31/05/2024
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Michele si trovava di fronte alla vecchia fornace di Agropoli, osservandola con occhi pieni di ricordi e di stupore. Non era piรน il luogo desolato e silenzioso che si aspettava di trovare. Al contrario, la fornace era stata trasformata in un museo di Archeologia Industriale, che celebrava proprio i tempi in cui era in funzione. Le mura annerite, un tempo vibranti di vita e di lavoro, adesso ospitavano pannelli esplicativi e reperti storici, mantenendo viva la memoria del passato.
Ricordava le lunghe giornate passate a maneggiare la creta e a controllare i forni. Il calore era intenso, quasi soffocante, e la fatica si accumulava nei muscoli, ma Michele trovava in quel lavoro una sorta di soddisfazione. Ogni sera, al calare del sole, concludeva il suo turno e si preparava per il viaggio di ritorno a Moio. La strada era lunga e tortuosa, priva di illuminazione e spesso immersa in un buio che sembrava inghiottirlo. Solo il bagliore della luna e delle stelle gli tenevano compagnia, mentre i suoni della notte lo avvolgevano.
Ogni passo era una sfida ai suoi nervi. I rumori del bosco, gli ululati lontani dei lupi e lo scricchiolio delle foglie sotto i suoi piedi alimentavano le sue paure. Eppure, Michele continuava imperterrito, tenendo stretto nel cuore il pensiero dei suoi sogni: costruirsi una vita migliore, una casa propria e magari una famiglia. Ma c'era un altro pensiero, un pensiero dolce e segreto, che gli dava la forza di affrontare quelle notti oscure.
Domenica dopo domenica, Michele attendeva con impazienza di incontrare Maria, la figlia dei proprietari della fornace. Il loro era un amore nascosto, un legame intenso e appassionato, coltivato nei pressi della vecchia fabbrica. Si incontravano di nascosto, lontano dagli sguardi indiscreti, tra i mattoni impilati e le ombre della fornace. Ogni incontro era carico di emozioni, di sguardi fugaci e parole sussurrate.
Maria era tutto per lui. I suoi occhi brillavano di una luce che Michele non trovava in nessun altro luogo. Il loro amore era come il fuoco dei forni della fornace, ardente e inarrestabile, ma altrettanto pericoloso. Michele sapeva che il loro legame sarebbe stato osteggiato dalle famiglie, ma non poteva fare a meno di amarla.
Oggi, di fronte a quella fornace trasformata in museo, Michele ripensava a quegli anni con una malinconia dolceamara. Si chiedeva cosa fosse successo a Maria, se avesse trovato la felicitร . Si chiedeva se anche lei pensasse a lui e a quei momenti rubati. Con un sorriso nostalgico, Michele percorse le sale del museo, osservando i vecchi strumenti di lavoro e le fotografie che raccontavano la storia della fornace. Ogni dettaglio riportava alla mente ricordi vividi di un tempo passato.
Le paure di allora sembravano ora piccole e lontane, e i sogni di un tempo avevano lasciato il posto a nuove realtร . Ma il ricordo di quei giorni, del suo cammino verso Moio nel buio e degli incontri con Maria, rimaneva vivo e presente nel suo cuore. Era un capitolo della sua vita che non avrebbe mai dimenticato, un ricordo che lo accompagnava ancora oggi, come un'antica melodia che risuonava nel silenzio della sua anima.
Il museo, con la sua capacitร di preservare la storia, dava a Michele la speranza che anche i suoi ricordi, e l'amore per Maria, potessero vivere per sempre, immortalati come le testimonianze della fornace.
(Liberamente ispirata ad un racconto vero. Ogni riferimento รจ puramente casuale)