Gallerie degli Uffizi

Gallerie degli Uffizi Le Gallerie degli Uffizi sono un complesso museale fiorentino costituito dagli Uffizi, il Corridoio V
(938)

26/07/2023

Ciclo di conferenze "Dialoghi d'Arte e Cultura"

25/07/2023

Presentazione del volume

24/07/2023

Proseguiamo oggi la conoscenza degli artisti autoritratti.
Dopo il Cardinale Leopoldo, colui che avviò la collezione unica al mondo, e la pittrice lombarda Sofonisba Anguissola, è la volta di Carlo Dolci, il pittore fiorentino più importante del Seicento.

Scopriamo, attraverso le sue parole chi era l'artista
che si ritrae in questo dipinto in vesti eleganti mentre mostra un secondo autoritratto in cui è intento al lavoro, con gli occhiali abbassati sul naso e lo sguardo fisso su un dettaglio che sta amorosamente definendo.

Questa composizione di grande formato fu definita dal pittore Adriano Cecioni “una grande opera toscana”. Tuttavia il di...
23/07/2023

Questa composizione di grande formato fu definita dal pittore Adriano Cecioni “una grande opera toscana”. Tuttavia il dipinto, eseguito da Egisto Ferroni nel 1879, suscitò le polemiche di alcuni suoi amici artisti, tra i quali Banti, Fattori, Cecioni e Martelli, perché l'opera non aveva ottenuto il giusto riconoscimento all’Esposizione Nazionale di Torino nel 1879 e alla Promotrice di Firenze nel 1880.

Il dipinto, dalle dimensioni di una pala d’altare, rappresenta una scena di vita di campagna colta con immediatezza nella serena felicità di una consueta giornata di lavoro. Il grande carro, strumento indispensabile per il lavoro nei campi, è al centro della tela, mentre uomini e donne, con abiti variopinti, chiacchierano amabilmente in una strada che ha per sfondo una collina. A destra notiamo una fontana, che è il motivo della sosta dei contadini per l’approvvigionamento quotidiano d’acqua: nell’attesa una donna, vista di spalle, fa la calza, un’altra scherza con un contadino e gli altri personaggi riuniti in piccoli gruppi, discorrono piacevolmente.

Egisto Ferroni è riuscito a comunicare con elegante semplicità un’istantanea autentica e sincera della vita nei campi e a cogliere l’essenza intima del paesaggio e della vegetazione.

L’artista era nato a Lastra a Signa nel 1835, si trasferì in giovane età, per volere del padre scalpellino, a Empoli per imparare il mestiere di ornatista. In seguito studiò all'Accademia di Belle Arti di Firenze ed esordì nel 1858 alla mostra della Società di Belle Arti.
Attratto dal verismo dei Macchiaioli, Ferroni si orientò agli aspetti di vita della campagna toscana e al ritratto.

Egisto Ferroni, Alla fontana, 1879, Palazzo Pitti, Galleria d’Arte Moderna

https://www.uffizi.it/opere/ferroni-fontana

Era il 22 luglio 1510 quando nella famiglia de’ Medici nacque un bambino: il neonato, però non era biondo come imponevan...
22/07/2023

Era il 22 luglio 1510 quando nella famiglia de’ Medici nacque un bambino: il neonato, però non era biondo come imponevano i canoni botticelliani di quell’epoca, ma scuro di capelli e di carnagione.

Il bambino, che fu chiamato Alessandro, aveva due presunti padri: Lorenzo duca di Urbino, nipote di Lorenzo il Magnifico, e il cardinale Giulio, futuro Papa Clemente VII.

La mamma era una serva di origine magrebina o comunque africana, così bella da essere soprannominata la Cleopatra italiana, e il basso rango di nascita del bambino era senza dubbio un problema molto serio per la credibilità familiare.

Per la sua carnagione scura, i fiorentini lo chiamarono “il Moro”.

Nel 1522, quando Alessandro aveva appena 12 anni, Papa Clemente VII, incurante delle malelingue, gli concesse il titolo di Duca di Penne perché questo bambino era entrato nel cuore del Pontefice.

Ed era solo l’inizio. Nel 1531 Alessandro fu nominato sovrano del Ducato toscano e l’anno seguente Signore di Firenze con la benedizione papale e dell’Imperatore Carlo V.

Alessandro divenne così duca di Firenze, primo della sua famiglia a ricevere un titolo nobiliare con diritto di passarlo ai discendenti.
Purtroppo sua madre morì povera mentre il figlio ne ignorava le richieste di aiuto, perché come dice un proverbio toscano: “il villano nobilitato non conosce il suo parentato”.

Nel 1536 si sposò con Margherita, ancora tredicenne, figlia dell’imperatore Carlo V, decretando così un'alleanza inattaccabile con la potenza più forte del mondo.

Alessandro era donnaiolo e scapestrato e il matrimonio con Margherita non impedì al Duca di continuare nelle sue scorribande notturne e la paura che suo suocero si arrabbiasse, non lo frenò.

"Il Moro" era descritto come un uomo malvagio, tanto che nessuno osava offenderlo nel timore di vendette dirette o trasversali.

A soli 26 anni fu assassinato dal cugino Lorenzino de’ Medici, suo amico di baldorie, e con la sua morte si estinse il ramo principale della famiglia, ma il potere mediceo sarebbe stato ben presto assicurato dall’ascesa del ramo cosiddetto “Popolano” con Cosimo I.

In questo dipinto di Giorgio Vasari, Alessandro è ritratto a figura intera secondo una tipologia inconsueta all’epoca, con indosso una lucente armatura.

Giorgio Vasari, Ritratto di Alessandro de' Medici, 1534, Gli Uffizi

Per un approfondimento sul dipinto, consultate la scheda opera sul nostro sito:
https://www.uffizi.it/opere/vasari-alessandro-ritratto

Nella seconda metà del Cinquecento non c’era famiglia aristocratica europea che non possedesse una o più “lumaghe di mar...
21/07/2023

Nella seconda metà del Cinquecento non c’era famiglia aristocratica europea che non possedesse una o più “lumaghe di mare”, considerate miracoli della natura, provenienti da luoghi lontanissimi e per questo degne di entrare a far parte delle “Camere delle Meraviglie”, che erano il vanto di ogni regnante.

Questo genere di oggetto entrò a far parte anche delle collezioni della famiglia de’ Medici: già il cardinale Ferdinando, tra il 1583 e il 1587, aveva inviato a Firenze da Roma ben 646 “Nicchi o cocchiglie di madreparla”.

Le grandi conchiglie, appartenenti alla specie dei Nautili pompilii, provenivano dall’Oceano Indiano e venivano guarnite in Europa con montature in metallo, come questa conchiglia a forma di tazza.

Quest’ultima fa parte di una serie di quattro tazze, descritte nell’inventario dei beni del Cardinale Leopoldo de’ Medici come “quattro conchiglie di madreperla con piede d’aquila d’argento dorato e teste di lione simile e legature d’argento simile lavorato”.

La montatura infatti presenta una testa ferina spalancata con la criniera che corre lungo il bordo della tazza, mentre la base è formata da una zampa di aquila che si posa su una conchiglia capovolta.

Tazza ricavata dalla conchiglia di un nautilo, Manifattura tedesca, argento fuso cesellato e dorato, cm. 15x14, seconda metà del XVI secolo, Palazzo Pitti, Tesoro dei Granduchi

Le nuove sale al piano terra degli Uffizi ospitano, fino al 17 settembre, la mostra “Riviste. La cultura in Italia nel p...
20/07/2023

Le nuove sale al piano terra degli Uffizi ospitano, fino al 17 settembre, la mostra “Riviste. La cultura in Italia nel primo ‘900”: sono esposte oltre 250 pubblicazioni che hanno fatto la storia culturale del Paese tra edizioni originali delle riviste, libri, manifesti, fogli, copertine, caricature è una sezione di dipinti, disegni e sculture dell’epoca.

L’esposizione, realizzata insieme alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, offre al visitatore un panorama completo delle più influenti pubblicazioni culturali apparse nella pen*sola durante il primo quarto di secolo.

Nel percorso itinerario della mostra è possibile ammirare le edizioni originali delle riviste come “La Voce” di Prezzolini, “Lacerba” di Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi e Giovanni Papini, la rivista futurista “Poesia” di Filippo Tommaso Marinetti, fino al socialismo di Gobetti con “La rivoluzione liberale” e di Gramsci con “L’Ordine nuovo”.

https://www.uffizi.it/eventi/riviste

Biblioteca Nazionale Centrale Firenze Ministero della Cultura

19/07/2023

Ciclo di conferenze "Dialoghi d'Arte e Cultura"

18/07/2023

Mi chiamo Sofonisba Anguissola e sono nata il 2 febbraio del 1535 a Cremona. Dicono che sono stata la prima pittrice donna di fama europea. Fin da bambina mi piacevano il disegno e la pittura.

Mio padre, anche lui amante dell’arte, intuì il mio talento e così mi fece studiare la musica, la letteratura e l’arte del disegno presso la bottega di Bernardino Campi. Mi specializzai nel ritratto perché non è solo l’immagine della persona colta nella vita quotidiana, ma per me anche un medaglione, un gu**to, un gioiello o uno spadino aiutano a ricomporre la sua personalità e l’intensità dello sguardo o un’espressione particolare del viso, i suoi moti dell’animo.

Vasari, quando vide i miei ritratti, disse che erano "tanto ben fatti che pare che spirino e siano vivissimi".

Grazie alle mie capacità riuscii a farmi conoscere nelle corti italiane ed europee; fui chiamata dal Re di Spagna Filippo II per dipingere i ritratti della famiglia reale e poi alla corte del Vicerè di Sicilia.

Alla morte di mio marito, mi sono trasferita a Genova: in quegli anni, forse anche per il troppo lavoro, ho cominciato a perdere la vista. A 96 anni, quasi cieca, ho avuto l’onore di essere ritratta da Van Dyck che, con immenso piacere disse “d’aver ricevuto più luce nell’arte pittorica da una donna cieca, che non dalle tele dei più celebri pittori”.



https://www.uffizi.it/news/autoritratti_uffizi

17/07/2023

Conferenza stampa di presentazione della mostra

I negozi di lusso erano presenti anche nell’antica Roma e animavano i luoghi di convegno e passeggio della gente ricca e...
16/07/2023

I negozi di lusso erano presenti anche nell’antica Roma e animavano i luoghi di convegno e passeggio della gente ricca ed elegante della capitale dell’impero, nella quale le matrone dell’élite erano un elemento centrale.

Ne offrono un esempio questi due splendidi rilievi che ornavano il sepolcro di un ricco proprietario di una bottega di stoffe, a perenne ricordo del successo professionale e personale raggiunto in vita. I commercianti appartenevano per lo più alla classe sociale dei liberti, che tramite il loro lavoro si erano ritagliati una posizione di prestigio.

Le due opere raccontano in modo piuttosto vivido, grazie alla buona qualità dei rilievi, l’attività di una bottega di stoffe e cuscini che animava la capitale dell’impero nel I secolo d.C.

In particolare il rilievo a sinistra rappresenta una scena di vendita in una bottega di manufatti tessili, dove una lunga barra, fissata all’architrave da due ganci, mostra la merce: tre cuscini, un panno e due sottili stole, di cui la raffinatezza del rilievo riesce a suggerire la morbidezza e lo spessore. Due commessi, osservati da un supervisore, estraggono da un contenitore una stoffa pregiata, simile a quella dei cuscini appesi in mostra, per mostrarla ai clienti, una coppia appartenente all’élite, come attestano gli abiti e i due servitori.

Inoltre l’acconciatura della matrona riprende quella dell’imperatrice dell’epoca, Agrippina Minore, moglie di Claudio e madre di Nerone, i cui riccioli, che scendono lungo le spalle, resi con raffinatezza di esecuzione, catturano lo spettatore, focalizzandone l’attenzione.

I rilievi sono esposti alla mostra “Pecunia non olet. I banchieri di Roma antica” in corso agli Uffizi fino al 17 settembre.

Rilievi con scene di vendita di stoffe e cuscini, decenni centrali del I secolo d.C.,
marmo lunense, Gli Uffizi

https://www.uffizi.it/eventi/pecunia-non-olet-finanza-roma-antica

Nessun altro artista ci ha lasciato un numero di autoritratti così vasto quanto Rembrandt: se fosse vissuto nel XXI seco...
15/07/2023

Nessun altro artista ci ha lasciato un numero di autoritratti così vasto quanto Rembrandt: se fosse vissuto nel XXI secolo, avrebbe probabilmente avuto un’ossessione per i selfie, immortalando in continuazione la sua immagine per poi postarla su Instagram e Facebook.

L’artista realizzò infatti circa ottanta autoritratti tra acqueforti, disegni e dipinti, non commissionati da facoltosi mecenati, ma semplicemente eseguiti per se stesso.

Negli autoritratti giovanili Rembrandt focalizzava l'attenzione sul suo aspetto fisico e l’esteriorità: si mostrava per esempio con abiti di fantasia, con tuniche di raso lucenti legate alla vita da fusciacche.

Abbandonati poi lentamente gli atteggiamenti ostentati e i ritratti in costume, dismesse armature, catene d’oro e cappelli piumati, l’artista cominciò a concentrarsi esclusivamente su se stesso. Ormai era un pittore affermato e i dipinti dell’età matura rivelavano una grande intimità e un’indagine introspettiva.

Del suo viso invecchiato non risparmiava niente: le rughe, le venuzze, i foruncoli, autoritratti nei quali Rembrandt mostrava la propria decadenza fisica, unita alla consapevolezza dell’età che avanzava.

In questo dipinto, esposto nelle sale degli autoritratti agli Uffizi, il pittore si ritrae con un abito scuro e un ampio cappello, dove spicca, unica nota di contrasto, il rosa aranciato del volto, solcato da rughe.

L’opera rappresenta uno dei tre autoritratti conservati nelle collezioni degli Uffizi.

Rembrandt era nato a Leida il 15 luglio 1606 e dimostrò fin da subito un talento per la pittura, tanto che aprì il suo studio personale quando aveva solo 18 anni. Raggiunse risultati ragguardevoli soprattutto nella ritrattistica e condusse una vita più che agiata, spendendo al di sopra delle sue possibilità. Purtroppo a causa di spese eccessive e cattivi investimenti, Rembrandt p***e i suoi beni, tanto da arrivare a dichiarare bancarotta.

Trascorse gli ultimi anni della sua esistenza in una misera abitazione popolare, dove, benché quasi dimenticato, produsse opere di grande pregio.

Harmenszoon Rembrandt van Rijn, Autoritratto, 1655 circa, Gli Uffizi

Fino al 16 luglio è possibile visitare la prima retrospettiva su Guido Ferroni, ospitata nella Sala del Fiorino a Palazz...
13/07/2023

Fino al 16 luglio è possibile visitare la prima retrospettiva su Guido Ferroni, ospitata nella Sala del Fiorino a Palazzo Pitti.

L'artista nacque a Siena nel 1888. Autodidatta, non seguì studi artistici regolari ma, stabilitosi a Firenze, frequentò la scuola libera di n**o dell'Accademia. Espose per la prima volta nel 1910 alla mostra della Società promotrice di belle arti di Firenze.
Dopo un esordio d'intonazione impressionista, Ferroni si orientò verso nuove soluzioni formali, caratterizzate da una riduzione delle gamme cromatiche e da una atmosfera di pacata quotidianità paesana.

A Firenze, nel 1927, Ferroni aderì al gruppo Novecento toscano che, legato all'ambiente letterario di Solaria, si era costituito ufficialmente quello stesso anno a Firenze. L’anno successivo partecipò alla prima mostra ufficiale del gruppo che fu ospitata nel capoluogo lombardo dalla galleria Milano.

Fu docente presso l'Accademia di Belle Arti di Ravenna, dove insegnò dal 1933 al 1941, e presso l'Istituto d'arte di Lucca, dove fu in cattedra dal 1941 al 1958.
Al termine della Seconda guerra mondiale si stabilì nuovamente nel capoluogo toscano, dove proseguì con coerenza l'attività pittorica.
Morì a Firenze il 21 aprile 1979.

La mostra ricostrisce la vicenda artistica e umana di Guido Ferroni nel contesto culturale del suo tempo, partendo dall’importante nucleo di opere appartenenti alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.

https://www.uffizi.it/eventi/guido-ferroni-mostra

12/07/2023

Ciclo di conferenze "Dialoghi d'Arte e Cultura"

11/07/2023

La statua del Cardinale Leopoldo de’ Medici, realizzata dal grande scultore barocco Giovanni Battista Foggini, accoglie i visitatori nella prima delle dodici sale dedicate agli autoritratti, che da oggi fanno parte del percorso di visita degli Uffizi.

Il Cardinale Leopoldo, colto promotore delle arti a Firenze, riunì i ritratti d’artista già nelle collezioni di famiglia, dando così l’avvio nel 1664 al primo nucleo della raccolta degli autoritratti, ancor oggi unica al mondo per genere e ampiezza.

Oggi la collezione degli autoritratti comprende circa 2000 tra dipinti, sculture e disegni e nel nuovo allestimento è possibile ammirare una selezione di oltre 250 autoritratti e ritratti di artisti, una folta schiera di protagonisti della storia dell’arte che parte dai maestri del Quattrocento e arriva ai pittori, scultori, video artisti e fumettisti di oggi.

Ora lasciamo la parola al Cardinale Leopoldo, a cui si deve l’inizio di questa eccezionale raccolta, da allora costantemente accresciuta con acquisti e donazioni.

Continuate a seguirci, nelle prossime settimane vi faremo conoscere, attraverso le loro stesse parole, alcuni artisti autoritratti che possiamo ammirare nel nuovo allestimento degli Uffizi.

https://www.uffizi.it/news/autoritratti_uffizi

10/07/2023

Conferenza stampa

Nel 1896 si tenne a Firenze una manifestazione di notevole importanza chiamata “Festa dell’Arte e dei Fiori”: presenziar...
09/07/2023

Nel 1896 si tenne a Firenze una manifestazione di notevole importanza chiamata “Festa dell’Arte e dei Fiori”: presenziarono alla cerimonia di apertura il re Umberto I e la regina Margherita di Savoia.

La mostra era ospitata negli ambienti di Palazzo Corradi e in un fabbricato costruito ad hoc dall’ingegnere Giacomo Roster: vi erano esposte circa 700 opere tra la sezione di pittura e quella di scultura, opere di artisti della corrente del Simbolismo, del Divisionismo, dei Macchiaioli, del Preraffaellismo e dell’Impressionismo provenienti da tutta Europa.

I cronisti dell’epoca citarono, tra i lavori più meritevoli, il dipinto di Francesco Gioli “Fiori di campo”, che fu acquistato dal re e successivamente donato alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti.

L’opera raffigura una scena campestre, nella quale vediamo una giovane madre con le sue tre bambine: la più piccola è in braccio alla mamma e indica con la manina la sorella maggiore che le sta sorridendo, mentre la terza figlia è impegnata a raccogliere qualche ciuffo di rigogliosa ginestra.

Frammenti di vita quotidiana studiata da Gioli nei minimi dettagli, dal colore degli abiti della famiglia, ai fiori di ginestra e alle margherite che annunciano l’arrivo della primavera.

Per un approfondimento sul dipinto e sull’artista, potete leggere la scheda opera sul nostro sito 👉
https://www.uffizi.it/opere/gioli-fiori-di-campo

Francesco Gioli, Fiori di campo, 1896, Palazzo Pitti, Galleria d’Arte Moderna

Artemisia Gentileschi era nata lo stesso giorno di suo padre Orazio, l’8 luglio. Primogenita di sei figli, dei quali sop...
08/07/2023

Artemisia Gentileschi era nata lo stesso giorno di suo padre Orazio, l’8 luglio. Primogenita di sei figli, dei quali sopravvissero solo in quattro, Artemisia era l’unica figlia femmina, sua madre, Prudenza Montone, morì di parto a soli trent’anni, quando Artemisia ne aveva dodici.

Quando morì sua madre, la famiglia era composta da soli uomini e l’unica compagnia femminile che la giovane aveva era quella della sua vicina di casa, Tuzia.

Il padre Orazio era un affermato pittore e Artemisia, già all’età di tre anni giocava con i colori e posava per lui.

Dopo la morte della madre, la giovane andava tutti i giorni nella bottega di Orazio, imparando le innumerevoli mansioni associate al mestiere di pittore.

Una ragazza apprendista in una bottega tutta maschile all’epoca era una cosa rara, ma Artemisia passava ugualmente lunghe ore nello studio, guardando impastare i colori e preparare le superfici e ben presto assimilò la maestria tecnica e sviluppò una sua indipendenza pittorica.

Orazio, desideroso di perfezionare l’educazione artistica della figlia, chiese all’amico Agostino Tassi di “appraticarla” nella prospettiva, di cui era un virtuoso.

È nota a tutti la drammatica vicenda che sconvolse la vita della giovane Artemisia quando conobbe Agostino Tassi. Fu un’esperienza terribile che la costrinse a lasciare Roma e a sposarsi frettolosamente con un uomo che non amava.

Si allontanò così da un passato tormentato e da un padre che era diventato troppo ingombrante e di cui rinnegò anche il cognome, acquisendo quello dello zio.

Si trasferì così a Firenze e da quel momento si sarebbe firmata “Artimisia Lomi”, il nome che appose anche su questo straordinario dipinto, precisamente lungo la spalliera della sedia, che raffigura Maria Maddalena.

Artemisia Gentileschi, Santa Maria Maddalena, 1620 ca., Palazzo Pitti, Galleria Palatina

Per un approfondimento sull’opera 👉 https://www.uffizi.it/opere/artemisia-santa-maria-maddalena

Era pratica comune, già nel ‘500, assemblare le statue antiche con elementi di moderna fattura, opportunamente costruiti...
06/07/2023

Era pratica comune, già nel ‘500, assemblare le statue antiche con elementi di moderna fattura, opportunamente costruiti, in modo da conferire alla statua grazia, completezza e leggibilità a livello estetico.
E’ il caso di quest’opera, frutto dell'assemblaggio di una testa antica con un busto di moderna fattura.

Un modello di restauro lontanissimo dalla moderna pratica legata alla conservazione dell’opera nel suo aspetto originario.

Ma analizziamo insieme quest’opera al seguente link👉https://www.uffizi.it/opere/busto-romano-testa-di-doriforo

05/07/2023

Ciclo di conferenze "Dialoghi d'Arte e Cultura"

Torna “R-estate con l’Arte!”, la rassegna di percorsi d’arte rivolti a famiglie con bambini, ragazzi e chiunque desideri...
04/07/2023

Torna “R-estate con l’Arte!”, la rassegna di percorsi d’arte rivolti a famiglie con bambini, ragazzi e chiunque desideri avvicinarsi all’arte in modo semplice e diretto.

In programma dal 17 giugno fino al 5 agosto gli appuntamenti per conoscere dal vivo le meraviglie della Galleria degli Uffizi, dei musei di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli con visite a tema, come il percorso dedicato ai mostri e Uffizi Celebrities, alla scoperta dei capolavori vip della Galleria, e grazie ai Concerti per piccolissimi nelle sale di Palazzo Pitti.

Il calendario dettagliato delle iniziative 👉 https://www.uffizi.it/visite-speciali/r-estate-con-l-arte-2023

03/07/2023

Conferenza stampa di presentazione della mostra

È in rete sul nostro sito una nuova mostra virtuale: una storia di Roma tutta al femminile.Un racconto che ha come prota...
02/07/2023

È in rete sul nostro sito una nuova mostra virtuale: una storia di Roma tutta al femminile.
Un racconto che ha come protagoniste alcune delle donne che tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’età imperiale seppero ritagliarsi uno spazio d’azione pubblica.

A illustrare questo cammino ci sono opere d’arte selezionate fra le ricche collezioni di arte antica, rinascimentale e moderna delle Gallerie degli Uffizi, ma anche disegni d'animazione realizzati da Stefano Piscitelli, che faranno rivivere con originalità la vita quotidiana di due millenni fa.

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace perché la bellezza è un concetto altamente soggettivo, ma quando p...
01/07/2023

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace perché la bellezza è un concetto altamente soggettivo, ma quando parliamo di un modello di bellezza maschile solitamente usiamo l’espressione “essere un Adone” e viene rivolta a un uomo o un ragazzo bellissimo, affascinante, nei modi e anche nel vestire.

Ma chi è Adone e perché si usa ancora il suo nome per indicare un bell’uomo?

Adone era un bellissimo giovane nato dall’amore incestuoso di Mirra con suo padre Cinina, re di Cipro: la giovane, perdutamente innamorata del padre, era riuscita a trascorrere molti notti con lui senza essere riconosciuta. Dopo nove notti di passione, Cinira s’incuriosì e volle vedere chi fosse la ragazza; avvicinò un lume al volto della fanciulla e la luce illuminò il viso di Mirra, che fu allora riconosciuta dal padre. Egli la inseguì con la spada senza sapere che la giovane portava già in grembo il frutto di quell’amore incestuoso.

Mirra, in preda alla disperazione e alla vergogna, pregò gli dei affinché intervenissero in suo aiuto e Zeus o forse Afrodite, ebbero pietà di lei e la trasformarono nell’albero della mirra, che da lei prese il nome. Dopo nove mesi, dalla corteccia dell’albero nacque Adone, il frutto dell’amore incestuoso di Mirra.
Il fanciullo era talmente bello che Afrodite volle prenderlo sotto la propria protezione e lo consegnò a Persefone perché lo custodisse, ma la dea non volle restituirlo, così Zeus decise che il giovane Adone trascorresse una parte dell’anno con Afrodite e una parte con Persefone.

Un giorno, durante una battuta di caccia al cinghiale, Adone morì e dal sangue sgorgato dalla ferita spuntò un fiore bellissimo, l’anemone, “fiore di vita breve: fissato male al suolo e fragile per troppa leggerezza, deve il suo nome al vento, e proprio il vento ne disperde i petali”.

La morte di Adone è il soggetto di questo straordinario dipinto di Sebastiano del Piombo, al centro del quale notiamo Venere, nuda, seduta vicina a Cupido, intristita per la morte del bel giovane, il cui corpo giace esanime a sinistra. La dea tiene con la mano destra la caviglia della gamba corrispondente incrociata sulla gamba sinistra e dal suo piede gocciola sangue sulle rose bianche, tramutandole in rosse.
Il muso del cinghiale assassino invece spunta, semi-mimetizzato dalla vegetazione, mentre sullo sfondo, tra le fronde, si vede una distesa d'acqua e oltre, nella luce calda del tramonto, la città di Venezia.

Sebastiano del Piombo, La morte di Adone, 1512, Gli Uffizi

30/06/2023

Conferenza stampa di presentazione della mostra

Oggi, 29 giugno, Roma festeggia i suoi patroni, ma in realtà tutta la Chiesa ricorda i due santi, San Pietro e San Paolo...
29/06/2023

Oggi, 29 giugno, Roma festeggia i suoi patroni, ma in realtà tutta la Chiesa ricorda i due santi, San Pietro e San Paolo, due degli apostoli che furono entrambi martirizzati a Roma: Pietro si fece crocifiggere a testa in giù in segno di umiltà nei confronti di Cristo, mentre a Paolo fu risparmiata la crocifissione e fu decapitato in quanto cittadino romano.

Questa ricorrenza è una delle più antiche dell’anno liturgico, precedente persino al Natale: dopo la Vergine, sono i santi celebrati più spesso e con maggiore solennità. La festa inoltre è celebrata anche dalla Chiesa ortodossa e da alcune Chiese protestanti.

Vengono celebrati assieme poiché entrambi hanno servito Gesù seppur con modalità differenti. Pietro fu scelto da Cristo stesso per essere a capo della Chiesa nascente: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Matteo 16, 18-20).

Paolo incarna l’anima missionaria della nuova Chiesa: con lui il messaggio di Cristo si apre ai pagani, ai lontani, ai “gentili”.

Noi vogliamo festeggiare i due santi con questo bellissimo tondo attribuito a Bigordi Ridolfo detto Ridolfo Ghirlandaio, nel quale San Pietro e Paolo sono raffigurati a figura intera, immersi in un paesaggio collinare. Pietro, sulla sinistra, con le chiavi in mano e Paolo con la spada e il libro. Entrambi sono illuminati da una luce che squarcia le nuvole azzurre al centro in alto: è l’illuminazione divina che si riverbera dall’alto sulle due figure e colpisce le chiavi dorate di Pietro e il libro di Paolo.

Auguri a tutti coloro che portano questi nomi!

Bigordi Ridolfo detto Ridolfo Ghirlandaio, attribuito, I Santi Pietro e Paolo in un paesaggio, XVI secolo, Palazzo Pitti, Galleria Palatina

28/06/2023

Ciclo di conferenze "Dialoghi d'Arte e Cultura"

28/06/2023

Presentazione del volume

Il disegno mostra un giovane uomo che mangia una minestra.Il ragazzo è abbigliato con vesti da popolano, eppure è seduto...
27/06/2023

Il disegno mostra un giovane uomo che mangia una minestra.
Il ragazzo è abbigliato con vesti da popolano, eppure è seduto a tavola con una certa compostezza.

Con la mano destra e la schiena dritta porta il cucchiaio alla bocca, mentre sorregge la ciotola con la mano sinistra.

Il disegno è stato attribuito al maestro bolognese Annibale Carracci, nato nel 1560, considerato uno dei padri della pittura barocca.
Il pittore riuscì a proporre una maniera originalissima recuperando i linguaggi degli artisti del tardo Rinascimento.

Annibale proveniva da una famiglia di artisti, Insieme al cugino Ludovico e al fratello Agostino aveva condiviso la bottega agli inizi della carriera.
Il foglio che vi presentiamo ricorda lo splendido “Mangiafagioli", un suo celebre dipinto conservato in Roma presso la Galleria di Palazzo Colonna.

Annibale Carracci, Giovane, matita rossa su carta gialletta, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi⁠.

Perché preferire il mare di Giugno a quello di Agosto?Perché il mare è più bello e si possono incontrare creature straor...
26/06/2023

Perché preferire il mare di Giugno a quello di Agosto?
Perché il mare è più bello e si possono incontrare creature straordinarie.

Come racconta questo dipinto del pittore tedesco Max Klinger: il bacio, bocca a bocca, tra un uomo terrestre e una sirenetta che abita gli abissi.

Lui cinge con le braccia la coda di lei e le sue labbra hanno il sapore del sale.
I due vivono in un mondo solo loro, come è costume degli amanti.

Allora ci tornano alla mente gli indimenticabili versi del poeta francese Jacques Prevert:
“I ragazzi che si amano”.

- I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore -

---

- Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour -

Max Klinger, Gli amanti, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

Sullo sfondo di questo straordinario dipinto, privo di paesaggio per esaltare il senso spirituale della scena, svetta la...
25/06/2023

Sullo sfondo di questo straordinario dipinto, privo di paesaggio per esaltare il senso spirituale della scena, svetta la croce, sormontata dal cartiglio con le lettere YNRI, abbreviazione di “Jesus Nazarenus Rex Iudeorum”.

La grande croce divide in due parti la scena: a destra sono riuniti i protagonisti dell’evento, raccolti attorno a Gesù Cristo esangue, appena deposto dalla croce, il cui corpo n**o e irrigidito, è disteso in un lungo lenzuolo usato come sudario.

Attorno a Gesù si riconoscono Maria, vestita con uno splendido manto blu decorato da due stelle dorate, contempla con gli occhi bassi, assorta nel suo pacato dolore, il Figlio morto, che abbraccia amorevolmente; l’apostolo Giovanni, con le mani giunte, piangente; Maria Maddalena, che piange sconsolata seduta in basso a destra, riconoscibile per i lunghi capelli biondi e il colore rosso delle vesti e le pie donne, accanto a Gesù, piegate dal dolore, gli stanno sorreggendo le mani: le stesse donne che tre giorni dopo scopriranno il sepolcro vuoto, abbandonato da Cristo Risorto.

Ognuno di loro esprime, attraverso le espressioni dei volti e gli atteggiamenti, i diversi sentimenti che provano intorno al corpo di Gesù.

A sinistra invece ci sono due figure femminili, entrambe inginocchiate in preghiera con le mani incrociate sul petto e di dimensioni inferiori rispetto alle altre figure. Esse sono probabilmente le committenti del dipinto, protette rispettivamente da un santo monaco vestito di bianco e da un vescovo, forse il francese Remigio, patrono della chiesa da cui proviene l’opera.

La fanciulla indossa un elegante abito, preziosamente ricamato alle maniche e allo scollo, arricchito da una cintura in oro e smalti, mentre l’altra donna, ammantata di nero, è forse una vedova. L’assenza di iscrizioni e attributi specifici rende difficoltosa l’identificazione dei due santi, come pure della santa inginocchiata a sinistra, il cui volto è contratto dal dolore per la morte del Salvatore.

Questa bellissima tavola è uno dei rarissimi capolavori sopravvissuti del pittore Giottino, una delle massime personalità della pittura toscana del XIV secolo e sapiente interprete di quel “dipingere dolcissimo e unito” tanto apprezzato da Giorgio Vasari nelle sue Vite.

Giotto di maestro Stefano, detto Giottino, Compianto su Cristo morto, 1350-1355 ca., Gli Uffizi

Indirizzo

Piazzale Degli Uffizi 6
Florence
50122

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La grande pala realizzata dall’Urbinate nei primi anni del Cinquecento fu acquisita dopo la sua morte dall’amico Baldassarre Turini: rimase nella chiesa fino alla fine del Seicento, quando Ferdinando de’ Medici la volle di nuovo nella sua reggia. Gallerie degli Uffizi
Ci siamo!
Conferenza stampa ✅
Taglio del nastro ✅
Interviste ✅

Ora è il momento di ammirare l'opera... è aperta la mostra "Raffaello, La Madonna del Baldacchino. Ritorno in cattedrale" che, grazie al progetto Uffiizi Diffusi delle Gallerie degli Uffizi, ha riportato nella Ca****la Turini del Duomo di Pescia il capolavoro del maestro urbinate.

Vi aspettiamo fino al 30 luglio a Pescia! La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00.
Prenotazione altamente consigliata, a partire dal 7 maggio, su www.madonnadelbaldacchino.it
Per tutte le informazioni: [email protected]

📸 Claudio Minghi

Città di Pescia Diocesi di Pescia Fondazione Caript

Con la conferenza stampa e l'inaugurazione di questa mattina diamo ufficialmente il via alla mostra Raffaello, La Madonna del Baldacchino. Ritorno in cattedrale.
Fino al 30 luglio, all'interno della Ca****la Turini del duomo di Pescia, sarà possibile ammirare il capolavoro di Raffaello grazie al progetto Uffizi Diffusi delle Gallerie degli Uffizi in un confronto unico con la copia del fiorentino Pier Dandini e insieme alle altre opere esposte in cattedrale.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00.
Prenotazione altamente consigliata, a partire dal 7 maggio, su www.madonnadelbaldacchino.it
Per tutte le informazioni: [email protected]

📸 Claudio Minghi

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𝘤/𝘰 𝘚𝘢𝘭𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘚𝘪𝘯𝘥𝘢𝘤𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘗𝘢𝘭𝘢𝘻𝘻𝘰 𝘊𝘰𝘮𝘶𝘯𝘢𝘭𝘦

𝙍𝙞𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚 𝘼𝙧𝙚𝙨𝙚 𝙞𝙣 𝙘𝙖𝙧𝙘𝙚𝙧𝙚
𝘥𝘪 𝙁𝙧𝙖𝙣𝙘𝙚𝙨𝙘𝙤 𝙃𝙖𝙮𝙚𝙯
𝘰𝘭𝘪𝘰 𝘴𝘶 𝘵𝘦𝘭𝘢 (151𝘹116 𝘤𝘮) (1828)



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Dalla primavera 2024 "Uffizi diffusi" sarà anche a Palazzo Ducale.

Ritorneranno qui, dopo essere state restaurate, le opere delle Gallerie degli Uffizi, rimosse dopo il terremoto del 2013.

👇
http://www.interno.gov.it/it/node/39327

Ministero della Cultura Regione Toscana
Raffaello, La Madonna del Baldacchino
Ritorno in cattedrale
Dal 6 maggio al 30 luglio nella Ca****la Turini del duomo di Pescia

Lo straordinario capolavoro di Raffaello torna a Pescia dopo oltre trecento anni grazie al progetto Uffizi Diffusi delle Gallerie degli Uffizi. Un'occasione unica per ammirare nella sua antica collocazione la maestosa pala d'altare di Raffaello.

Inaugurazione su invito il 6 maggio, apertura al pubblico dal 7 maggio.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00.
Prenotazione altamente consigliata, a partire dal 7 maggio, su www.madonnadelbaldacchino.it
Per tutte le informazioni: [email protected]

Fondazione Caript Città di Pescia Musei Città di Pescia Diocesi di Pescia Sistema Museo

UFFIZI DIFFUSI A PONTREMOLI

Dopo la recente acquisizione da parte delle Gallerie degli Uffizi, il celebre dipinto "Ritratto del conte Arese in carcere" di Francesco Hayez viene mostrato in anteprima nel Comune di Pontremoli.

Il direttore Eike Schmidt: “Il magnifico dipinto prestato a Pontremoli a suggello dell’interesse che Hayez aveva per la città”.

Grazie al progetto "Uffizi diffusi" la cittadina di Pontremoli, Porta di Toscana, accoglie negli spazi del Palazzo Comunale il capolavoro con il quale Francesco Hayez riesce ad esprimere le speranze e le delusioni del Risorgimento italiano.

Il dipinto sarà visitabile dal 5 maggio al 31 agosto 2023 presso il Palazzo Comunale di Pontremoli 👉 Tutte le info su www.pontremoliportaditoscana.it

📷 Lunigiana World



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𝕃𝕒 𝕔𝕖𝕣𝕒𝕞𝕚𝕔𝕒 𝕕𝕚 𝕄𝕠𝕟𝕥𝕖𝕝𝕦𝕡𝕠 𝕖 𝕘𝕝𝕚 𝕌𝕗𝕗𝕚𝕫𝕚. 𝕌𝕟𝕒 𝕘𝕒𝕝𝕝𝕖𝕣𝕚𝕒 𝕕𝕚 𝕔𝕠𝕟𝕗𝕣𝕠𝕟𝕥𝕚
𝟙 𝕒𝕡𝕣𝕚𝕝𝕖 – 𝟙 𝕠𝕥𝕥𝕠𝕓𝕣𝕖 𝟚𝟘𝟚𝟛
Il programma delle domeniche per famiglie prevede una visita guidata alla mostra e alle collezioni del Museo seguita da dimostrazioni di lavorazione della ceramica per gli adulti e da un laboratorio tematico per bambini presso la Fornace Red 1509.

𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝟕 𝐌𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨
🏺 Ore 16.00: Visita e dimostrazioni al Museo e alla Fornace. La visita pone l'attenzione sull'uso della ceramica come contenitore di essenze e medicinali per le farmacie storiche della Toscana. Al termine della visita, sarà possibile assistere a dimostrazioni di pittura e di lavorazione al tornio presso la Fornace del Museo.
🌿 Ore 17.00: Laboratorio per bambini e ragazzi alla Fornace: la bottega dello speziale e la creazione di un diffusore di essenze. Durante l'attività i ragazzi saranno guidati dall'operatore nel riconoscere e miscelare i profumi della natura. Saranno create, in ceramica, delle sculture, adatte ad essere utilizzate come diffusori di essenze e profumi.

📌 INFO, PRENOTAZIONI E COSTI
Fondazione Museo Montelupo Onlus
Museo della Ceramica
Tel. 0571 1590 300
[email protected]

La mostra è promossa e organizzata dal Comune di Montelupo Fiorentino e Fondazione Museo Montelupo e inserita nel progetto Terre degli Uffizi, ideato e realizzato da Le Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze all’interno delle rispettive iniziative Uffizi Diffusi e Piccoli e Grandi Musei.



Fondazione CR Firenze Gallerie degli Uffizi
Lunedì prossimo, il direttore delle Gallerie degli Uffizi sarà al Teatro Nuovo a parlare del Museo del Futuro. Ci vediamo lì?

Festival del giornalismo di Verona
🌿 Hosted by the Giardino di Boboli (Firenze) - Boboli Gardens (Florence), the celebrates its VI Annual Forum on May 25th and 26th in , Italy

💚 The Forum will take place at the Gallerie degli Uffizi under the topic “A Europe of United Gardens”.


💚 Under this topic, the ERHG wants to highlight the importance of the common aspects that are shared among across boundaries and along time, together with the richness of their diversity. Two sides of the same coin that make this strong and unique.

On the occasion, the ERHG will also celebrate its General Assembly on May 26th.


📌 The forum is open to all interested parties.

📎 Please, see the Program and registration link on our website (in person registrations are already closed): https://www.europeanhistoricgardens.eu/en/hosted-boboli-gardens-annual-forum-florence-italy


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