27/06/2024
Il Fast si unisce al cordoglio della famiglia per la scomparsa di ETTORE BRAGAGGIA, testimone importante della fotografia e del quale L'Archivio Fotografico e Storico della Provincia di Treviso conserva un lascito significativo con il Fondo che porta il suo nome.
Nato nel 1926, si forma nello studio trevigiano di Mario Paggiaro, da cui lavora dal 1939. Terminata la guerra emigra in Argentina, dove s’impiega per alcuni anni presso Fred Siegfried Shiffer (1917-1999) apprezzato fotografo ritrattista con studio a Buenos Aires. Con Shiffer ha l’opportunità di coltivare la sua passione per la fotografia ritrattistica.
Ritornato a Treviso nel 1954, inizia a lavorare assieme alla moglie Elda, avviando un’impresa attiva in città fino alla fine del 2000. Impegno sociale e passione per la fotografia fanno di Bragaggia e del suo lavoro uno dei più attenti testimoni delle vicende trevigiane del secondo Novecento. Nonostante un’inclinazione mai sopita per il ritratto, che Bragaggia coltiva con dedizione, il suo lavoro spazia dalla cronaca alla documentazione urbana, alle commesse industriali e commerciali.
Una lunga vita da artigiano della fotografia, da professionista, che si è caratterizzato anche per l’impegno nella dimensione sociale. Le ragioni di questa sua propensione si ritrovano nel fatto che ha conosciuto sulla sua pelle le asprezze e le sfide del ‘900.
Ha partecipato alla guerra civile militando da partigiano nelle file della divisione Nannetti della Brigata Mazzini. Nel dopoguerra ha preso la via dell’emigrazione in Argentina. Al ritorno ha voluto impegnarsi in politica ed è stato consigliere comunale nei ranghi del partito Repubblicano.
Socio dell’Istresco (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea della Marca Trevigiana) era facile incontrarlo a Treviso per le vie, con la sua macchina fotografica a tracolla, per scattare immagini di ciò che vi è di bello e di brutto nella sua città, con la passione di sempre e l’inguaribile inclinazione all’ironia nei commenti – che è poi un tratto distintivo dei trevigiani doc (anche di quelli che non si ritengono tali).
Il frutto del suo lavoro di mezzo secolo rimane in eredità alla Comunità trevigiana ed è liberamente consultabile presso il FAST – motivo d’orgoglio per una realtà culturale cui si rivolgono ricercatori universitari, studenti, giornalisti, professionisti, aziende, istituzioni di natura diversa e moltissimi cittadini, interessati a coltivare la storia della loro Comunità
Grazie di tutto Ettore, buon viaggio!