17/06/2020
Scoprendo l'Umbria
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#riaperture
La sua elaborazione è stata molto lunga e piena di aneddoti ma 🖼 questo olio su tavola è veramente sbalorditivo.
Quando fu commissionata all’artista, che si trovava a Città di Castello da parte della locale Compagnia dal Corpus Domini, erano previsti un Cristo "resuscitato e glorioso", quattro sante e, in basso “diverse figure che representino il populo, con quelli angeli che a lui [al pittore] parerà di acomodare".
Un piccolo aiuto per individuare il capolavoro di cui ti stiamo parlando te lo può dare Giorgio Vasari che racconta che mentre il pittore stava lavorando🖌a questa opera, gli cadde addosso un tetto, che guastò il dipinto, ed il pittore fu colto da altissima febbre💊.
Rifugiatosi a Sansepolcro e costretto in virtù del contratto ad eseguire il lavoro, come adirato, “figurò – scrive Vasari – un popolo e un Cristo in aria adorato da quattro figure, e qui vi fece mori, Zingari e le più strane cose del mondo, e dalle figure in poi che di bontà sono perfette, il componimento attende a tutt’altra cosa che all’animo di coloro che gli chiesero tal pittura”.
Si hai proprio indovinato... stiamo parlando della bellissima pala del Cristo Risorto in Gloria realizzata nel 1528-1530 da Giovanni di Battista di Jacopo di Gasparre detto il Rosso fiorentino (Firenze 1495 – Fontainbleau 1540) esposta nel Salone Gotico del Museo Duomo Città di Castello.
Ti ricordiamo che questo🏛 museo è uno dei più grandi🤓 musei italiani dedicati all’arte sacra. La raccolta si è formata con lo scopo di dare un’adeguata collocazione alle opere d’arte di proprietà del Capitolo della cattedrale e delle chiese del territorio e si contraddistingue per quantità e qualità di oggetti liturgici, che spaziano dal VI al XIX secolo.
Il museo è riaperto al pubblico dal 6 giugno.
Per saperne di più 👉 bit.ly/2UCvLSP
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