La Villa medicea di Castello è una delle più antiche residenze suburbane della famiglia Medici, che la possedettero fin dal 1477. Prediletta da Cosimo I, fu oggetto di particolari cure e il suo giardino, progettato nel 1538, un anno dopo l'ascesa al potere del giovane duca, venne realizzato per celebrare il potere del principe attraverso la simbologia delle sue statue, delle fontane, e delle grott
e. Dichiarata dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità nel 2013, la Villa è sede dell'Accademia della Crusca dal 1966, mentre è un museo statale lo splendido giardino ricco di agrumi e piante rare decorato di sculture antiche e rinascimentali. Di straordinario fascino è la "Grotta degli animali", animata da giochi d'acqua e finalmente riaperta al pubblico dopo un lungo ciclo di restauri. Il museo può a pieno titolo definirsi prototipo del giardino all'italiana cinquecentesco. Venne realizzato a partire dal 1537 per volontà di Cosimo I dei Medici subito dopo la sua ascesa al potere, come parte significativa di un complesso programma di rinnovamento e abbellimento della Villa di Castello, ereditata dalla madre Maria Salviati, nipote di Lorenzo il Magnifico. Il progetto generale venne affidato a Niccolò Pericoli detto "Il Tribolo", responsabile con aiuti anche della realizzazione dell'imponente impianto idraulico, che conducendo l'acqua dalla sovrastante sorgente della Castellina avrebbe alimentato le numerose fontane. Quanto all'ideatore del complesso programma iconografico del giardino, che doveva esaltare il ruolo pacificatore ed il dominio illuminato sulla Toscana del nuovo governo mediceo, gli studiosi propendono ora per Benedetto Varchi ora per Luca Martini o Niccolò Martelli. Punti salienti del ricco e articolato progetto decorativo elaborato dal Tribolo - descritto dal Vasari e solo in parte realizzato - sono lungo l'asse centrale del giardino all'italiana retrostante la villa, la fontana di "Ercole e Anteo" (opera, ora in copia, realizzata dal Tribolo e Pierino Da Vinci e coronata dal gruppo scultoreo in bronzo di Bartolomeo Ammannati, che si può ammirare in originale in una sala della vicina Villa della Petraia dove è esposto) e la sua straordinaria "Grotta degli Animali" o del "Diluvio", fra le più celebri in Europa, e primo esempio di grotta rustica medicea. Ideata dal Tribolo e animata da spettacolari giochi d'acqua, gioca un ruolo simbolico centrale nella complessa allegoria realizzata in questo giardino per Cosimo e i suoi successori. Nel "selvatico" di lecci, querce e cipressi che si sviluppa nella zona superiore - trasformato in parco all'inglese nella prima metà dell'Ottocento - si distingue la grande vasca - cisterna realizzata da Vasari e dorata dall'Appennino o Gennaio, scultura bronzea dell'Ammannati. Il Giardino vanta una eccezionale collezione di agrumi, costituita da circa ottocento piante di importanza storico-botanica unica al mondo discendenti dalle antiche varietà medicee con esemplari di oltre trecento anni di vita. Le piante sono rigorosamente curate secondo le antiche tecniche di coltivazione, esposte all'aperto da aprile a ottobre e ricoverate nel periodo invernale nelle due storiche limonate. Anche il giardino delle erbe officinali è un vero gioiello con la Stufa dei mugherini, che accoglie il raro gelsomino doppio indiano di Goa detto "mugherino", che dà il nome alla serra del cosiddetto "ortaggio" o Giardino segreto, voluta appositamente da Cosimo III de' Medici.