La Dea di Morgantina
La Dea di Morgantina è un originale greco realizzato con due tipi di materiali lapidei, calcare per il corpo e marmo pario per la testa e gli arti, secondo la tecnica acrolitica sperimentata fin dall’età arcaica nella statuaria greca. La figura era completata dalla decorazione policroma di cui restano tracce di colore rosa, azzurro e rosso nel panneggio e che doveva conferir
e all’immagine un aspetto di impressionante vitalità. L’opera è priva del piede e del braccio sinistro e della parte posteriore della testa, e presenta il corpo fratturato in tre parti, ricomposto dai restauratori del Getty mediante un funzionale sistema di fissaggio. Ad essa sono pertinenti circa un centinaio di frammenti di calcare, riferibili prevalentemente a parti del panneggio e non più integrabili alla figura. Alta circa 2,30 metri, la statua raffigura una divinità femminile che impetuosa incede nello spazio e nel braccio destro doveva tenere nella mano un attributo, forse una fiaccola. Una elaborata acconciatura, probabilmente in metallo dorato, decorata da un copricapo, doveva completare l’immagine e ridare giusto equilibrio proporzionale all’intera figura. La resa del panneggio, contraddistinto dal cosiddetto “effetto bagnato” richiama lo stile delle sculture del Partenone realizzate dal grande scultore Fidia e dalla sua bottega operante ad Atene nella metà del V secolo a.C. L’uso di una tecnica così peculiare che prevedeva la combinazione della pietra calcare e del marmo solo per le parti nude della figura, utilizzata prevalentemente in Sicilia per sopperire alla penuria di marmo locale è, inoltre, un ulteriore probante indizio dell’originaria provenienza di questo capolavoro, certamente un unicum nell’ambito della scultura siceliota e greca. Storia
La statua fu trafugata tra il 1970 ed il 1980, nel sito archeologico nei pressi di Aidone (En), verosimilmente in località San Francesco Bisconti, area contrassegnata dalla presenza di sacelli arcaici (piccole aree recintate e senza coperture, situate intorno ad un altare) e da rinvenimento di frammenti di statue in terracotta a grandezza naturale. Rotta in tre parti, forse già al momento della caduta in antico, l’opera attraverso vari intermediari e seguendo l’iter consueto tracciato dai trafficanti di reperti antichi, venne esportata illegalmente prima in Svizzera e poi in Inghilterra. uno degli antiquari più noti a livello internazionale che nel 1986 acquistò la statua per 1,5 milioni di dollari rivendendola due anni dopo al Getty per 18 milioni di dollari. Le clamorose rivelazioni rilasciate nel 1988 da Thomas Hoving, ex-direttore del Metropolitan Museum di New York, alla rivista “Conoisseur” riguardo la presunta provenienza della statua dal sito di Morgantina, uno dei territori più saccheggiati dalla Sicilia, fecero scattare le indagini della magistratura ennese. Già in quegli anni, la Soprintendenza di Agrigento, allora competente per il territorio di Morgantina, aveva denunciato scavi clandestini concentrati nell’area sacra di San Francesco Bisconti e le dichiarazioni di Hoving sembravano coincidere con le indiscrezioni raccolte dalla stessa Soprintendente Fiorentini circa la scoperta di una grande statua di culto. Le procure italiane e il Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio culturale avviarono un complesso lavoro di indagini giudiziarie per far luce sulle varie fasi del trafugamento di importanti reperti tra i quali il gruppo di acroliti in marmo acquistati dal magnate dei diamanti Templesman e il tesoro di argenti finito nelle collezioni del Metropolitan. Si aprì in quegli anni un delicato e difficile contenzioso con i più importanti musei americani destinato a concludersi, solo dopo alterne vicende, sensazionali rivelazioni e complesse trattative con la restituzione all’Italia di straordinari capolavori. Dopo lunghe trattative, il 25 settembre del 2007, il ministero dei Beni Culturali, l’assessorato dei Beni Culturali della Sicilia e quattro musei americani hanno sottoscritto un accordo, in virtù del quale il J.Paul Getty Museum, il Metropolitan Museum di New York,il Museum of Fine Art di Boston e il Princeton University Art Museum, riconoscendo la legittimità dell’azione del governo italiano hanno accettato la restituzione di ben 67 capolavori, tra i quali la dea di Morgantina. In cambio l’Italia, in un clima di ritrovata collaborazione culturale, si è impegnata a favorire il prestito di opere condividendo e promuovendo con i partners statunitensi la realizzazione di importanti iniziative culturali. Nel marzo 2010 l’Assessorato dei Beni culturali e dell'Identità siciliana ha firmato un accordo con la direzione del Paul Getty Museum che prevede, la condivisione di progetti tra i quali, lo scambio di reperti archeologici, l'organizzazione di mostre e un piano di ricerca sui sistemi antisismici a protezione del patrimonio archeologico. Ticket
in vigore dal 17 maggio 2011
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AIDONE
Biglietto intero: 6,00 euro
Biglietto ridotto: 3,00 euro
Orari di visita: tutti i giorni dalle 9,00 alle 19,00
AREA ARCHEOLOGICA DI MORGANTINA
Biglietto intero: 6,00 euro
Biglietto ridotto: 3,00 euro
Orari di visita: tutti i giorni dalle 9,00 alle 19,00
BIGLIETTO UNICO CUMULATIVO (Museo + Area)
Biglietto intero: 10,00 euro
Biglietto ridotto: 5,00 euro
Residenti della provincia di Enna: 1,00 euro