi nel fatto che egli porta il suo destino come Atlante portava sulle spalle la volta celeste”, scriveva il grandissimo Milan Kundera ne L’insostenibile leggerezza dell’essere, uno dei suoi romanzi più famosi e pietra miliare della letteratura internazionale. Così, anche lo scrittore ceco ha contribuito a dimostrarci quanto lontano sia arrivata la mitologia classica, e quanto ancora influenzi il nostro immaginario.
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La figura di Atlante, infatti, nasce nel mito greco: il poeta Esiodo ci racconta come Atlante venne condannato da Zeus a reggere sulle spalle l’intera volta celeste, poiché nel corso della Titanomachia (la guerra tra i Titani e gli dei dell’Olimpo) si era schierato con Crono e i Titani. Ed è curioso pensare che in anatomia la prima vertebra cervicale della colonna vertebrale è detta atlante, proprio perché sostiene la testa come l’Atlante del mito sorreggeva la sfera celeste. Ma c’è di più! Vi siete mai chiesti perché alcune raccolte di carte geografiche sono dette atlanti? La risposta è molto semplice: perché nel 1595 il cartografo fiammingo Gerhard Kremer rappresentò sul frontespizio della sua raccolta il gigante Atlante, e ne usò il nome come titolo.
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Insomma, dalla medicina alla cartografia, passando per la letteratura e le arti visive, Atlante e la sua sfera hanno continuato a viaggiare nei secoli per arrivare fino a noi - tanto che, nel 2007, lo scrittore statunitense Rick Riordan ha deciso di rendere il possente gigante l’antagonista principale del suo libro “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo: la maledizione del Titano”.
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A new appointment with the #ABCoftheGallery column, a
Sala del Colosso - Metamorfosi
La Galleria dell’Accademia di Firenze riapre al pubblico martedì 8 febbraio la sala del Colosso che è stata oggetto, a partire dall’ottobre 2020, di imponenti interventi di restauro architettonico-strutturale, di climatizzazione e di un restyling completo dell’allestimento, con un nuovo impianto di illuminazione, di ultima generazione, studiato per esaltare le opere esposte insieme al particolarissimo colore blu scelto per le pareti.
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La sala del Colosso è il primo grande ambiente che si incontra nel percorso espositivo del museo, caratterizzata, al centro, dall’imponente bozzetto in terra cruda del Ratto delle Sabine, capolavoro del Giambologna, e ospita la collezione della pittura fiorentina del Quattrocento e del primo Cinquecento.
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In questo video vi mostriamo una preview della "metamorfosi" della sala!
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The Galleria dell'Accademia di Firenze reopens the Sala del Colosso to the public on Tuesday 8 February. Since October 2020, this room has undergone massive architectural-structural restoration treatments, the addition of an air-conditioning system and a complete overhaul of the gallery installation, including a new, state-of-the-art lighting system designed to enhance - together with the very special blue colour chosen for the walls - the works on display.
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The Sala del Colosso is the first large room you walk into in the museum's exhibition itinerary. The central portion of the space is characterized by the imposing plaster and raw earth model of the Rape of the Sabines, a masterpiece by Giambologna.
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In this video we show you a preview of the "metamorphosis" of the Sala!
Davis & Co.
#galleriaaccademiafirenze #salacolosso #rattosabina #giambologna #restyling #metamorfosi #illuminazione #bluaccademia #preview #museitaliani #MiC
Radio - Podcast - Prigioni
Con Radio Accademia i capolavori della Galleria si raccontano in una serie di podcast grazie a un progetto frutto della collaborazione fra il nostro museo e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Il progetto è stato realizzato da un gruppo di allievi del corso “Didattica per il Museo” dell’Accademia, con il coordinamento della professoressa Federica Chezzi.
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Tutti i podcast di #RadioAccademia potete trovarli all’interno di Accademia Online, il palinsesto digitale di Galleria dell’Accademia di Firenze, con una programmazione ricca di curiosità e fascino che consentirà ai visitatori di approfondire opere e tematiche, rivivendo on line la bellezza dei capolavori in esposizione.
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#galleriaaccademiafirenze #radio #podcast #michelangelo #prigioni #museitaliani #MiC
Vita di Michelangelo - Architetto a Roma
Nel 1557, questo scriveva Michelangelo in persona al nipote Lionardo, riferendosi a un importante incarico che ci riporta al nuovo capitolo della #VitadiMichelangelo - un periodo di grandi cambiamenti nonostante l’età piuttosto avanzata del nostro genio: l’epoca delle opere architettoniche a Roma.
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Dopo aver completato lo straordinario Giudizio Universale, infatti, Michelangelo desidera invano di tornare a Firenze, per poter riposare accanto alle spoglie del padre. Nel 1547, egli viene nominato da Papa Paolo III prefetto e architetto di San Pietro - incarico che, come abbiamo visto nella citazione da cui siamo partiti, lo scultore di Caprese accoglie come una vera e propria missione divina. Così, senza pretendere alcun compenso in cambio, Michelangelo inizia a lavorare a numerosi progetti e, come sempre nella sua vita, è costretto a scontrarsi con molte, faticose avversità. A un certo punto si forma contro di lui persino una coalizione, capitanata dal rivale Nanni di Baccio Bigio, che tenta inutilmente di spodestare Michelangelo ed è costretto, infine, a battere lui stesso in ritirata. Gli ambiziosi progetti architettonici di Michelangelo, poi, sono destinati a rimanere incompiuti, com’è prevedibile. Scomparsa la cara Vittoria Colonna, deceduti i più grandi amici e i parenti più prossimi, Michelangelo ripiomba nella solitudine più profonda, rischiarata soltanto da Francesca e Lionardo, figli dell’amato fratello Buonarroto. Saranno loro a fornire al geniale scultore un’estrema ragione di vita, oscurata di tanto in tanto dalla consapevolezza, da parte di Michelangelo, che dietro all’affetto dei nipoti si celò sempre un sincero interesse per il suo patrimonio.
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Siamo ormai vicini alla fine di questo bellissimo viaggio, ma c’è ancora un capitolo che ci aspetta - ve ne parliamo tra qualche settimana!
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This is what Michelangelo wrote to his nephew Lionardo in 1557, referring to an important assignment that brings us to the new chapter of
Storie - Trittico dell'Annunciazione di Lorenzo Monaco
Nella serie di video chiamata “Storie”, due attori raccontano le storie che si nascondono dietro alcune opere fondamentali.
12 interpretazioni, a volte in forma di monologo, altre di dialogo, che rendono i capolavori della Galleria dell’Accademia di Firenze ancora più vividi e appassionanti. Un progetto creato dallo studio creativo Mybosswas
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In questo episodio Chiara Ciofini ci fa scoprire la storia dietro il famoso Trittico dell'Annunciazione di Lorenzo Monaco.
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In this episode Chiara Ciofini tells us the stories behind the famous Trittico dell'Annunciazione by Lorenzo Monaco
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Welcome #Accademiaonline, welcome #future!
Chiara Ciofini
#galleriaaccademiafirenze #storie #lorenzomonaco #pittura #trittico #museitaliani #MiC
Vita da Artista - Lorenzo Bartolini
Come ognuno di noi ben sa, spesso la strada per il successo è tutt’altro che in discesa. Basti pensare che persino Albert Einstein, genio della teoria della relatività e vincitore del premio Nobel, ebbe a scuola non pochi problemi, legati sia a una difficile forma di dislessia, sia a un’irriverente intolleranza nei confronti delle regole e dei professori. Per lui, a fare la differenza sono poi stati l’impegno, la dedizione e la forza di volontà - fattori supportati, ovviamente, da una mente a dir poco straordinaria.
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Ma anche il protagonista del nuovo appuntamento con la rubrica #Vitadartista è riuscito molti anni fa a volgere a suo favore delle circostanze non proprio rosee, divenendo un artista amato ancora oggi in tutto il mondo: ci riferiamo al grande scultore Lorenzo Bartolini.
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Lorenzo Bartolini nasce infatti il 7 Gennaio del 1777 a Savignano di Prato in una famiglia di umilissime origini e, proprio come Einstein, si scontra fin da piccolo con il mondo dell’istruzione: si racconta addirittura che alla “veneranda” età di sette anni fu espulso dalla scuola del paese, poiché aveva lanciato un calamaio di piombo verso uno dei suoi maestri - ma questo, come si suol dire, è solo l’inizio. Nel corso di pochissimi anni, Lorenzo Bartolini vede fallire sia il suo percorso di studi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, sia gli apprendistati che tenta di compiere in varie botteghe disseminate sul territorio toscano - finché, arruolatosi nell’esercito francese, arriva senza un soldo a Parigi. Lì, finalmente, ha modo di terminare la propria formazione e di inaugurare un periodo di grande successo, anche grazie alla benevolenza di Napoleone Bonaparte in persona e della Sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi. Eppure, il rientro in Italia riserva a Lorenzo Bartolini gioie e dolori: da una parte, infatti, lo scultore consolida la sua posizione di artista e docente; dall’altra, invece, diviene vittima di una spiacevole emarginazione, a c
I Giorni del Restauro
In questa puntata di Voci dalla Galleria,Eleonora Pucci - funzionario restauratore del museo - presenta le attività di restauro che hanno coinvolto la Galleria dell’Accademia di Firenze durante i lavori di ristrutturazione delle sale.
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#VocidallaGalleria è la serie di video coi quali vi raccontiamo la Galleria dell’Accademia di Firenze attraverso le voci di chi se ne prende cura ogni giorno.
Un progetto realizzato dallo studio creativo Mybosswas.
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Trovate questo video e gli altri della serie all’interno di Accademia Online, il palinsesto digitale di Galleria dell’Accademia di Firenze, con una programmazione ricca di curiosità e fascino che consentirà ai visitatori di approfondire opere e tematiche, rivivendo on line la bellezza dei capolavori in esposizione.
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Benvenuta #Accademiaonline, benvenuto #futuro!
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In this episode of Voices from the Galleria, Eleonora Pucci - museum restorer - presents the restoration activities that involved the Galleria dellAccademia in Florence during the renovation of the rooms.
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#VoicesfromtheGalleria is the series of videos with which we tell you about the Galleria dell’Accademia in Florence through the voices of those who take care of it every day. A project created by the creative studio Mybosswas.
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You can find this video and the others in the series within Accademia Online, the digital schedule of Galleria dell’Accademia di Firenze. A program full of curiosity and charm that will allow visitors to explore works and themes, reliving online the beauty of the masterpieces on display.
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#galleriaaccademiafirenze #restauri #opere #museitaliani #MiC
ABC della Galleria - Barba
Ben ritrovati per il nuovo appuntamento con la rubrica #ABCdellaGalleria! Oggi ci dedichiamo a una parola davvero curiosa, che ha molto a che a fare con l’opera della settimana - lo Schiavo barbuto di Michelangelo: barba.
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“Chi ha la barba è più che un giovane, e chi non ha la barba è meno che un uomo”, scriveva William Shakespeare in Molto rumore per nulla, una delle sue commedie più brillanti e famose. E così, anche lo straordinario drammaturgo e poeta inglese ha contribuito a testimoniare quanto nella nostra cultura la barba sia associata da sempre a un’idea ben precisa di virilità.
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In quanto prerogativa del maschio adulto, infatti, la barba è vero simbolo di potere fin dal mondo antico. Gli assiri portavano barbe lunghissime e molto curate; gli egizi avevano l’obbligo religioso e igienico di radersi, ma i faraoni utilizzavano barbe finte (comprese le donne); a Sparta, poi, coloro che si erano dimostrati codardi venivano costretti a radersi metà del viso, dimezzando in questo modo anche la propria virilità. Fu Alessandro Magno il primo a diffondere l’abitudine del volto glabro e a rompere, così, una tradizione che non è mai scomparsa del tutto, ma che è anzi ritornata di secolo in secolo, fino ai tempi più recenti. L’arte, dal canto suo, ha continuato a seguire l’andamento del mondo, prediligendo soggetti barbuti, oppure rasati, a seconda dell’epoca e della moda del momento.
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Oggi, per quanto alcune professioni impongano la necessità di un viso pulito, la barba è ancora un connotato largamente diffuso, un vero e proprio elemento di espressione esteriore. Di conseguenza, sempre più spesso la rasatura assume un significato simbolico - un po’ come ne La grande rasatura, il potente cortometraggio scritto e diretto da Martin Scorsese in cui un un giovane uomo si rade la barba fino a tagliarsi la gola.
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Welcome back for the new appointment with the #ABCoftheGallery column! Today we’re focusing on a really curious word
Storie - Santo Stefano tra i santi Jacopo e Pietro
Nella serie di video chiamata “Storie”, due attori raccontano le storie che si nascondono dietro alcune opere fondamentali.
12 interpretazioni, a volte in forma di monologo, altre di dialogo, che rendono i capolavori della Galleria dell’Accademia di Firenze ancora più vividi e appassionanti. Un progetto creato dallo studio creativo Mybosswas
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In questo episodio Riccardo Bono ci fa scoprire la storia dietro il dipinto di Domenico Ghirlandaio, Santo Stefano tra i santi Jacopo e Pietro.
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In our video series called “Stories”, two actors tell the stories behind some fundamental works of art.
12 interpretations, sometimes in the form of a monologue, others in dialogue, which make the masterpieces of Galleria dell’Accademia di Firenze even more vivid and exciting.A project created by the creative studio Mybosswas.
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In this episode Riccardo Bono tells us the stories behind the painting Santo Stefano tra i santi Jacopo e Pietro by Domenico Ghirlandaio.
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You can find this video and the others in the series within Accademia Online, the digital schedule of Galleria dell’Accademia di Firenze. A program full of curiosity and charm that will allow visitors to explore works and themes, reliving online the beauty of the masterpieces on display.
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Riccardo Bono
#galleriaaccademiafirenze #collezioni #arte #pittura #ghirlandaio #rinascimento #storie #video #museitaliani #MiC
Vita di Michelangelo - Trasferimento a Roma
A riportare le parole in video, pronunciate da Michelangelo in persona, è stato il pittore portoghese Francisco de Hollanda, entro il suo “Colloqui con Michelangelo” - una raccolta di dialoghi avvenuti tra lo stesso Michelangelo e Vittoria Colonna, sua carissima amica. Questo stralcio di conversazione ci riporta al nuovo episodio della rubrica #VitadiMichelangelo, dedicato a un periodo di grande rinascita: il trasferimento a Roma.
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Segnato da terribili lutti e fallimenti, infatti, il 23 Settembre 1534 Michelangelo giunge a Roma ove, inaspettatamente, il suo cuore di sessantenne si riapre a nuovi amori e tumultuosi sentimenti. Prima conosce Tommaso de’ Cavalieri, giovane e bellissimo nobile che, proprio come lui, è un grande appassionato d’arte. Per quanto egli abbia solo ventitré anni, tra i due si apre un’accesa corrispondenza, e Michelangelo gli dedica numerosi componimenti - anche se, probabilmente, la loro relazione rimase sempre platonica. Poi, nel 1535, Michelangelo incontra Vittoria Colonna, anch’ella nobile, anch’ella amante dell’arte e delle lettere. Vittoria Colonna diviene per Michelangelo risorsa e rifugio, un faro che lo guida nei momenti più bui, un’amica fedelissima con cui discorrere (come nel caso della citazione di oggi) e confrontarsi sulla religione e su Dio. E proprio grazie al legame con Vittoria Colonna, Michelangelo trova la forza di realizzare un altro dei suoi grandi capolavori - una pittura che, davvero, imita come nessun’altra le opere immortali di Dio: nel novembre del 1541, dunque, viene stesa l’ultima pennellata su quel Giudizio Universale che tanto fu criticato e che è ritenuto, oggi, una delle opere più straordinarie mai realizzate. Ma non finisce qui: è questo il periodo in cui Michelangelo riesce finalmente a portare a termine anche la sofferta tomba di Giulio II e a liberarsi, così, di uno dei più grandi fardelli della sua esistenza.
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Sta per aprirsi un nuovo capitolo della vita del nostro Mi
Radio Accademia - Venere e Cupido
Con Radio Accademia i capolavori della Galleria si raccontano in una serie di podcast grazie a un progetto frutto della collaborazione fra il nostro museo e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Il progetto è stato realizzato da un gruppo di allievi del corso “Didattica per il Museo” dell’Accademia, con il coordinamento della professoressa Federica Chezzi.
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Tutti i podcast di #RadioAccademia potete trovarli all’interno di Accademia Online, il palinsesto digitale di Galleria dell’Accademia di Firenze, con una programmazione ricca di curiosità e fascino che consentirà ai visitatori di approfondire opere e tematiche, rivivendo on line la bellezza dei capolavori in esposizione.
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Thanks to Radio Accademia the Galleria’s masterpieces are narrated in a series of podcasts thanks to the collaboration between our museum and the Academy of Fine Arts in Florence. The project was carried out by a group of students from the Academy’s “Didactics for the Museum” course, under the coordination of Professor Federica Chezzi.
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You can find all the podcasts of #RadioAccademia within Accademia Online, the digital schedule of Galleria dell’Accademia di Firenze. A program full of curiosity and charm that will allow visitors to explore works and themes, reliving online the beauty of the masterpieces on display.
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#galleriaaccademiafirenze #pontormo #venere #cupido #pittura #mito #collezioni #museitaliani #MiC
Vita da artista - Michele Antonio Grandi
Esistono menti a tal punto geniali da riuscire a rivoluzionare la natura degli oggetti. Per raccontare la storia della moda a cavallo tra Ottocento e Novecento, ad esempio, l’artista Isabelle de Borchgrave ha scelto di realizzare trenta capi interamente fatti di carta - dai kimono giapponesi ai vestiti da sera, passando per i tailleur. È una capacità, questa, che non solo denota l’estrema creatività di chi la possiede, ma che diventa anche vero e proprio segno distintivo.
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Un po’ come è accaduto anche al protagonista di questo nuovo appuntamento con la rubrica #Vitadartista: ci riferiamo allo scultore Michele Antonio Grandi.
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Nato a Carrara nel 1635, Michele Antonio Grandi è soprattutto conosciuto per aver realizzato una meravigliosa serie di strumenti in marmo - di cui fa parte l’opera della settimana, ossia il salterio custodito nella nostra Galleria. Ma se il salterio di marmo gli era stato commissionato a Firenze, dal granduca Cosimo III de’ Medici, fu in realtà a Modena che egli conobbe il più grande successo. Nel 1686, infatti, Michele Antonio Grandi giunge nella città degli Este al seguito del chitarrista Pietro Bertacchini, il quale presenta a Francesco II d’Este una meravigliosa chitarra di marmo dello scultore carrarese. Il Duca di Modena, affascinato da tanta bellezza e stupito dal fatto che lo strumento è a tutti gli effetti in grado di suonare, commissiona subito a Michele Antonio Grandi un clavicembalo, che viene portato a termine nel giro dei sei mesi. Alla fine di questa fruttuosa collaborazione, la collezione estense di strumenti in marmo conterà - oltre alla chitarra e al clavicembalo - quattro flauti, una cornetta e un violino. Purtroppo, non tutti gli esemplari sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.
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Michele Antonio Grandi muore, poi, nel 1707, dopo aver eseguito e lasciato in eredità opere d’arte davvero rivoluzionarie - strumenti unici nel loro genere, che solo un genio avrebbe saputo realizzare.
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There
Storie - Busto di Liszt
Nella serie di video chiamata “Storie”, due attori raccontano le storie che si nascondono dietro alcune opere fondamentali.
12 interpretazioni, a volte in forma di monologo, altre di dialogo, che rendono i capolavori della Galleria dell’Accademia di Firenze ancora più vividi e appassionanti. Un progetto creato dallo studio creativo @mybosswas
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In questo episodio Riccardo Bono e Chiara Ciofini ci fanno scoprire la storia dietro il busto di Franz Listz realizzato da Lorenzo Bartolini .
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Trovate questo video e gli altri della serie all’interno di Accademia Online, il palinsesto digitale di Galleria dell’Accademia di Firenze, con una programmazione ricca di curiosità e fascino che consentirà ai visitatori di approfondire opere e tematiche, rivivendo on line la bellezza dei capolavori in esposizione.
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In our video series called “Stories”, two actors tell the stories behind some fundamental works of art.
12 interpretations, sometimes in the form of a monologue, others in dialogue, which make the masterpieces of Galleria dell’Accademia di Firenze even more vivid and exciting.A project created by the creative studio @mybosswas.
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In this episode Riccardo Bono and Chaira Ciofini tell us the stories behind Franz Liszt's bust by Lorenzo Bartolini
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Riccardo Bono Chiara Ciofini
#galleriaaccademiafirenze #liszt #musica #lorenzobartolini #busto #scultura #gipsoteca #museitaliani #MiC
ABC della Galleria - Teschio
Nuovo appuntamento con la rubrica #ABCdellaGalleria, nuova parola! Questa settimana ci dedichiamo a un termine piuttosto comune, che però riserva interessantissime sorprese e curiosità: teschio.
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“Essere, o non essere, questo è il dilemma”, afferma Amleto nell’omonima tragedia shakespeariana - un personaggio, un’opera, un autore che non hanno certo bisogno di presentazioni. E anche se nel nostro immaginario Amleto pronuncia il suo celeberrimo monologo con in mano il teschio di Yorick, buffone di corte, è in realtà più tardi, all’inizio del quinto atto, che William Shakespeare ci ha lasciato in eredità il ritratto indimenticabile di uno degli eroi tragici più amati di sempre.
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Dunque, seppur in un altro momento, nell’Amleto il teschio non si limita a comparire, ma costituisce il simbolo di un monito fondamentale: quello del memento mori - un invito, insomma, a essere consapevoli che la morte è inevitabile per tutti. Così, anche nell’ambito dell’arte religiosa, il teschio accompagna spesso santi ed eremiti, elemento iconografico di meditazione sulla fine e, allo stesso tempo, di speranza nella vita eterna (proprio come nel caso della Maddalena Penitente di Luigi Pampaloni). Ma se nella cultura occidentale i morti e le giornate a loro dedicate sono vissute con una certa compostezza e austerità, c’è anche chi, dall’altra parte del mondo, preferisce esorcizzare il dolore con vivacità: ce lo ricordano i coloratissimi teschi messicani, realizzati come omaggio ai cari defunti e utilizzati persino come tatuaggi.
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Insomma, moltissimi sono gli usi e le sfumature di significato che, da sempre, si accompagnano al teschio - un oggetto che, nei tempi più recenti, è divenuta una vera e propria icona della cultura popolare mondiale. Ricordiamo, a tal proposito, la strabiliante scultura dell’artista inglese Damien Hirst intitolata “For The Love of God”: un calco in platino di un autentico teschio Settecentesco, ricoperto di diamanti,
Vita di Michelangelo - I Prigioni
Così, con le parole in video, l’orologiaio fiorentino Benvenuto della Volpaia esortò il grande amico Michelangelo a non sovraccaricarsi di lavoro, su invito di Papa Clemente VII. Ambedue intendevano proteggere il geniale scultore da se stesso e dagli altri, in un periodo che ci riporta al nuovo episodio della rubrica #VitadiMichelangelo: l’ultimo soggiorno a Firenze e il ritorno alla scultura.
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Dopo il fallimento della rivolta fiorentina, infatti, Michelangelo riesce a ottenere il perdono e tornare nella propria città. Fiaccato nell’anima e nel corpo più che mai, lo scultore di Caprese si ributta a capofitto nel lavoro, mentre gli amici e i compagni di battaglia cadono vittime delle numerose esecuzioni cittadine. Michelangelo recupera i vecchi lavori incompiuti - tra cui i celeberrimi Prigioni - e si assume l’eccessiva responsabilità di nuove commissioni, tanto che finisce, di nuovo, con l’ammalarsi. È questo un periodo di gravi tribolazioni, in cui il nostro genio, alla soglia dei sessant’anni, medita addirittura di suicidarsi. Per fortuna nostra, Clemente VII continua a proteggere il suo artista favorito ed evita, così, l’irreparabile tragedia - anche grazie all’aiuto di persone come Benvenuto della Volpaia. Così, Michelangelo acconsente a dedicarsi a due sole opere: il famoso e famigerato monumento funebre di Giulio II e le tombe medicee fiorentine. Eppure, ancora una volta, i due progetti naufragano. Finché, all’improvviso, nel settembre del 1534 Clemente VII muore, lasciando Michelangelo in balia dei superstiti. Il duca Alessandro de’ Medici è finalmente libero di vendicare se stesso, giustiziando l’uomo che aveva contribuito alla sua cacciata da Firenze - ed è solo per fatidica coincidenza che Michelangelo si trova, in quel momento, lontano dalla città.
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Costretto a un esilio solo in parte volontario, Michelangelo torna a Roma, dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Alle spalle lascia Firenze, il fratello Buonar