Sangallo Art Station è il luogo che a Firenze non ti aspetti di trovare, una presenza quasi provocatoria nella città in cui tutto riporta a un passato meraviglioso, un’eredità così pesante da condizionare il gusto di un’intera cittadinanza. E’ proprio la leggendaria indifferenza dei fiorentini per l’arte contemporanea a rendere obbligatoria una visita a questo simbolo dell’altra Firenze, quella ch
e non si riconosce negli stereotipi turistici e che, a sorpresa, si dimostra capace di inventare un’ avveniristica Kunsthalle per le nuove tendenze delle arti visive in grado di confrontarsi con le più interessanti gallerie italiane del settore.
“E comunque non la definirei una galleria” spiega Eduardo Secci, il giovanissimo imprenditore-collezionista che, nel 2009, affiancato da Martina Corgnati, ha deciso di dare corpo alla propria visione dell’arte inaugurando la Sangallo Art Station nella sede di Via Fra’ Giovanni Angelico, una struttura dinamica e articolata come l’idea che vuole realizzare “quella di un luogo in cui mercato e cultura si incontrano, dove si ragiona sull’arte come espressione profonda del tempo in cui viviamo e dove, di conseguenza, essa viene osservata e analizzata in ogni sua possibile declinazione. Tutti i linguaggi ci interessano: quello della pittura, della scultura, della fotografia, delle espressioni legate alle nuove tecnologie. E guardiamo con interesse anche alla moda e al design che hanno la forza di rinnovare il gusto collettivo veicolando presso il grande pubblico le intuizioni delle avanguardie.”
Eduardo è il figlio di Marcello Secci, la mosca bianca che, negli anni ’70, in assoluta controtendenza con il gusto vigente a Firenze, anziché collezionare fondi oro e preziosità d’antiquariato si appassionò all’arte del ‘900, arrivando a mettere insieme una collezione che oggi conta più di 3000 dipinti e dove compaiono nomi come quelli di Alighiero Boetti, Giuseppe Capogrossi, Antonio Corpora, Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Pablo Picasso, Giulio Turcato, Victor Vasarely e Lorenzo Viani.