03/04/2025
Manca un anno alle amministrative nel e abbiamo colto l'occasione del nuovo cambio in centro storico a Comacchio per fare il punto con il segretario del .democratico.comacchio Michele Farinelli
CT: Segretario, il 1° aprile è terminata la sperimentazione sulla ZTL nel centro storico di Comacchio. Come giudica questa scelta?
MF: La giudico per quello che è: un’occasione mancata. Abbiamo assistito a una sperimentazione durata cinque mesi, gestita senza un confronto pubblico e archiviata nel silenzio più totale. Nessuna valutazione condivisa, nessun coinvolgimento dei cittadini, nessuna idea sul futuro del centro storico. È l’ennesima dimostrazione di una politica che evita il confronto e agisce per piccoli aggiustamenti, senza visione.
CT: Eppure l’obiettivo era quello di rispondere a esigenze dei commercianti.
MF: Certo, ed è giusto ascoltare le esigenze di chi ogni giorno tiene aperta una saracinesca. Ma non possiamo continuare a inseguire le emergenze con soluzioni tampone. Il centro storico ha bisogno di molto di più: servono investimenti, progettazione, una visione che metta insieme accessibilità, sostenibilità, attrattività e qualità della vita. E invece si è scelto di tornare indietro, senza nemmeno chiedere ai cittadini cosa ne pensano.
CT: Quale sarebbe stata, secondo voi, la strada da seguire?
MF: Aprire un vero processo partecipativo. Usare strumenti come i bandi regionali per gli hub urbani, che altre città hanno sfruttato con successo per trasformare i loro centri in luoghi vivi, inclusivi, capaci di attrarre giovani, cultura, innovazione. A Comacchio, invece, si continua a navigare a vista. E non è accettabile, soprattutto in un momento storico in cui servirebbero coraggio e capacità di visione.
CT: Quindi non è solo una questione di ZTL?
MF: Esattamente. La ZTL è solo la punta dell’iceberg. Il problema è che manca un progetto complessivo di rigenerazione urbana. Manca una politica che metta al centro le persone, i diritti, le disuguaglianze. E manca la volontà di costruire qualcosa di nuovo insieme alla comunità. Non possiamo rassegnarci all’idea che Comacchio resti una cartolina: deve tornare a essere un luogo vissuto, dove si costruisce il futuro insieme.
CT: Il PD di Comacchio come intende agire?
MF: Vogliamo essere parte attiva del cambiamento. Ascoltare, proporre, costruire insieme. Il nostro obiettivo è un centro storico che torni a essere il cuore della comunità, non una vetrina vuota. Ma per farlo serve anche una classe dirigente all’altezza, capace di uscire dalle logiche del passato.
CT: A proposito di classe dirigente, che giudizio date al centrodestra locale?
MF: Guardi, qui sta il punto politico più serio. Manca giusto un anno alle prossime elezioni amministrative ed il centrodestra comacchiese e soprattutto Fratelli d'Italia cerca di presentarsi come nuovo cambiando qualche volto, spostando pedine, ma la sostanza resta la stessa. E lo dimostra il fatto che nel 2020 hanno sottoscritto – uniti – un unico programma elettorale. È ancora quello che guida le scelte di oggi. Cambiare le persone senza cambiare la visione, i valori, le priorità non è cambiamento. È solo marketing politico. E i cittadini, oggi più che mai, meritano molto di più.
CT: Un messaggio per chi oggi si sente disilluso dalla politica locale?
MF: Capisco la disillusione, ma proprio per questo serve ancora più partecipazione. Noi non ci arrendiamo al presente. Continueremo a lavorare per costruire un futuro diverso: più giusto, più sostenibile, più condiviso. E invitiamo tutte e tutti a farlo con noi.