18/04/2024
Aretè - Spazio Identitario
Nel Centenario della Prima Guerra Mondiale il ricordo della partecipazione di Modena e Provincia non
Aretè - Spazio Identitario
Varo dell'incrociatore Raimondo Montecuccoli nell'agosto 1934 in una foto da eBay. Sulla prua della nave si notano per l'occasione due enormi fasci littori a celebrazione dei successi del Regime. Era presente il podestà di Pavullo nel Frignano Vincenzo Ghibellini. (Sestri Levante)
La sezione storica del Centro Museale del Castello di Montecuccolo presso il Comune di Pavullo nel Frignano si è arricchita con un nuovo modellino, che riconsegna alla nostra memoria una pagina gloriosa della storia della marina militare italiana 🇮🇹. Dopo il modellino del maniero, abbiamo così inserito, l'incrociatore "Raimondo Montecuccoli" nella sala dedicata al nostro più famoso concittadino. Realizzato (negl'anni '70/'80) in legno e lungo 1 metro e 20, l'esposizione arriva dopo più di un anno di restauro, a cura di Roberto Amadori de Il Frignano dei Montecuccoli. La nave varata nel 1934, venne dedicata al grande generale frignanese; partecipò ai combattimenti della seconda guerra mondiale tra 1940 e 1942. Protagonista di diversi viaggi in tutto il mondo, termino' la sua carriera nel 1964 e venne demolita nel 1972.
Il 19 settembre, abbiamo ricevuto la gradita visita di una delegazione del nuovo PPA (pattugliatore) “Raimondo Montecuccoli” , che verrà ufficialmente consegnato alla Marina Italiana il 27 settembre.
Erano presenti il Tenente di Vascello Eleonora Castello, il Capitano di Fregata Massimiliano Poggi, il Capitano di Vascello Fabrizio Orengo (Comandante del Centro Allestimento Nuove Costruzioni Navali) ed il Comandante di Nave Montecuccoli Capitano di Fregata Alessandro Troìa.
Tutti e quattro i graditi ospiti si sono detti entusiasti dell’imponenza del Castello, dell’impegno profuso per mantenerlo “vivo” e del lavoro fatto per riportare in auge una figura tanto importante come quella di Raimondo Montecuccoli. ▪️Articolo & foto della visita sul sito del "Frignano dei Montecuccoli" a cui è affidato l'allestimento del Museo "Raimondo Montecuccoli" https://www.ilfrignanodeimontecuccoli.it/2023/09/23/esposizione-al-pubblico-del-modellino-raffigurante-lincrociatore-raimondo-montecuccoli-e-visita-di-una-delegazione-del-nuovo-ppa-raimondo-montecuccoli/
https://telegra.ph/La-benda-strappata-al-pilota-americano-08-29
Il 13 maggio 1944 la città di Modena subì il più duro attacco aereo di tutta la guerra: i principali obiettivi delle bombe alleate erano la stazione centrale dei treni e la caserma Ciro Menotti, in pieno centro storico, sede della scuola allievi ufficiali della Guardia nazionale repubblicana (GNR...
25 aprile - la narrazione sulla seconda guerra mondiale è funzionale al dominio americano sull'Italia e sull'Europa.
Nell'immagine gli Alpini della Monterosa in servizio all'esercito repubblicano (gli Alpini hanno fatto semplicemente il loro dovere per la Patria).
Quando si parla di Seconda Guerra Mondiale, si ricordano esclusivamente i partigiani, non si parla mai dei soldati caduti su tutti i fronti per la patria dal 1940 al 1943, perchè combattevano contro gli angloamericani.
La memoria dei combattenti repubblicani è dannata, perchè hanno combattuto contro gli angloamericani.
La memoria dei partigiani è glorificata perchè hanno combattuto assieme agli angloamericani. Ormai eradicata dalla memoria l'appartenenza di buona parte di questi al movimento comunista, la narrazione del 25 aprile glorifica ogni anno il dominio statunitese, al quale tutti i partiti da destra a sinistra devono adeguarsi, come un tabù inviolabile, salvo indignazione e riprovazione su tutti i canali del mainstream.
Persino la Destra ha oscurato, quei reduci repubblicani, che nel dopoguerra fondarono il MSI, un partito con il quella la Destra attuale non ha davvero più nulla a che spartire, benchè ne utilizzi per fini elettorali il simbolo della Fiamma Tricolore.
23 marzo anniversario di Sansepolcro (1919). La fondazione del Fascio di Combattimento e' il punto di arrivo di un percorso iniziato 5 anni prima con la nascita del "quotidiano socialista" IL POPOLO D'ITALIA. Qui il n.36 del 20 dicembre 1914 che invita le piazze all'interventismo. Si noti l'aforisma di Napoleone: "la rivoluzione è un'idea che ha trovato delle baionette" e di Blanqui "chi ha del ferro, ha del pane"...che prefigurano lo stile del futuro Duce. Dunque un quotidiano socialista con lo scopo di colpire il muro neutralista opposto dai socialisti ovvero dall'area dei lavoratori (Benito ha infatti appena abbandonato la direzione dell'Avanti e il PSI). È da queste pagine che nasce una nuova idea politica, di un socialismo patriottico o socialismo nazionale contrapposto alla versione marxista e bolscevica ma al contempo anche al capitalismo e al liberalismo e alle sue istituzioni. Se inizialmente coinciderà con l'asse geopolitico britannico (da cui riceverà finanziamenti) con la conferenza di Versailles del 1919, e l'impresa di Fiume, tutta l'esperienza del Fascismo sarà di lotta contro l'imperialismo anglosassone (si pensi alle sanzioni nel 1936) e angloamericano nella seconda guerra mondiale fino agli ultimi giorni della Repubblica Sociale Italiana dell'aprile 1945. 🇮🇹
Il 22 marzo 1885 veniva posata la prima pietra del Vittoriano, il futuro Altare della Patria.
Progettato per onorare la dinastia Savoia, con la tumulazione del Milite Ignoto evolverà in simbolo perpetuo dell'Unità Nazionale e dei nostri Valori. 🇮🇹 https://t.me/associazioneMEMENTO
https://telegra.ph/Giovanni-Borelli-il-precursore-03-15
Il cinegiornale Luce dell’11 agosto 1937 ospitava un breve servizio sull’inaugurazione, avvenuta a Pavullo il 1° agosto, del monumento in onore di Giovanni Borelli (1867-1932). Il discorso celebrativo era stato tenuto dall’allora ministro della giustizia, il finalese Arrigo Solmi.
Aprile 1919. A 20 giorni dalla riunione di San Sepolcro a Milano, si tiene a Bologna la prima riunione del "Fascio", termine che all'epoca aveva un significato molto simile a "Lega" o "Unione", tanto che nella citta' felsinea nello stesso anno nascerà il "Fascio Socialista Comunista" (promosso dal leader anarchico Armando Borghi e teso all'unità delle forze socialiste e anarchiche https://www.storiaememoriadibologna.it/fascio-socialista... ). Ad aprire l'incontro del "Fascio" troviamo un personaggio inaspettato, "Pietro Nenni" esponente repubblicano. La riunione di San Sepolcro era avvenuta appena 20 giorni prima, pertanto il programma dei "Fasci di Combattimento" era ancora in evoluzione. La base dei "san sepolcristi" era il quotidiano "il Popolo d'Italia" che era il giornale "socialista interventista", pertanto quelle primissime riunioni, univano in primis quei socialisti, repubblicani e sindacalisti rivoluzionari, che avevano appoggiato l'intervento (al contrario del PSI) e avevano partecipato come combattenti alla Grande Guerra. In questa sorta di nascente "sindacato dei reduci" la presenza di Pietro Nenni, si spiega con l'amicizia personale con Benito Mussolini, maturata nella loro Forlì, ai tempi delle proteste contro la guerra di Libia del 1911 (e la carcerazione) e durante l'insurrezione della settimana rossa nel giugno 1914 allo scoppio del conflitto mondiale (passando poi successivamente entrambi a favore dell'intervento contrariamente alle posizioni del PSI). La prima riunione bolognese ha quindi un carattere fortemente "repubblicano-combattentista", con una pregiudiziale anticlericale (Nenni aveva diretto un giornale dal nome "Lucifero!") e antimonarchica. Metà dei presenti, cattolici e monarchici escono immediatamente. Successivamente lasceranno il "Fascio" perfino i nazionalisti, fondando una "Lega Antibolscevica". Prima di abbandonare il "Fascio", dal suo giornale, Nenni approverà l'assalto milanese, al quotidiano socialista "l'Avanti!", di cui poi diverrà storico direttore, una pagina che successivamente gli verrà a lungo rimproverata e ricordata da altri antifascisti. Parimenti a fine aprile, si apre la prima riunione del "Fascio" a Parma, e anche qui vi troviamo una sorpresa, a dirigerla vi è Alceste De Ambris, leader del sindacalismo rivoluzionario, che fu di Filippo Corridoni, interventista, combattente, sarà l'autore durante l'impresa di Fiume, della famosa Carta del Carnaro. Passato al fronte antifascista, al ritorno da Fiume; inutilmente anni dopo, il Mussolini, Capo del Governo, tenterà di recuperarlo tramite la mediazione di D'Annunzio, a cui De Ambris si negherà, ormai in esilio all'estero. Il terzo "Fascio" emiliano-romagnolo nasce a fine maggio a Modena, quest'ultimo caratterizzandosi in chiave "nazionalista". Si evince cosi il carattere senz'altro "antibolscevico" ma fortemente "socialista-repubblicano", "anticlericale" e "rivoluzionario" delle prime riunioni dei "san sepolcristi" emiliano-romagnoli, tanto che alcuni di essi passeranno immediatamente dopo al fronte opposto antifascista. Bibliografia: Alberghi Pietro "Il Fascismo in Emilia Romagna. Dalle origini alla marcia su Roma", Mucchi Editore, 1989. - testo di Alessio Bononcini
Furono quasi 2000 i modenesi che partirono per la Marcia su Roma. Voglio ricordare alcuni studi storiografici che ci consegnano la memoria di quei fatti da una prospettiva locale.
Alberghi Pietro – Mucchi Editore
Il Fascismo in Emilia Romagna dalle origini alla Marcia su Roma, 1989
Modena nel periodo fascista, 1998
Bruno Zucchini ‘900edizioni
Modena in camicia nera – 2016 parte di una trilogia
Recentemente Fabio Montella Bagliori d’Incendio e Modena e Provincia nella Grande Guerra volume quest’ultimo dal quale traspare il clima di tensione nella Bassa Modenese, i Sindaci socialisti contrari all’intervento….il clima che porterà in quel contesto socioeconomico alle violenze del biennio rosso e alla conseguente reazione fascista. Forse proprio questa può essere la spiegazione del fatto che più del 50% dei partecipanti alla Marcia veniva dalla Bassa, più del 60% se sommiamo Carpi.
Sono 18 i caduti tra ’21 e ’22 di cui uno di loro proprio durante la Marcia e a Roma non arrivò mai……
https://www.lapressa.it/.../la-marcia-su-roma-il-ruolo...
👉Appuntamento oggi alle ore 18:00 a Modena sala Ascom in via Piave n.125. Furono quasi 2000 i Modenesi che parteciparono alla Marcia su Roma.
Secondo gli studi condotti da Pietro Alberghi i nostri concittadini che si sono diretti verso Roma sono stati 1926
100 anni fa, 2.000 modenesi partirono per la Marcia su Roma. A distanza di un Secolo, occorre analizzare questo evento pur nella sua drammaticità, per consegnarlo alla Storia; comprenderne le dinamiche che lo resero possibile come tappa finale di un processo che dall'Interventismo alla Grande Guerra 1915-1918, dall'avventura di Fiume alla violenza del biennio-rosso 1919-1920, portò al Fascismo e alla crisi della democrazia liberale. Chi erano i 2.000 modenesi che vi parteciparono, da quali aree della provincia provenivano e perché alcuni territori e il loro sistema economico erano maggiormente predisposti allo scontro violento mentre altre zone del modenese furono sostanzialmente tranquille? Ne parliamo sabato 26 novembre a Modena presso la sala Ascom di via Piave 125, alle ore 18:00 con Lorenzo del Boca autore del volume "Mussolini e la Marcia su Roma" e con Paolo Casolari per quanto attiene la prospettiva modenese, con un tributo a Bruno Zucchini e Alberghi Pietro ai quali dobbiamo i più completi lavori storiografici documentali archivistici sul tema. INGRESSO LIBERO
https://www.facebook.com/Cimitero-Militare-della-Grande-Guerra-di-Modena-103115412623611/
Il Cimitero Militare fu istituito a partire dal 1915 e vi furono sepolti i militari ricoverati presso gli ospedali della città. Ospita 1100 caduti di tutte le aree geografiche della Nazione ed un caduto del Commonwealth.
4 NOVEMBRE FESTA NAZIONALE 🇮🇹 Quella che va al fronte è un Italia nella quale si parlano ancora i dialetti, gli italiani tra loro ancora non si capiscono. 4 anni di guerra furono un'esperienza più unificante di quanto non possa essere stato il Risorgimento. Negli anni '20 il Fascismo fece erigere in ogni comune d'Italia un monumento a ricordo dei caduti; un opera enorme che ha lasciato un segno in ogni parte d'Italia. Era la costruzione di un'identità comune nazionale. Si è vero, tradimmo la Triplice e forse avremmo dovuto sostenere gli imperi centrali. Si è vero a Versailles nel 1919 fummo traditi e la Vittoria fu mutilata.....da qui l'impresa di Fiume...e poi se vogliamo anche la Marcia su Roma. Nell'Italia repubblicana si è sostituito il ricordo di un Referendum tra l'altro pieno di brogli, come Festa Nazionale mentre il 4 novembre è troppo patriottico quindi è stato messo da parte. Spero che il nuovo Governo ripristini il 4 Novembre come principale FESTA NAZIONALE 🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹
Nel Centenario della Marcia su Roma, 28 ottobre 1922 oltre al fondamentale studio di Renzo De Felice, Mussolini il Fascista – La conquista del potere 1921-1925, Einaudi Editore 1976, per quanto attiene alla “storia locale” segnalo gli studi documentali di Alberghi Pietro, Il Fascismo in Emilia-Romagna – Dalle origini alla Marcia su Roma, Mucchi Editore 1989 e Modena nel Periodo Fascista (1919-1943), Mucchi Editore 1998. Infine il più recente Modenesi in camicia nera (1919-1943), dello scomparso Bruno Zucchini, parte di una trilogia, Edizioni ‘900Storia, 2016. In quest’ultimo volume in particolare si trova l’elenco di 13 pagine, dei partecipanti, quasi 2000, con l’indicazione del comune di provenienza, dal quale si potrebbe estrapolare quali furono le aree della Provincia di maggiore partecipazione. La prima evidenza è la maggiore partecipazione dalla Provincia che non dalla città. Sappiamo che per ragioni legate al diverso sistema economico, gli scontri del biennio rosso, si fecero più accesi nella Bassa, dove era più sviluppata un’economia agricola, e quindi non a caso il fascismo modenese si sviluppa fortemente a Carpi e nel mirandolese, dove forte fu la reazione degli agrari. Mentre la città di Modena è il principale teatro degli scontri tra 1919-1922, l’appennino è relativamente tranquillo, da sempre di area cattolica-popolare, dove sempre per la ragione del sistema economico della montagna, le camere del lavoro non avevano preso particolarmente piede, e di conseguenza neppure la reazione fascista. In ogni modo San Felice, Fanano, Pievepelago sembrano i comuni che diedero maggiori partecipanti (mi riservero’ uno studio più accurato), quest’ultimo comune diede anche il primo parlamentare modenese dei fasci. In conclusione una riflessione, chi partecipò alla Marcia su Roma, cento anni fa, non poteva neppure immaginare quello che sarebbe avvenuto dopo. E’ stato spiegato molto bene nella trasmissione di ieri sera andata in onda su Focus, Marcia su Roma nella mente del Duce, condotta dal direttore di Mediaset, Andrea Pucci. Si trattava in gran parte di reduci, che al ritorno dal fronte avevano trovato una situazione di caos, tra crisi del sistema liberale e scontri del biennio rosso; individuato Mussolini come uomo che avrebbe potuto mettere a posto le cose, lo seguirono in nome di una rivoluzione “che avrebbe dovuto mettere a posto le cose”. In realtà il 28 ottobre, non nasce una dittatura, ma un governo messo in carica dal Re Vittorio Emanuele III°, di unità nazionale, sostenuto da liberali e popolari. La situazione muterà completamente con il delitto Matteotti il 10 giugno 1924 e la successiva instaurazione della dittatura. ▪️ Alessio Bononcini 28 ottobre 2022/100°
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/1922-Ep04-Italia-marcia-su-Roma-fb53ae98-f4ae-4d41-9b1a-57568460b643.html
Poco fa su RADIO RAI 1 è andato in onda uno speciale sul Centenario della Marcia su Roma. Io ora qui linko un altra trasmissione sempre della RAI. FINALMENTE una trasmissione che parla di STORIA senza filtri politici o politicamente corretti. Una trasmissione nella quale sono stati intervistati STORICI non commentatori politici. Circa il Centenario è stato detto che è uno degli avvenimenti più importanti della nostra storia nazionale. Del Governo che in quella occasione andò in carica, che "era di unità nazionale con esponenti di altissimo profilo". Chapeau ! Forse finalmente come fu negli anni '80 ai tempi di Renzo De Felice si inaugura un nuovo periodo in cui finalmente si affronta la Storia in modo oggettivo....è ancora presto per dirlo. Ricordo quando al Liceo la prof. di Storia chiese a me di tenere la lezione sulla Marcia su Roma..... il libro di Renzo de Felice lo avevo letteralmente divorato.....forse uno dei più belli che abbia letto.. poi la Marcia la portai anche alla Maturità....
4. La marcia su Roma - 1922 - Il mondo guarda l'Italia, laboratorio di una nuova esperienza politica, totalitaria e antidemocratica: il fascismo.
10 FEBBRAIO – GIORNATA DEL RICORDO
Ancora oggi nel 2022 ci sono molte persone, in particolare i giovani che non sanno cosa sia stata la tragedia delle Foibe; ancora oggi ci sono esponenti del mondo della Cultura, della Politica e della Stampa i quali sostengono che questa “data”, istituita solo in anni recenti, dovrebbe essere cancellata, accusando “il ricordo” di revisionismo.
Il Giorno del Ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda le vittime dei massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, istituita con la legge 30 marzo 2004, n.92 volta a conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Il martirio degli italiani, prese il via dopo l’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943, nei territori del confine orientale Istria, Fiume e Dalmazia. La presenza italiana in questi territori era secolare e legata alla vastissima influenza della Serenissima Repubblica di Venezia su tutta la costa, testimonianza ne sono i nomi italiani delle città di costiera. Questi territori entrano ufficialmente a far parte dell’Italia nella prima metà degl’anni ’20, indubbiamente il Regime rafforzò la presenza italiana che pure era ivi presente da secoli. Dopo l’8 settembre questi territori, si trovarono militarmente sguarniti, ne approfittarono i partigiani croati e sloveni di Tito per effettuare una vera e propria pulizia etnica degli italiani. I nostri connazionali venivano prelevati, seviziati e gettati vivi dentro alle foibe, profondissime insenature, terribili precipizi dentro la roccia, dove le vittime precipitavano, a volte morendo sul colpo, altre volte frantumandosi le ossa e morendo tra terribili stenti, in un cumulo di corpi. La loro colpa era unicamente quella di essere italiani.
La mattanza, proseguì nel 1944 e 1945, spegnendosi definitivamente solo nel febbraio 1947 quando l’armistizio di Cassibile e il trattato di Parigi assegnarono alla Jugoslavia, l’Istria, il Quarnaro, la città di Zara e la maggior parte della Venezia Giulia. Si pensi che la città di Trieste tornò all’Italia solo nel 1954.
Ma non è finita qui, per chi è sopravvissuto, non è rimasta altra scelta che abbandonare la propria casa, inziò così il dramma dell’esodo. Questi italiani (300.000) non trovarono accoglienza nella propria Patria, vennero discriminati, basti pensare all’episodio di Bologna dove il latte destinato ai bambini esuli venne versato da altri italiani accecati dall’odio.
A Modena, nel 2011 è stato realizzato, con una pietra carsica, il monumento ai martiri della Foibe, in Piazzale Natale Bruni di fronte al Tempio dei Caduti. Un traguardo notevole dopo decenni, in cui la conoscenza di queste vicende era negata dall’odio politico, e che invece oggi anche nella nostra città è un simbolo e un luogo tangibile di quel ricordo, prima base per farne una memoria condivisa.
Nel dicembre 2018, proiettammo a Modena, tra i primi in Italia, il film Red Land – Rosso Istria che narra la vicenda simbolo di Norma Cossetto, terribilmente seviziata e assassinata nell’orrore delle foibe. Portare Red Land a Modena più di tre anni fa, non fu affatto facile, sembrò di ripiombare negl’anni di piombo costretti a essere scortati per poter andare al cinema a vederlo, in una città che quella sera era davvero blindata….poi finalmente il film è stato proiettato anche in Rai. Recentemente Beatrice De Maio, consigliere comunale di Modena, ha ottenuto l’intitolazione di una via di Modena a Norma Cossetto, anche per questo ci vorranno i tempi della politica, ma è un altro traguardo raggiunto.
I traguardi che sono stati solo recentemente raggiunti, non solo vanno difesi da coloro che continuano ad attaccarli, ma vanno resi vivi, perché altrimenti sarebbero vuoti e senz’anima come le celebrazioni che si fanno solo perché si devono fare; e quindi ogni anno con passione organizziamo il Ricordo, assieme al Comitato10febbraio quest’anno ci troviamo in Piazzale N. Bruni sabato 12 febbraio alle ore 17:30 sarà un momento di ricordo e di omaggio e di preghiera. L’insieme delle centinaia di iniziative che in tutta Italia vengono organizzate, da volontari con uno sforzo e una passione che sono ammirevoli, è il cemento e l’anima per costruire una MEMORIA CONDIVISA che nulla ha a che fare con l’odio politico nei confronti di un colore o dell’altro, con la gara alla conta delle colpe, con il revisionismo o quant’altro; ma con il doveroso ricordo e affetto per restituire questi morti e questa sofferenza a tutti noi e alla Patria, dopo tanti decenni in cui tutto questo è stato negato.
Sabato 12 febbraio alle ore 17:30, in Piazz.le Natale Bruni, i cittadini modenesi potranno partecipare al ricordo dell'esodo degli italiani che dovettero fuggire dall' Istria e dalla Dalmazia occupate dalle truppe titine e dei connazionali che vennero uccisi nelle foibe dalle truppe di occupazione.
L'iniziativa che si tiene con il patrocinio del Comitato 10 febbraio non prevede nessun simbolo, salvo il tricolore ed le bandiere delle terre irredente.
Albano Sorbelli (Fanano, 2 maggio 1875 – Pavullo nel Frignano, 22 marzo 1944) è stato uno storico, bibliografo e bibliotecario italiano, direttore della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna dal 1904 al 1943. Allievo di Giosuè Carducci e di Pio Carlo Falletti all'Università di Bologna, si laureò in Lettere e filosofia nel 1898 e, successivamente, si perfezionò in Scienze storiche. Nella medesima Università tenne corsi di Biblioteconomia e Bibliografia (1925-1944). Sorbelli fu una figura fondamentale della biblioteconomia italiana. A lui si deve il primo prototipo di sistema bibliotecario bolognese: nel 1909 fondò la Biblioteca Popolare; nel 1921, con l'apertura al pubblico, si conclusero i lavori di riorganizzazione della biblioteca-archivio e di Casa Carducci.
Nel 1906 fondò la rivista "L'Archiginnasio"; e la collana "Biblioteca dell'Archiginnasio"; fu inoltre promotore di un'intensa attività culturale dell'istituto da lui diretto, organizzando importanti mostre e convegni. Il patrimonio bibliografico personale di Albano Sorbelli venne donato, alla sua morte, alla Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio. Il fondo è costituito da circa 13.000 volumi ed opuscoli, di argomento principalmente storico-letterario, con particolare attenzione agli studi bibliografici e alla storia del Frignano e dell'Università e della città di Bologna.
Fotografia: "11 settembre 1935: Albano Sorbelli chino su un "faldone": alla sua sinistra Cesare Maria De Vecchi, Conte di Val Cismon (allora ministro dell'Educazione Nazionale); alla sua destra il principe Umberto di Savoia.
La foto è scattata all'interno di Casa Carducci a Bologna, forse in occasione delle celebrazioni per ricordare il 100° anniversario di nascita del poeta...
Il nostro frignanese è in camicia nera con lo scudetto del fascio littorio a due stelle, che gli competeva in quanto fiduciario per l'Emilia della Associazione fascista della scuola".
Ad Albano Sorbelli è dedicato il Liceo Scientifico di Pavullo nel Frignano.
La Gazzetta di Modena di ieri offre un'altro spunto interessante. L'uscita del nuovo lavoro di Fabio Montella, già autore de "Modena & Provincia nella Grande Guerra" (gruppo studi storici Bassa modenese,2008) ovvero "Bagliori d'incendio. Conflitti politici a Modena & Provincia tra guerra di Libia & Marcia su Roma", mimesis edizioni. Sullo stesso periodo storico segnalo: di Alberghi Pietro "Il Fascismo in Emilia-Romagna dalle origini alla Marcia su Roma", Mucchi editore 1989, "Modena nel periodo Fascista 1919-1943", Mucchi editore 1998 e Bruno Zucchini "Modenesi in camicia nera" '900Storia edizioni, 2016. ps. oggi chi andrebbe a fare a pugni in giacca, cravatta e cappello?
Margherita era la figlia del Duca Amedeo di Savoia-Aosta. Nel 1953 sposò Roberto d'Austria-Este, secondogenito di Carlo I° d'Asburgo, ultimo imperatore austro-ungarico fino al 1918.
Nell'elenco dei partecipanti modenesi alla Marcia su Roma, di cui nell'anno che sta per cominciare ricorre il Centenario, sono citate due curiose località: Tramuschio & Quattroville, la prima si trova al confine con il mantovano vicino Poggio Rusco e la seconda è vicino a Villanova. Scorrendo l'elenco pubblicato da Bruno Zucchini in "Modenesi in camicia nera", è davvero impressionante la predominanza di San Felice, Mirandola, Carpi, della bassa in generale. Per la montagna spicca Zocca, e date le dimensioni Piandelagotti.
Per chi non avesse avuto occasione di seguirci durante le nostre ultime presentazioni, ecco l'occasione per venirci a trovare!
Vi aspettiamo Sabato pomeriggio presso la nostra sede!
Il 4 novembre 1921 venne istituita la festività nazionale che ricordava la vittoria nella prima guerra mondiale, esattamente 100 anni fa, e nel frattempo avveniva il viaggio della salma del milite ignoto tra diverse città italiane fino poi al Vittoriano a Roma presso l'altare della Patria. Numerosi furono i comuni che in quella occasione di cui ricorre il Centenario eressero lapidi o monumenti, tra questi le due lapidi in marmo che si trovano nell'atrio del Comune di Camposanto che portano la data del 1921.
Be the first to know and let us send you an email when Modena nel Regno d'Italia e Centenario del '15 - '18 posts news and promotions. Your email address will not be used for any other purpose, and you can unsubscribe at any time.
Want your museum to be the top-listed Museum?