VERE NOVITA’ su DANTE.
Giovangualberto Ceri
DANTE
E
L’ASTROLOGIA
Presentazione di Francesco Adorno
- Seconda edizione rivista, corretta, aggiornata e poeticizzata -
I - PRESENTAZIONE di Francesco Adorno.
1.1
Questa volta però con qualcosa di notevole in più rispetto a quello su cui Francesco Adorno si pronunciò.
Questa volta cioè le sue raccomandazioni alla luce anche della più ampia componente scientifico-superiore medievale. E dunque, oltre all’ “Astrologia” del VII cielo di Saturno, sarà qui da dover tener d’occhio in Dante, la “Metafisica” dell’VIII cielo delle Stelle Fisse; la Filosofia di Pitagora sotto il cristianesimo, o “Morale Filosofia” del IX Cielo cristallino, acqueo e di Maria; e la “Divina Scienza”, o Teologia liturgica del X cielo Empireo fatta di inni, canti, danze, e sguardi felici e compiaciuti a gloria della Divinità. E sarà con l’attenzione rivolta a queste stesse quattro superiori scienze (Convivio, II, XIII, 7 – 8) che noi analizzeremo certi punti critici della Commedia, della Vita Nuova e del Convivio rimasti fino ad oggi assolutamente nell’ombra. Tale analisi, con le conseguenti ed oggettive scoperte, finirà per dare all’Opera dantesca nel suo complesso un senso diverso, più profondo, fascinante e completo.
Sì, sì! Qui assisteremo ad una rivoluzione. In quanto i dantisti, di queste quattro superiori scienze non hanno mai voluto interessarsene per bene. Ed è stata appunto una tragedia annunciata, nel mio caso!, poiché Adorno nella sua introduzione già l’aveva messo in conto.
Ebbene, dopo aver proceduto nelle mie analisi seguendo la luce proveniente da queste quattro superiori scienze è emerso, fra tante altre cose, che l’anno di morte di Dante risulta essere quello dell’anno dopo: il 1322, e fermiamoci qui.
Che bomba, ragazzi! Che bomba: incredibile!
Sicché, trascuriamo momentaneamente tutto il resto, lo metteremo dopo!, e partiamo subito dall’anno giusto di morte di Dante che è attuale, emozionante, interessantissimo e merita: nonché introduce ugualmente al cuore del suo pensiero, quello rimasto fino a questo momento ignorato, parimenti che facendola più lunga, cioè partendo da qualche altra parte maggiormente nota e sotto i riflettori.
Dunque Dante morto l’anno successivo al 1321. E invece “Loro”, Dantisti e Governo, si sono mossi adesso a festeggiarlo proprio a datare, con il “Dantedì”, da tale anno 1321 sbagliatissimo, oltre che offensivo per lo stesso Dante: come subito ci renderemo conto.
Il 700° dalla morte di Dante da celebrarsi perciò il liturgico e futuro giorno mercoledì 14 settembre, ma dell’anno 2022 secondo le mie comprovare scoperte. Dunque quindi parliamone.
Per intanto, il vero e reale giorno di morte di Dante si presenta subito come un grosso problema per i dantisti tradizionalisti poiché, almeno quelli contemporanei, avrebbero potuto evitare il doloroso inciampo se avessero dato retta, appunto!, alla presentazione fatta da Francesco Adorno nel 1995 al mio “Dante e l’Astrologia” (ed. Loggia de’ Lanzi, Firenze, 1995). Lui scrisse infatti: fare maggiore attenzione al sistema di “calcoli scientifici” presenti in questo mio denso volumetto. Non l’hanno fatto! Penitenza…???
Ma perché l’anno dopo il 2021 sarebbe quello giusto se seguissimo, come dobbiamo!, le superiori scienze medievali gerarchicamente costituite?
Intanto, perché il Dante di cui si riferisce nella Commedia e nella Vita Nuova è adesso più che certo essere un personaggio inventato di sana pianta dal Dante autore. Fin’ora non ci aveva pensato per bene nessuno: da mettere in conto. E se da lui inventato alla perfezione, avrà allora tutte le peculiarità di un’invenzione medievale ad oc. E se ad oc, risultando il medioevo tutto immerso dentro dieci scienze gerarchicamente costituite, ossia l’universo di allora tutto spiegabile, giustificabile, ricercabile, ivi compreso il X cielo Empireo, attraverso queste dieci scienze, sarà stato di necessità a queste stesse dieci scienze che Dante avrà pensato, avrà attinto, nell’abbellire il suo “Alter ego”. Ma, soprattutto!, avrà attinto alle quattro più gradi ed ultime in quanto a quei tempi la gerarchia contava, era indiscutibile e decisiva nei giudizi finali, mentre il personaggio Dante, per le esperienze raccontate, vuol dare proprio un giudizio finale su come l’essere umano in generale dovrà muoversi in vita sua per non doverla vivere invano.
L’invenzione del personaggio è ovviamente sulla falsariga di quello che a Dante stesso in carne e ossa capitò di andare incontro. Ma non è tanto una semplice “falsariga” quella a cui lui attinge, quanto piuttosto la fedelissima fotografia della sua anima in movimento verso il raggiungimento della sua propria perfezione la quale, senza l’invenzione del personaggio Dante, col cavolo avrebbe potuto essere raccontata a noi per renderci partecipi a sufficienza della sia più intima esperienza: perché noi se ne capisse utilmente qualcosa.
Il Dante da lui stesso inventato…?!
Ebbene su Dante né sa assai di più di ogni possibile notizia di cronaca, delle risultanze notarili, nonché di qualsiasi intuizione possa avere avuto fino a questo momento chi l’ha studiato.
Il personaggio Dante non occulta perciò nulla. Anzi, anzi…, approfondisce. Rivela fino allo stupefacente le esperienze di quell’altro e le solennizza perché tali hanno da essere, da apparirci. La sua persona, tanto sotto l’aspetto poetico che politico, risulterà di conseguenza assai più convincente di come fino ad oggi è stato argomentato, o arzigogolato, proprio perché il personaggio Dante è in grado di renderne conto scientificamente del suo comportamenti e, con ciò, farà risultare più chiara anche la ragion d’essere al mondo di “Durante” figlio di Alighiero degli Alighieri.
In una parola il personaggio? Vivere ricercando scientificamente: sia per mostrare come lui stesso farà a salvarsi; sia al fine di mostrarlo alla gente, ai cittadini, perché su tale strada si incamminino anche loro. Ed è proprio in questo contesto scientifico che abbiamo la sorpresa: Dante personaggio dovrà necessariamente risultare morto nel 1322. Altrimenti, per lui!, un nuovo e forse più doloroso esilio. Anche se questa volta tutto culturale, riguardante cioè l’impossibilità di accedere al suo “metafisico” comportamento da parte dell’umanità. L’umanità arriverebbe cioè a sapere di lui quello che lui stesso non è stato poiché verrebbe occultata una componente essenziale, di portata esistenziale, del suo agire: tradimento! E adesso non ci resta che andare a controllarne i perché.
Con la scoperta del personaggio Dante morto scientificamente nel 1322, toccheremo con mano da cosa il Dante autore, reale, veniva intimamente sostenuto durante la sua marcia verso il raggiungimento della perfezione della propria natura umana (Convivio, I, I, 1). Dunque una natura umana colta sotto il profilo ontologico-vissuto, o onto-genetico: ossia genetico dell’ “Io sono”.
Sì, sì!, poiché Dante, nella sua ricerca, è alla ricerca proprio della perfezione della sua anima. E in quanto qui, sulla terra, l’anima stessa è incarnata, la marcia verso il raggiugimento della sua perfezione, della sua completa spiritualizzazione, si avrà necessariamente per scienza.
Questo poiché in Dante, il mantenimento della natura in fase di lento avvicinamento alla la sua propria perfezione, si ottiene per scienza. E per cui, quando emerge nella stessa natura, nell’anima incarnata che è un fenomeno naturale, un problema, è alla scienza che l’essere umano dovrà rivolgersi. Ed è questo un problema finora non afferrato dai dantisti a sufficienza. Del resto come già in tale maniera tutta scientifica la cultura del mondo pagano-classico permetteva di andare avanti nelle esperienze più alte della vita. Per esempio, dalle esigenze comportamentali delle antiche Vestali, alle analisi di Plinio il Vecchio: era tutta scienza. Ovviamente per Dante anche perché in tale maniera tutta scientifica lo stesso mondo era stato creato, strutturato, condizionato, dalla Divina Provvidenza fin dalla creazione (Convivio, I, I, 1). In Dante non si può parlare dunque di conoscenza della natura e del suo cammino verso la sua proprio perfezione, ivi comperso quello dell’anima incarnata, se non dentro un rigoroso itinerario scientifico. E anche il giorno giusto di morte di Dante personaggio è lì ad insegnare qualcosa di importate che non potrà risultare che quello di cadere nel 1322.
Affrontiamo adesso, entrando nel merito, un primo punto critico del problema e di concreta svolta nell’attuale situazione degli Studi Danteschi.
Dante, nel suo impegno di vita poetico-scientifico, vuole che l’uomo sia: voce per verbo essere in senso forte: e questo a partire da se stesso. Mentre poi per lui l’uomo, e in questo specifico caso dobbiamo intendere il maschio, è (e sempre voce del verbo essere!) quando lui accetta di piegarsi alla grazia, alla virtus, emanata dal cielo di Marte. C’è poco da fare…!!! Questa è la situazione in Dante; questa è l’ontologia vissuta, l’itinerario ontogenetico, scelto e da lui stesso esaltato. Ed è partendo da questa considerazione, e dunque dal cielo di Marte quale cielo del sacramento gerarchicamente più importante, quello della Confermazione, quello di Cristo lampeggiate sulla croce (Par., XIV, 104), che poi arriviamo ad accertare Dante personaggio è morto necessariamente l’anno dopo: nel 1322.
Dopo aver considerato che Chiesa indica festa di precetto, solenne, il giorno del Sole, la Domenica, e ritiene peccato mortale non rispettarla (Cfr. per esempio: papa Giovanni Paolo II, “Dies Domini” - Lettera apostolica sulla santificazione della domenica – Ed. Paoline, Milano, 1998);
e dopo aver considerato anche che Dante sentenzia sul Sole: “Nullo sensibile in tutto lo mondo è più degno di farsi essemplo di Dio che ‘l sole” (Convivio, III, XII, 7);
ebbene sarà comprensibile, o no!, che anche Dante, nello strutturare il suo personaggio abbia analogamente indicato anche lui, tassativamente!, che i giorni che lo riguardano debbano sempre cadere di Martedì, del giorno dedicato a Marte…???
Ma questa non è un’ipotesi, una simpatica opinione, poiché qui risulterà essere una capovolgente verità.
Meditazione necessaria e pertinente.
In Dante, come nella nostra tradizione e cultura, esiste intanto una consistente differenza fra Marte e Venere. Ma quando uno pensa mitologicamente a Marte, facilmente gli viene in mente Venere. Nessuna meraviglia dunque se anche Dante si appoggerà a Marte per se stesso, e a Venere per la sua gloriosa Beatrice. Tale situazione è legata alla differenza che passa fra le loro rispettive nature, o genere di virtus emanata: differenza che poi è in grado di spiegare in che maniera la Divinità ha permesso che la natura umana si muovesse; e forse non soltanto umana. Una differenza di portata ontologico-metafisica da non dimenticare mai quando si studia la classicità e il medioevo e che dà luogo ad una fascinantissima e reciproca tentazione.
Marte e Venere vengono reciprocamente tentati l’uno da chi è l’altro: e sempre voce del verbo essere in senso forte, poiché qui siamo già nel campo delle scienze superiori astrologico-metafisiche. E per cui se mai emergesse da questo studio, come emergerà palesemente!, che tutti giorni che riguardano Dante personaggio cadono matematicamente sempre di Martedì, nel giorno di Marte, e tutti quelli che riguardano Beatrice personaggio cadono sempre matematicamente di Venerdì, cioè nel giorno di Venere, non solo non ci sarebbe da fare gli schizzinosi e scappare, o tacere, quanto piuttosto da prendere in seria considerazione la situazione. E cioè che l’itinerario di perfezione seguito, o consigliato da Dante, bisognerà iniziare ad andare a trovarlo da ben altra parte rispetto a quella in cui è stato poeticamente e culturalmente collocato dalla tradizionale esegesi: anche se tale iniziativa farà strillare di rabbia la Curia romana per il sopraggiungere di qualcosa di molto pagano. Da mettere inoltre anche in conto quanta lunga e dura fatica, unita a forte entusiasmo, sarà costato al Dante autore riuscire a descrivere se stesso e Beatrice personaggi in tale precisa ma complicata maniera.
L’uno, Marte!, sta bene con l’altra, Venere!, in quanto entrambi trovano una giustificazione alla propria esistenza nel piacere di vivere in compagnia delle loro rispettive e naturali differenze. E, tutto ciò, su base magnetica, per dirla anche con i poeti della “lingua d’oco” (Convivio, I, X, 11), con lo stilnovista Guido Guinizelli e con tutta la storia della Cavalleria fino all’episodio di Lancillotto in Paolo e Francesca (Inf., V, 73 – 142). Ed sarà proprio entro il contesto astrologico-metafisico di Venere-Marte, con l’aggiunta di quello pitagorico-cristiano e liturgico ancor più solenne, che il personaggio Dante ci rivelerà gli autentici contenuti emozionali del rapporto che il Dante autore, reale, effettivamente ebbe con la sua Beatrice reale, in carne e ossa. Il fenomeno…???
Poiché lui stesso in quanto personaggio inventato, è a completa disposizione di chi lo guida, del suo autore, che potrà così farne di lui ciò che vuole: abbellendolo di tutte quelle peculiarità necessarie per farlo brillare, per poter essere all’altezza di recitare la sua parte, fino a commuoverci entro un contesto ben forte e differente da quello fin’ora indicato.
Dantisti: desta…!!! Nella Commedia e nella Vita Nuova è tutta una finzione rigorosamente scientifico-superiore al fine di riuscire a far sapere all’umanità chi fu Dante spiritualmente, intimamente, nonché al fine di poter riuscire anche noi, i posteri!, semmai a poterlo imitare, ad emularlo. E in questo contesto il giorno giusto e l’anno giusto della sua morte in quanto personaggio giocano un ruolo essenziale, di svolta nell’esegesi dantesca e potentissimo che però, dicendo 1321, verrebbe loro negato. Dunque bisognerà giocoforza sostenere 1322 in quanto cadente nel giorno di Marte: il Martedì 14 settembre del 1322. Diversamente: un catastrofico tradimento. Certo, detta così, potrà sembrare un’ipotesi come tante altre fatte in continuazione da chi si occupa dell’Opera dantesca: ma ben presto noterete le molte differenze.
E adesso, in fase di avvicinamento all’atterraggio, una necessaria sviolinata. Il Marte-Martedì pagano centra moltissimo, ma non siamo neanche a metà dell’opera.
Non per caso tale giorno di morte di Dante personaggio nel liturgico 14 di settembre: lasciamo perdere in questo momento di quale anno. Perché è anche la festa liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce a dare il giusto senso alla sua morte. Dantisti!, in Dante non va trascurato nulla, nemmeno una virgola: anche perché è tutta un’invenzione al fine di poter meglio esprimersi, e noi riuscire a sapere.
I dantisti hanno mai fatto mente locale sulla compromissione della nostra sacra Liturgia nelle date che Dante ci ha costantemente permesso di scoprire…??? Certo, le date che hanno in mente i dantisti sono così poche e incerte che parlare in Dante di ricorrenti celebrazioni liturgiche ad ulteriore esaltazione della sua poesia, seguendo le loro conclusioni, diventerebbe umoristico. Però nel caso della morte di Dante nell’arco temporale della festa liturgica del 14 settembre, il giorno anche loro ce l’hanno abbastanza in mente, chiaro e distinto. Però nell’insufficiente e infantile loro mondo dantesco si trova da solo e, una noce nel sacco, non fa rumore: insomma disorienta. Ma se comunque riuscissero ad orientarsi verrebbe fuori che Dante personaggio è sicuramente morto, sì!, nel giorno dell’Esaltazione della Santa Croce, ma in quello settimanale di Marte e dunque il Martedì 14 Settembre 1322. Una piccolissima riprova a presa di c**o messaci qui da Dante…???
È nel cielo di Marte, il quel cielo che in terra viene celebrato il Martedì, che egli pone Cristo lampeggiante sulla croce: “…’n quella croce lampeggiava Cristo” (Par. XIV, 104 ). E tutto ciò in ricordo di quando il Dante personaggio moriràa…??? Per i dantisti recisamente da escludere…??? Allora: dietro la lavagna!
Prima - Intervista a “TV Canale 10” fatta da UMBERTO CECCHI a GIOVANGUALBERTO CERI e andata in onda il 11 marzo 2008 alle ore 12h.00’ - Copia e incolla linkem internet:
http://www.youtube.com/watch?v=wV4vEG15yjA
Codice, per “Lettera aperta su Dante e Beatrice” messo dai “Frati minori conventuali” di Ravenna: •
https://centrodantesco.it/notizie/lettera-aperta-su-dante-e-beatrice/?fbclid=IwAR0vDTnRG51j_fIXgKOc3yMcPXw5L5BllXgckfGGXPLQkZfGuW2__kBQ1U4