25/02/2021
Mu/SNOB-Museo di Storia Naturale della Calabria e Orto Botanico
Secondo Appuntamento della Rubrica "I mercoledì del Museo: alla scoperta delle collezioni del MuSNOB"...
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Lo Scoiattolo meridionale, Sciurus meridionalis
Nel 1907 il marchese Armando Lucifero, naturalista calabrese, descrisse lo scoiattolo presente in Calabria come una nuova specie, che chiamò Scoiattolo meridionale Sciurus meridionalis. La descrizione che fece di questa nuova specie era generale e breve, limitandosi a dire che non si poteva “ritenerlo una varietà di Sciurus vulgaris, mentre ne differisce nelle dimensioni, nel colore del pelame e nel complesso generale delle sue forme” e specificando solo che, contrariamente a quanto avviene nello Scoiattolo comune, lo Scoiattolo meridionale tipicamente non presenta nessuna marcata variazione cromatica stagionale e che non è stato mai registrato nessun altro colore diverso dal nero.
Da allora, e fino a pochissimo tempo fa, S. meridionalis è stata considerata solo una delle almeno 17 sottospecie di Scoiattolo comune presenti in Eurasia.
Solo recenti ricerche multidisciplinari, unendo l’analisi di dati genetici e morfologici, hanno messo in evidenza che gli individui dalla Calabria siano effettivamente da attribuire ad una specie distinta.
Lo Scoiattolo meridionale è un piccolo mammifero strettamente arboricolo, caratterizzato da forme del corpo snelle, con corpo allungato e stretto e testa e collo ben separati dal corpo. Gli arti posteriori sono molto più sviluppati rispetto a quelli anteriori e adatti al salto. Le unghie lunghe, robuste e appuntite facilitano la possibilità di arrampicarsi sugli alberi, così come la coda lunga, di aspetto folto e ricca di lunghi peli, spesso tenuta ripiegata sul corpo, garantisce l’equilibrio durante gli spostamenti e i salti. Durante l'inverno, le orecchie all’estremità sono dotate di un folto ciuffo di peli, non presente, invece, nella pelliccia estiva. La pelliccia invernale, ricca e fine, è di un nero brillante sul dorso, sulla testa e il collo, così come sono neri la coda i piedi e le unghie. Il petto e l’addome sono di colore bianco puro da sopra l'area genitale alla parte interna degli arti anteriori. Lo Scoiattolo meridionale presenta dimensioni e peso nettamente superiori a quelli dello Scoiattolo comune, con un peso in media del 35% maggiore. Specie diurna, essenzialmente forestale e arboricola, lo Scoiattolo meridionale frequenta boschi e foreste sia di conifere, che preferisce, sia di latifoglie, ma è presente anche in parchi urbani. Si trova generalmente a quote medie o elevate mentre sono rare le segnalazioni a basse quote. L’areale storico di presenza dello Scoiattolo meridionale era limitato alla Calabria, con tre popolazioni, isolate tra loro, presenti nei principali massicci montuosi: Aspromonte, Sila e versante calabrese del Pollino. Negli ultimi tre decenni, però, è iniziata una rapida espansione dell’areale che, a partire delle popolazioni del Pollino e della Sila, ha portato alla colonizzazione della Catena Costiera, mettendo in contatto le due popolazioni. Attualmente la specie è assente solo sul massiccio delle Serre e, pertanto, l’unica popolazione isolata rimane quella del massiccio dell’Aspromonte. La rapida espansione, ancora in atto, della popolazione del massiccio del Pollino anche verso nord, in Lucania, ha permesso la colonizzazione, ad oggi, di tutta la porzione centrale e meridionale dell’appennino lucano e una piccola parte di quello campano. La contemporanea espansione verso sud anche della popolazione di Scoiattolo comune porterà, inevitabilmente e in breve tempo, al contatto tra le due specie, con interessanti e imprevedibili implicazioni biologico-evolutive.
Purtroppo una minaccia per la specie è costituita da uno scoiattolo esotico, lo Scoiattolo variabile (Callosciurus finlaysonii) che, introdotto a Maratea, si sta rapidamente espandendo verso le aree occupate o potenzialmente colonizzabili dallo Scoiattolo meridionale e che nella competizione ecologica sembra essere favorito.