L’Associazione Culturale Centro Multimediale “Quarto di Santa Giusta”, fondata all’Aquila da Enrico Sconci nel 1984, si è caratterizzata per essersi riferita allo spirito e alle modalità espressive delle avanguardie artistiche del ‘900 e ai movimenti artistici che si sono succeduti dagli anni Sessanta e Settanta ad oggi. Nel lavoro svolto nel corso degli anni si è sempre pensato all’arte come una
pratica di esperienza globale, un processo totalizzante per la rigenerazione e liberazione degli uomini dal malessere sociale. Praticando questa idea di arte totale, sono stati coinvolti in molte manifestazioni artisti e studiosi di varie discipline, con cui è stato possibile attraversare vari territori culturali, nella consapevolezza che sia proprio l'arte a consentire lo sviluppo della struttura dinamica dell'intera conoscenza. Per dare ulteriori sviluppi al lavoro svolto, nel 1993 è stato fondato il MUSPAC Museo Sperimentale d'Arte Contemporanea, organo strumentale della stessa associazione. Una convenzione con il Comune dell’Aquila ha consentito al MUSPAC di avere in uso gli spazi dell’ex monastero di S. La scelta di questo grande complesso monumentale, comprensivo di chiostro e giardino, rivestiva un valore altamente simbolico in quanto lo stesso luogo conteneva i caratteri del “genius loci” e “dell’hortus conclusus”. In questo luogo sacro, dedicato fin dalle origini al ritiro ed alla meditazione, è stato ravvivato il dialogo antichissimo fra le arti, recuperando il senso antico di museo inteso come “Tempio sacro alle Muse”. Dai primi anni del ‘900 fino al 1942, l'antico monastero fu utilizzato come sede del Museo Civico e nel 1969 vi fu aperta la sede dell’Accademia di Belle Arti. Per tali ragioni fra i tanti obiettivi del MUSPAC c'era quello di porsi in continuità ideale con la storia del luogo e con quanto in quegli anni accadeva proprio nelle aule dell’Accademia. In quegli stessi spazi sono stati invitati ad esporre le loro opere e il proprio pensiero gli stessi insegnanti e artisti di un tempo. La mostra antologica di Bussotti dal titolo “Le Arti Belle di Sylvano Bussotti”, quella documentaria su e con Carmelo Bene, la partecipazione di Enrico Castellani alla mostra “Ad Usum Fabricae”, gli interventi e le performance di Fabio Mauri e la partecipazione di moltissimi altri artisti, rappresentano solo una parte dell’attività che il Museo ha svolto, per non perdere un legame proficuo con le memorie del passato e con gli avvenimenti più significativi che, dal punto di vista artistico, hanno caratterizzato la storia della Regione Abruzzo. Una grande attenzione è stata riservata a Joseph Beuys, considerato dalla critica uno dei più grandi artisti europei del secondo dopoguerra. Molte opere da lui realizzate in Abruzzo si trovano esposte nei maggiori musei del mondo e, grazie a Lucrezia De Domizio, l’Associazione ha potuto organizzare nel 1985 un' importante mostra a lui dedicata, comprendente anche la presentazione del libro “Incontro con Beuys” di L. De Domizio, Buby Durini e Italo Tomassoni. Nel 1998 la sede del MUSPAC, a causa dei lavori di ristrutturazione dell'ex monastero, da parte del Comune dell'Aquila, viene trasferita nel Palazzo Baroncelli Cappa (sec. In attesa della conclusione dei lavori, il museo ha continuato l'attività - malgrado le numerose difficoltà dovute alla carenza di spazi adeguati - organizzando esposizioni presso altri spazi e in altre sedi, in collaborazione con Comuni di varie città italiane. Nel 2000, presso il Castello Cinquecentesco dell’Aquila (con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e della Soprintendenza ai BAAAS d’Abruzzo), in occasione della "Perdonanza Celestiniana" il MU.SP.A.C. ha organizzato e allestito una grande mostra collettiva incentrata sulla figura di Celestino V dal titolo “ANNUALE D’ARTE 2000 - Lo scandalo dello spirito”. Alla manifestazione hanno partecipato grandi artisti come Joseph Kosuth, Fabio Mauri, Luca Maria Patella, Giuseppe Chiari, Luciano Fabro e la Casa degli artisti di Milano, Gilberto Zorio, Vettor Pisani, Nunzio, Alfredo Pirri e numerosi altri, le cui opere appartengono alla collezione permanente del museo. Nel corso degli anni è stata creata una multimediateca e una sala proiezioni dove quotidianamente sono stati proiettati film, documentari e video d'arte. Inoltre sono state organizzate manifestazioni inerenti i vari campi del sapere: ricordiamo le conferenze tenute da Ferdinando Bologna, le iniziative musicali e etno-antropologiche, gli interventi sulla video-arte e sulle performances. In questo senso il MUSPAC ha voluto superare la concezione di museo come semplice "raccoglitore", per orientarsi sempre più verso la ricerca e la sperimentazione, sfruttando i vantaggi delle nuove tecnologie. Connessioni e interscambi continui sono stati stabiliti con il mondo della scuola, con l'Accademia di Belle Arti, con l'Università, con il Conservatorio di musica, con altri musei, con enti e associazioni pubbliche e private. Purtroppo il terremoto del sei aprile 2009 ha reso completamente inagibile la sede del Museo. Sono state danneggiate molte opere di artisti di rilievo internazionale della collezione permanente e sono stati distrutti computer e banca dati. Non bisogna però guardare tutto questo con malinconia. Non bisogna fermarsi o abbandonarsi al rimpianto. E’ necessario pensare a questa ferita collettiva come a una cesura, un taglio da rimarginare, un punto fermo da cui poter ricominciare con un nuovo sguardo, un’altra prospettiva. La condizione del Terrae Motus è servita a tenerci svegli, a proporre nuove idee, nuovi progetti, nuove “messe in scena”, perché siamo consapevoli che solo attraverso le energie vitali dell’arte possiamo ri-abitare con spirito nuovo la città. Grazie al sostegno e alla solidarietà di molti, tra cui la Fondazione Carispaq, la Regione Abruzzo, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara, la Terna S.p.A. e il Comune dell’Aquila abbiamo costruito una nuova sede (ancora in fase di ultimazione) in via Ficara - Piazza D’Arti (dove si trovano altre diciotto Associazioni Culturali), augurandoci che le nostre azioni possano servire ad attraversare nuovamente la soglia del nostro museo riguadagnando un luogo perduto. Una pianta a croce greca, simbolo di simmetria perfetta e citazione del motivo ornamentale della facciata della Basilica di Collemaggio, servirà ancora una volta a stabilire l’incontro tra il dentro e il fuori, in modo da ricucire relazioni fondamentali con la collettività. Grazie a donazioni da parte della LFTB Onlus, di altre case editrici e di artisti, stiamo ricreando una nuova collezione permanente e una nuova multimediateca che possano rendere un servizio pubblico ai cittadini. Per dare continuità ai nostri 27 anni di attività, continueremo a organizzare eventi d’arte, conferenze, presentazioni di libri, laboratori didattici, lezioni di storia dell’arte, cineforum ecc.. coinvolgendo tutte le Associazioni e le Istituzioni pubbliche e private. Con questo spirito continueremo a usare la simbolica chiave del nostro logo per riaprire la “duchampiana” porta del museo, chiusa e aperta nello stesso tempo. Consapevoli che “abitare non significa soltanto avere un tetto sulla testa” (Heidegger), pensiamo sia indispensabile orientarsi in un ambiente e identificarsi con esso. Avere una casa non basta perché non facilita la qualità del vivere, in quanto l’essere al mondo significa avere radici più profonde. L’Aquila è divenuta una città di “non luoghi” ed è proprio per questo che, per ricostruire un tessuto sociale, c’è bisogno di spazi di aggregazione che aiutino l’uomo ad “abitare”. Questo modus operandi crediamo possa far riflettere su come, dopo la catastrofe e il naufragio, si possa trovare un approdo, una nuova possibilità per riprendere un cammino difficile, tortuoso ma necessario all’arte come alla vita.