
11/12/2013
HOTEL DEGLI ORAFI: LA STORIA
Su quello che era il portone principale di ingresso vi è uno scudo della FAMIGLIA FABRONI dal che si evince che l'edificio venne quindi ceduto a questa famiglia illustre e nobile che secondo il genealogista V.Capponi (1841) vanta però una molto remota antichità; e non prima del 1344 si ha ricordo di essa, nel qual anno Ser Matteo di Vanni fu degli Anziani. Vogliono alcuni che questa famiglia sia stata padrona dei castelli di Signa e di Carmignano; ma è questa una credenza affatto erronea; poiché oltre a non trovarsi alcuna scrittura che ne assicuri di ciò, sappiamo per certo che essa ne' suoi principii non ebbe alcun contrassegno di grandezza, e solo si avanzò nei gradi di nobiltà per mezzo dell'esercizio del notariato, che esercitò il suddetto Mazzeo, e alcuni dei suo discendenti, ufficio in quei tempi non ordinario, e che portava a tutti gli onori. Vuolsi ancora che i Fabroni di Marradi abbiano origine da quelli di Pistoia, e vi è stato anzi chi con una invidiabile sicurezza non ha dubitato di porre fra i pistoiesi illustri il celebre ANGIOLO FABRONI l’autore delle Vitae Italorum, e della Historia Academiae Pisanae. Raccontano costoro che Piero del suddetto Ser Matteo, lasciata Pistoia a cagione delle fazioni nel sec. XIV, passasse l'appennino, e vicino Ronta si fermasse; e che egli fosse quindi lo stipite dei Fabroni di Marradi. E non sembrerebbe davvero cosa affatto improbabile; ma oltre a non potersi trovare la discendenza, anzi l'appiccatura di quei Fabbroni all'albero dei nostri, è cosa certa poi che quel Piero sul quale si appoggia tutto l'immaginario edifizio, è stato sempre in Pistoia, dove prese, non che una due mogli, ed ebbe molti figli, i quali pure dimorando in Pistoia vi conseguirono gradi ed onori, tra i quali Giovanni fu Gonfaloniere nel 1443, e gli altri figli si vedono tutti ricordati nel testamento di detto Ser Pietro fatto nel 1400 per mano di Ser Luca di Bartolomeo Domenici, e i discendenti loro trovansi pure iscritti in tutti i libri del Comune fino al 1535, nel quale anno Jacopo, che fu l'ultimo del suo ramo, risiedé gonfaloniere. Fra gli uomini illustri di questa famiglia, ESTINTA NEL SECOLO XIX, sono da ricordarsi Niccolò, frate domenicano egregio predicatore e poeta; Ugo, dei Vallombrosani, teologo; Giovanni d'Jacopo castellano della fortezza di Ravenna; Tommaso, Colonnello al soldo dei Genovesi, poi dei Veneziani; Domenico, detto il Ploia, colonnello, difensore di Faenza contro il Valentino, nel sec. XVI; Antonio verseggiatore; Lorenzo cronista della famiglia; Benedetto erudito; Atto cultore nel sec. XVII; Gio. Batista prof. all'università pisana; Alfonso erudito; Carlo Agostino, cardinale, nel sec. XVIII; Carlo letterato nel sec. XIX.