
04/07/2025
L'azzurrite dello sfondo, la foglia d'oro per stelle e corpi celesti (la Luna, il Sole, Giove, Venere, Mercurio), il bianco di piombo per l'accurato disegno delle costellazioni, rappresentate in forma animale.
Il dipinto nella volta della cupola della scarsella progettata da Filippo Brunelleschi per la Sagrestia vecchia raffigura un cielo dell'emisfero boreale, colto in una notte di Firenze in un'estate del Quattrocento.
A dipingere quella scena così precisa astronomicamente parlando fu con ogni probabilità il fiorentino Giuliano d'Arrigo detto il Pesello, seguendo le indicazioni del celebre cosmografo Paolo dal Pozzo Toscanelli.
Sulla data e sui motivi di quella rappresentazione così rara per l'epoca – esiste qualcosa di simile solo nella Ca****la Pazzi in Santa Croce, risalente però a un ventennio più tardi – sono state fatte mille ipotesi, anche le più fantasiose.
Dagli approfondimenti scientifici pare adesso che la data sia quella del 4 luglio 1442 e che sia in relazione alla venuta a Firenze di Renato d'Angiò, re di Napoli cacciato da Alfonso d'Aragona.
Ma si è fatto riferimento anche alla consacrazione dell'altare di San Lorenzo (9 luglio 1422), alla nascita di Piero de' Medici (16 luglio 1416), al Concilio di Firenze (6 luglio 1439) e perfino a una data supposta d'inizio del Rinascimento.